Il calcio americano è salito progressivamente alla ribalta internazionale, in particolare nell’ultimo decennio, grazie soprattutto ai grandi giocatori che hanno deciso di chiudere la carriera o trascorrere una parte di essa nella Major League Soccer. L’aumento del tasso di talento del torneo ha dato visibilità mediatica e attirato sponsor, spingendo anche altri atleti verso il campionato a stelle e strisce. Dalla storia ai suoi protagonisti, andiamo allora a scoprire l’evoluzione del calcio americano, dalla fondazione della Mls del soccer all’inizio degli anni ’90 fino ad oggi.

Campionato americano di calcio: la storia

È il 1993: da lì a un anno gli Stati Uniti ospiteranno i campionati mondiali di calcio. La rassegna iridata, però, è stata assegnata dalla Fifa ad una condizione: gli americani dovranno organizzare anche un campionato professionistico per club. In quel momento un vero e proprio torneo di questo tipo non esiste ancora.

La vecchia Lega, la North American Soccer League (Nasl), è fallita nel 1984 e da allora nessuna organizzazione successiva è stata più riconosciuta dalla federazione statunitense. Almeno fino al 17 dicembre 1993 quando viene annunciata ufficialmente la Major League Soccer, il nuovo campionato americano di calcio che partirà con la prima edizione nel 1996. Per evitare i problemi economici costati la sopravvivenza alla Nasl, la Mls stabilisce subito un salary cap, ovvero un tetto massimo di spesa per gli ingaggi dei giocatori. Per il calcio negli USA è l’alba di un nuovo giorno.

Gli anni della svolta del calcio USA

L’interesse per la novità ha vita breve e presto le azioni della Major League Soccer, anche agli occhi dei più appassionati nel Paese, calano di parecchio. Serve la scossa per ripartire. Ne arrivano due: nel 2002 gli Stati Uniti fanno un figurone ai campionati mondiali in Corea e Giappone. La corsa della Nazionale a stelle e strisce si ferma ai quarti e solo contro i futuri campioni della Germania.

Quanto basta per riaccendere l’interesse di appassionati e non. Nel 2007, poi, viene introdotta una deroga al salary cap che, di fatto, apre la stagione dei grandi campioni, che approdano in Mls. Il capostipite di questa generazione è David Beckham, ingaggiato proprio nel 2007 dai Los Angeles Galaxy. Il calciatore inglese porta con sé sponsor e grande visibilità mediatica: due ingredienti fondamentali per riportare alla ribalta il campionato americano.

Gli altri grandi campioni della Major League Soccer

La colonia inglese negli States si allargherà ulteriormente nel 2015 quando arriveranno Frank Lampard (New York City), Steven Gerrard (Los Angeles Galaxy) e Shaun Wright Phillips (New York Red Bulls). Nel 2018 si è aggiunto Wayne Rooney che ancora oggi sta facendo le fortune del DC United, il club della capitale Washington.

Le squadre della Mls in questi anni hanno parlato anche italiano da Andrea Pirlo ad Alessandro Nesta, passando per Marco Di Vaio e Bernardo Corradi. Ma chi più di tutti ha instaurato un feeling speciale con la Major League Soccer è stato Sebastian Giovinco. La “Formica atomica” ha indossato la maglia di Toronto dal 2015 al 2019 diventando il marcatore più prolifico della storia del club con 83 gol in 142 presenze.

Nell’ultimo anno e mezzo, invece, la MLS ha fatto rima con Zlatan Ibrahimovic, approdato nel 2018 a Los Angeles, come Beckham sponda Galaxy, il club ad oggi più titolato tra le squadre di Mls con 5 campionati in bacheca. E anche se Ibrahimovic si è congedato lo scorso novembre con uno score impressionante 53 gol in 58 partite, il calcio negli USA non si ferma ed è pronto ad accogliere altri campioni a caccia del loro american dream.