Di Redazione William Hill News
16 Novembre 2019
La Coppa Davis e l’Italia fanno conoscenza per la prima volta nel 1922, sui campi in erba di Wimbledon, nel Regno Unito. È un incontro piuttosto freddo, in cui la scintilla non scocca subito, anzi. I risultati in Coppa Davis, infatti, stentano ad arrivare. Le vittorie sono poche e, per lo più, contro avversari non di prima fascia. Bisognerà aspettare gli anni ’60 per veder nascere l’età dell’oro del tennis italiano e il decennio successivo per alzare la prima e, ad oggi, unica Coppa Davis della nostra storia.
Dal 18 al 24 novembre l’Italia avrà un’altra chance per aggiornare il proprio palmarès, in occasione della Davis Cup 2019. L’impresa è di quelle quasi impossibili, ma la nostra Nazionale ci sarà, pronta a sovvertire un pronostico apparentemente già scritto. In attesa dell’esordio contro il Canada del 18 novembre, vediamo allora il percorso dell’Italia in Coppa Davis: dagli esordi ai primi successi, fino a oggi.
La storia dell’Italia in Coppa Davis: gli inizi degli anni d’oro del tennis azzurro
L’Italia del tennis si affaccia prepotentemente sulla scena internazionale agli albori degli anni ’60. La Nazionale azzurra, guidata da grandi tennisti come Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola, conquista due finali consecutive, nel 1960 e nel 1961. In entrambe le occasioni, solo l’Australia di uno dei più grandi campioni di questo sport, Rod Laver, impedisce all’Italia di sollevare la Coppa Davis. Pietrangeli, pur non portando a casa il trofeo, entrerà comunque nella storia della competizione. Le 164 partite da lui disputate in questo torneo, infatti, rappresentano ancora oggi un record che nessun tennista è riuscito a infrangere.
L’Italia in Coppa Davis: la vittoria nel 1976
A raccogliere l’eredità di Pietrangeli e Sirola ci pensa il fortissimo quartetto composto da Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli, che riusciranno a sollevare quel trofeo solo sfiorato dalla coppia precedente. Sono quattro le finali centrate in cinque anni dalla squadra azzurra: nel 1976, nel 1977, nel 1979 e nel 1980. La prima è quella buona, con l’Italia vittoriosa sul Cile nella celebre finale di Santiago, in scena dal 17 al 19 dicembre 1976.
Quella Nazionale non riuscirà più a replicare il successo, venendo battuta nelle finali successive per mano dell’Australia (1977), degli Stati Uniti (1979) e della Cecoslovacchia (1980). Per rivedere l’Italia di nuovo in finale bisognerà aspettare la squadra composta da Andrea Gaudenzi, Davide Sanguinetti, Gianluca Pozzi e Diego Nargiso, fermata solo dalla Svezia all’ultimo atto della Coppa Davis 1998, disputato al Forum di Milano.
L’Italia in Coppa Davis: la Nazionale azzurra oggi
Quella stessa squadra che nel 1998 aveva sfiorato la Coppa Davis, un anno e mezzo più tardi, saluterà la massima serie della competizione retrocedendo nel Gruppo 1. Per rivedere l’Italia di nuovo nel tennis dei grandi, bisognerà aspettare il 2011, quando Fognini, Bolelli, Bracciali e Starace avranno la meglio, ironia del destino, proprio sul Cile, nello spareggio promozione.
Dopo il ritorno nel gruppo principale, la semifinale del 2014 di Coppa Davis tra Italia e Svizzera rappresenta, ad oggi, il miglior risultato negli ultimi anni della nostra Nazionale, sconfitta in quell’occasione da Roger Federer e compagni. Nella scorsa edizione, invece, la corsa azzurra si è fermata ai quarti, nella partita tra Italia e Francia, e la Coppa Davis è di nuovo sfumata. Quest’anno gli ostacoli da superare si chiamano Canada e Stati Uniti. Non proprio gli avversari più morbidi che potessero capitare, ma sicuramente i migliori per capire se potranno essere gettate le basi di una nuova età dell’oro a tinte azzurre.
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