Dalla favola del Porto fino all’epopea del “Triplete” sulla panchina dell’Inter, Mourinho da allenatore ha scalato le gerarchie del calcio centrando obiettivi unici e forse, per certi versi, irripetibili. Dall’esordio come tecnico fino alla nuova avventura londinese sponda Tottenham, andiamo allora a ripercorrere le principali tappe della carriera dello “Special One”.

Gli esordi della carriera di Mourinho: la favola del Porto

Prima di diventare uno degli allenatori più vincenti al mondo, Josè Mourinho ha svolto una lunghissima gavetta iniziata nei primi anni Ottanta come assistente al Rio Ave e proseguita fino alla seconda metà degli anni Novanta come vice al Barcellona. La prima occasione da allenatore arriva nel 2000 sulla panchina del Benfica: l’esperienza dura, però, solo un anno, così come quella successiva sulla panchina del União Leiria.

La svolta, però, è dietro l’angolo e arriva con la chiamata del Porto, con cui aveva già lavorato come vice tra il 1994 e il 1996. Mourinho viene ingaggiato nel gennaio del 2002 per sostituire Octávio Machado, all’alba di una cavalcata che lo porterà dalla vetta della Primeira Liga fino al tetto d’Europa. In due stagioni e mezzo al Porto, Mourinho vincerà due campionati portoghesi, una coppa e una Supercoppa del Portogallo, una Coppa Uefa e la storica Champions League del 2004 nell’inedita finale contro il Monaco vinta con un netto 3 a 0.

Mourinho al Chelsea: nasce il mito dello “Special One”

I grandi risultati con il Porto gli valgono la chiamata della Premier League. Nel giugno del 2004 inizia quindi la nuova avventura di Mourinho al Chelsea: un matrimonio felice per entrambe le parti visto che il tecnico portoghese riporterà la Premier sulla sponda “blues” di Londra a distanza di 50 anni dal precedente e unico titolo. In cinque anni di Chelsea (contando sia la prima esperienza dal 2004 al 2007 sia la seconda dal 2013 al 2015) Mourinho metterà in bacheca altri due campionati inglesi, tre Coppe di Lega, un Community Shield e una FA Cup.

L’Inter di Mourinho e l’epopea del “Triplete”

Dopo un anno sabbatico, che segue la conclusione del rapporto con il Chelsea nel settembre 2007, comincia nel giugno 2008 l’epopea di Mourinho all’Inter che culminerà nella vittoria dello storico “Triplete” nel 2010. In nerazzurro il tecnico portoghese prosegue la sua collezione di titoli aggiungendovi due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e una seconda Champions League conquistata il 22 maggio del 2010. È la storica notte del Bernabeu in cui l’uno-due di Diego Milito spegne i sogni del Bayern. È la notte delle lacrime e degli addii, quello di Mourinho in particolare, che con quella Champions si congederà dalla Milano nerazzurra per ripartire proprio da Madrid alla corte del Real.

Mourinho al Real Madrid e le sfide con Guardiola

A Madrid il lungo film della carriera di Mourinho arricchisce la propria sceneggiatura di un nuovo attore protagonista: Pep Guardiola, allora sulla panchina del Barcellona. Proprio in Spagna nascerà una delle rivalità più accese del panorama europeo, quella tra Mourinho e Guadiola, due allenatori dalle filosofie di gioco opposte, ma accomunati dal carisma fuori dal comune e dalle grandi capacità di leadership.

I due, per la verità, si erano già incrociati la prima volta nella semifinale di Champions League del 2010, quando l’Inter di Mourinho eliminò il Barcellona di Guardiola. Ma è dal 2010 al 2012 che si contenderanno con grande assiduità il dominio della Spagna e dell’Europa. Con un bilancio finale di una Liga, una Coppa e una Supercoppa di Spagna per Mourinho; una Liga, una Coppa di Spagna, due Supercoppe spagnole, una Supercoppa europea e una Champions League (dopo aver eliminato proprio il Real di Mourinho in semifinale) per Guardiola. L’avventura di Mourinho al Real Madrid si concluderà nel 2013 quando il tecnico portoghese farà ritorno in Inghilterra.

Il ritorno in Inghilterra di Josè Mourinho

Oltre alla seconda esperienza al Chelsea, in Inghilterra Mourinho ha allenato il Manchester United. Attualmente è il tecnico del Tottenham che lo ha chiamato in questa stagione per sostituire l’esonerato Pochettino. Con i Red Devils lo Special One si è preso in due anni, dal 2016 al 2018, altri due titoli nazionali inglesi (Community Shield nel 2016 e Coppa di Lega nel 2017) e un titolo internazionale: l’Europa League sollevata a Stoccolma dopo la finale vinta contro l’Ajax nel 2017.

Oggi, dopo tanti anni di carriera alle spalle e trofei messi in bacheca, la voglia di allenare sembra essere ancora la stessa dell’esordio e aver accettato la sfida offerta dal Tottenham ne è una prova. L’ingrediente che, però, non dovrà mai mancare per poter proseguire sarà la possibilità di competere per la vittoria, quella che, del resto, ha sempre accompagnato Josè Mourinho in ogni sua esperienza e che ancora oggi fa sembrare lontani i titoli di coda del film della sua carriera.