Di Redazione William Hill News
Aggiornato: 15 Gennaio 2020
Un viaggio attraverso sette Paesi diversi, dall’Europa agli Stati Uniti e ritorno, condito da trofei, gol e vittorie. La carriera di Ibrahimovic è stata, ed è ancora, una continua ricerca di stimoli, a caccia di nuovi record da infrangere e una nuova piazza da conquistare. All’alba del grande ritorno in rossonero condito già da un gol contro il Cagliari, ripercorriamo la carriera del campione svedese, riscoprendo quelle che sono state tutte le squadre di Ibrahimovic.
Ibrahimovic: dalle origini al passaggio all’Ajax
Nato a Malmö in Svezia, ma di origini slave, Ibrahimovic cresce nel sobborgo di Rosengård e comincia a prendere confidenza con il pallone già da giovanissimo con la maglia del Balkan. Che in lui ci sia qualcosa di speciale lo si capisce praticamente subito, visto che viene aggregato alla squadra formata da ragazzi di due anni più grandi di lui. A 13 anni viene ingaggiato dal club della sua città natale. Le sue prestazioni fanno rumore e arrivano alle orecchie della dirigenza dell’Ajax.
Nel 2001 il passaggio in una delle più importanti squadre olandesi si concretizza per una cifra vicina agli otto milioni di euro: Ibra diventa l’acquisto più costoso nella storia dei Lancieri. È sotto la guida di Ronald Koeman che Ibrahimovic si esprime al meglio cominciando a farsi conoscere anche oltre i confini nazionali. Con l’Ajax colleziona 110 presenze e 48 gol, quanto basta per convincere la Juventus a investire su di lui. E così Zlatan sbarca a Torino nell’estate del 2004.
Ibrahimovic alla Juventus
Ibrahimovic alla Juventus conosce una figura chiave nel suo percorso di crescita: Fabio Capello, che in carriera ha allenato un certo Van Basten e rivede in lui molte delle caratteristiche del grande attaccante olandese e, soprattutto, tanti margini di miglioramento. Sotto la guida dell’allenatore friulano Zlatan affina il suo talento e impara a giocare con e per un contesto di grandi campioni. La stima di don Fabio verso il talento svedese è tale da indurlo a sacrificare spesso una bandiera bianconera come Alessandro Del Piero sull’altare di questo fortunato sodalizio.
Ibra alla Juve vince due scudetti che verranno, però, tolti dalla bacheca bianconera in seguito alle sentenze di Calciopoli. Non solo, la Juventus pagherà anche con la retrocessione in Serie B, momento spartiacque nella carriera di Zlatan che decide di non seguire la Vecchia Signora nel campionato cadetto.
Dall’Inter fino al trasferimento di Ibrahimovic al Barcellona
La Serie A piace a Ibrahimovic e l’occasione di continuare ad esserne protagonista veste i panni nerazzurri dell’Inter. Così nell’estate del 2006 il lungo viaggio dello svedese prosegue per fare tappa a Milano. Qui Zlatan lavora con Roberto Mancini prima e Josè Mourinho poi. Con lo svedese in squadra lo scudetto diventa una costante. I nerazzurri, con lui, ne vincono tre consecutivi dal 2006 al 2009. Ma anche le strade dell’Inter e di Ibra si separano.
La voce che spinge Zlatan alla ricerca continua di nuovi stimoli si fa via via più insistente fino a trascinarlo a Barcellona: è il 27 luglio del 2009. Dopo un inizio incoraggiante in blaugrana, il rapporto di Ibrahimovic con l’allora allenatore del Barca Guardiola si incrina. Nel tiki taka di Pep non c’è spazio per lo svedese. La frattura è insanabile e dopo una sola stagione, in cui comunque segna 22 gol in 46 presenze vincendo campionato spagnolo, due Supercoppe di Spagna, una Supercoppa Uefa e un Mondiale per club, Ibrahimovic lascia Barcellona per fare ritorno a Milano. Questa volta sulla sponda rossonera del Naviglio.
La prima era di Ibra al Milan
Ibra al Milan continua ad avere il suo tocco magico e riporta lo scudetto in rossonero già al primo anno dopo il lungo dominio dei cugini interisti. A guidare quella armata di cui Zlatan è primo generale c’è Massimiliano Allegri.
Nel 2011 il Milan vincerà anche una Supercoppa italiana. Sarà poi la Juventus di Conte a interrompere l’incredibile striscia consecutiva di campionati nazionali vinti da Ibra, scucendo dal suo petto il tricolore nel 2012. Il tempo di Zlatan al Milan è finito e il suo futuro parla ormai francese.
Ibra dal Psg a Los Angeles, passando per Manchester
Tra le tante squadre dove ha giocato Ibrahimovic ci sono anche un club francese, uno britannico e uno americano. Nella capitale francese il campione di Malmö ricomincia a mettere trofei in bacheca. Ibra al PSG conquista quattro campionati (2013, 2014, 2015 e 2016), tre Supercoppe (2013, 2014 e 2015), tre Coppe di Lega (2014, 2015 e 2016) e due Coppe di Francia (2015 e 2016).
Con questo bottino e uno score incredibile di 156 gol in 180 partite, Ibrahimovic si congeda da Parigi per approdare a Manchester sponda United nel luglio del 2016. In Inghilterra, dove ritrova Mourinho, Zlatan stupisce ancora tutti. Non tanto per gli ennesimi trofei messi in bacheca (1 Community Shield, 1 Coppa di Lega inglese e l’Europa League), ma per la capacità di riprendersi con una rapidità sorprendente da un grave infortunio: la rottura del crociato a 36 anni. E così Ibrahimovic allo United si rimette in piedi, per inseguire un nuovo stimolo a stelle e strisce.
Il 23 marzo 2018 il campione svedese approda a Los Angeles a caccia del suo sogno americano nella Major Soccer League. Con 53 gol in 58 presenze diventerà il terzo marcatore più prolifico nella storia dei Galaxy. Al termine dell’esperienza americana le ipotesi sul suo futuro si sono moltiplicate, ma lui ha continuato a seguire quella voce che da Malmö non gli ha mai concesso di fermarsi e il ritorno al Milan è la prova che non ha ancora smesso di ascoltarla. Ibra torna al Milan a quasi dieci anni di distanza dal primo approdo e sia per lui che per i rossoneri forse sta iniziando una nuova era, la seconda firmata Zlatan.
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