Oggi, 13 settembre 2021, festeggia i 50 anni Goran Ivanišević. L’ex tennista croato è stato uno dei più grandi interpreti di questo sport. Dotato di un servizio formidabile e molto spesso ingiocabile, ha inseguito per una vita sportiva il titolo del Grande Slam, per poi agguantarlo quando ormai non sembrava più possibile, all’alba del nuovo secolo, nel tempio del tennis per eccellenza: Wimbledon. In occasione del suo 50° compleanno, andiamo quindi a celebrare al meglio il campione croato ripercorrendone carriera e principali successi.

Gli esordi di Ivanišević nel tennis e i primi successi

Nato a Spalato il 13 settembre del 1971, Ivanišević nel tennis brucia le tappe irrompendo precocemente sulla scena a suon di successi. Entrato tra i professionisti già nel 1988 a soli 17 anni, festeggia la maggiore età qualificandosi al suo primo Slam in carriera: l’Australian Open. Alla sua prima esperienza a Melbourne tra i professionisti, il giovane tennista croato arriva sino ai quarti di finale.

Il mancino di Spalato ha un servizio micidiale che, molto spesso, gli consente di risolvere lo scambio in poco tempo. Il primo successo in carriera arriva due anni dopo l’esordio tra i pro, in Germania, in occasione della Mercedes Cup di Stoccarda. È il 22 luglio del 1990 quando sulla terra battuta tedesca supera in quattro set l’argentino Guillermo Pérez Roldán. Arriveranno diversi altri successi nei tornei ATP, ma per vederlo finalmente in una finale slam bisognerà attendere il 1992.

Il tabù Wimbledon e le finali perse

È il 6 luglio del 1992 quando Andre Agassi e Goran Ivanišević si affrontano sul centrale di Wimbledon per la finale dello slam londinese. Per entrambi i tennisti si tratta della prima finale sull’erba inglese. Ad avere la meglio è il campione statunitense che risolve l’incontro al termine di cinque tiratissimi set. Per Goran, uscito a testa altissima (la battuta di Ivanišević vale 39 ace solo in quella partita), è l’inizio di un tabù che verrà infranto solo all’inizio del nuovo secolo. Il tennista croato, infatti, tornerà ancora in finale a Wimbledon nel 1994 e nel 1998, perdendo in entrambe le occasioni contro Pete Sampras. Per stessa ammissione di Ivanišević, in molte partite, l’avversario peggiore del croato sembra essere Ivanišević stesso, capace di gettare al vento incontri praticamente già messi in cassaforte. Questa sua attitudine gli varrà il soprannome di “Cavallo pazzo”.

L’impresa di Goran Ivanišević a Wimbledon 2001

Ivanišević e Wimbledon si incontrano per un ultimo rendez-vous nel 2001. Il tennista croato, sceso ormai al 125esimo posto del ranking ATP, si avvia verso la conclusione della propria carriera e la speranza di conquistare il tanto agognato titolo Slam sembra ridotta al lumicino. Eppure, c’è qualcosa di diverso in quell’edizione di Wimbledon, una sorta di incantesimo di cui Goran prende sempre maggiore consapevolezza di partita in partita.

Entrato come Wild Card, Ivanišević si sbarazza agilmente dello svedese Jonsson al primo turno per poi eliminare in sequenza Moya, Roddick, Rusedski, Safin e l’idolo di casa, Tim Henman, in semifinale, al termine di cinque appassionanti set. L’ultimo atto del torneo sembra fatto apposta per la sceneggiatura di un film. Il campione croato vince il primo e il terzo set, ma cade al quarto contro il solido australiano Patrick Rafter, che trascina la partita al quinto. Qui i fantasmi del passato sembrano riaffiorare, ma questa volta Ivanišević è più forte anche delle proprie paure e si prende il titolo superando l’avversario per nove giochi a sette.

L’addio al tennis giocato: Ivanišević oggi

Dopo essersi ritirato dal tennis giocato, Ivanišević inizia una nuova carriera da allenatore. Nel 2013 diventa il coach di un altro croato: Marin Čilić. Goran Ivanišević nel 2014 lo guiderà fino al successo allo US Open. I due si separeranno nel luglio 2016 e ad agosto l’allenatore croato inizierà una nuova avventura professionale accanto a Tomáš Berdych. Dal 2018 al 2019 allena il tennista canadese Milos Raonic, mentre dal giugno di quello stesso anno entra a far parte dello staff di Novak Djokovic. La collaborazione dura tutt’oggi, sicuramente all’insegna di quel mantra che ha ispirato Ivanišević: non è mai troppo tardi per fare la storia.