Oggi, 28 agosto, Thiago Motta compie 39 anni. L’ex calciatore brasiliano naturalizzato italiano è l’attuale allenatore dello Spezia, ma ha impreziosito i campi della Serie A anche da giocatore con le maglie di Genoa e Inter. In occasione del suo 39° compleanno, andiamo allora a celebrarlo ripercorrendo le tappe della sua carriera e i principali successi ottenuti.

Dal Brasile alla Spagna: gli esordi di Thiago Motta

Nato a São Bernardo do Campo, nello stato di San Paolo, il 28 agosto del 1982, Thiago Motta esordisce calcisticamente nel Clube Atlético Juventus dove milita per una stagione prima di trasferirsi in Europa alla corte del Barcellona, nella cantera più prolifica di talenti del Vecchio Continente.

Per tre stagioni gioca nel Barcellona B, per poi fare il suo esordio in prima squadra nel 2001. In blaugrana militerà fino al 2007 collezionando 147 presenze tra campionato e coppe, realizzando 10 gol. In questo periodo mette in bacheca anche i suoi primi titoli: due campionati spagnoli, due Supercoppe di Spagna e una Champions League nel 2006. Nel 2007 si trasferirà a Madrid sponda Atletico, ma la nuova esperienza spagnola non sarà altrettanto fortunata come la precedente e si concluderà dopo appena una stagione con 10 presenze e nessun gol.

Il passaggio di Thiago Motta al Genoa

Dopo il difficile anno a Madrid, il trasferimento in Italia alla corte del Genoa di Gasperini rigenera Thiago Motta che, nella città della Lanterna, gioca una grandissima stagione. Il Grifone, trascinato dalla regia dell’italo-brasiliano e dai gol di Diego Milito, sfiora la qualificazione in Champions League, chiudendo al quinto posto, dietro alla Fiorentina solo per la classifica avulsa (il bilancio degli scontri diretti è favorevole alla Viola). Thiago Motta, in quella stagione, colleziona 27 presenze e realizza sei gol.

Gli anni d’oro di Thiago Motta all’Inter

Nel maggio del 2009, sia Thiago Motta sia Diego Milito, simboli del Genoa, vengono ceduti all’Inter di Mourinho. Dopo l’esordio amaro nella finale di Supercoppa italiana persa contro la Lazio, entrambi avranno modo di rifarsi con gli interessi in una stagione storica per i colori nerazzurri, quella del Triplete. Con la maglia dell’Inter Thiago Motta aggiungerà al suo palmarès altri sei titoli: uno scudetto, due Coppe Italia, una Supercoppa italiana, la Champions League e un Mondiale per club.

Thiago Motta in Nazionale

Dopo l’esperienza genoana, Thiago Motta dà la sua disponibilità a vestire la maglia azzurra della Nazionale. A convocarlo per la prima volta, nel febbraio del 2011, è il commissario tecnico Cesare Prandelli che lo porterà anche ai campionati europei del 2012. Quella Nazionale disputerà un grande torneo, prima di sciogliersi in finale contro la Spagna che calerà il poker e salirà sul tetto d’Europa. Con l’Italia Thiago Motta collezionerà complessivamente 30 presenze tra il 2011 e il 2016 andando in gol in una occasione.

L’esperienza di Thiago Motta al PSG

Chiuso lo straordinario ciclo con l’Inter, Thiago Motta vola a Parigi nel mercato di riparazione invernale, a gennaio del 2011. Anche nella capitale francese, il centrocampista italo-brasiliano fa incetta di titoli. Nei sette anni col PSG (l’esperienza più longeva della sua carriera insieme al Barcellona), vince cinque Ligue 1, altrettante Supercoppe francesi e Coppe di Lega e quattro Coppe di Francia. A Parigi chiuderà anche la carriera da calciatore al termine della stagione 2017-2018.

La nuova carriera di Thiago Motta da allenatore

La nuova vita da allenatore per Motta inizia proprio laddove si era conclusa quella da calciatore. L’ex giocatore, infatti, comincia dalla panchina dell’Under 19 del PSG. Vi trascorrerà una stagione, prima di ripercorrere a ritroso la carriera nel calcio giocato tornando al Genoa. Ma l’avventura in panchina con il Grifone non è altrettanto fortunata come quella in campo e si concluderà anzitempo con l’esonero il 28 dicembre 2019.

Oggi Thiago Motta allena a La Spezia, dove ha raccolto la pesante eredità di Italiano, che ha regalato ai liguri la prima promozione in Serie A della loro storia. La voglia di riscatto del neo-allenatore è tanta, ma come sempre sarà il campo il giudice ultimo delle sue velleità di rivalsa.