Dagli esordi in panchina fino alla più recente esperienza a Torino, passando per gli anni d’oro di Napoli e le parentesi in chiaroscuro all’Inter e in Premier, ripercorriamo la storia di Walter Mazzarri e delle squadre allenate dal tecnico livornese in oltre 20 anni di carriera da allenatore.

Dal “miracolo” Reggina alla finale di Coppa Italia con la Sampdoria

La carriera da allenatore di Mazzarri comincia sotto la guida di un maestro come Renzo Ulivieri. Siamo alla fine degli anni Novanta e all’epoca il tecnico di San Vincenzo è ancora sprovvisto dell’abilitazione da professionista. Per questa ragione Mazzarri lavora inizialmente come assistente di Ulivieri a Bologna, sulla panchina della Primavera dal 1996 al 1998 e a Napoli, per la stagione 1998-1999.

Sarà proprio la Primavera del Bologna ad affidargli il primo incarico ufficiale nel 1999. Dopo le esperienze all’Acireale, Pistoiese e nella sua Livorno, la consacrazione arriva sulla panchina della Reggina, sulla quale siede dal 2004 al 2007. In particolare, è la stagione 2006-2007 che lo farà entrare di diritto nella storia del club calabrese. Quell’anno, infatti, in seguito a Calciopoli gli amaranto vengono penalizzati di 15 punti in campionato. Nonostante questo la Reggina di Mazzarri non solo riuscirà a mantenere la Serie A, ma riuscirà a conquistare una storica qualificazione in Intertoto. L’impresa a Reggio Calabria gli vale la chiamata della Sampdoria. Nella Genova blucerchiata Mazzarri trascorre due stagioni, conquistando la qualificazione in Coppa Uefa al primo anno e centrando al secondo la finale di Coppa Italia, persa solo ai rigori contro la Lazio.

Gli anni d’oro di Mazzarri da allenatore del Napoli

L’esperienza all’ombra del Vesuvio sulla panchina del Napoli è, ad oggi, la migliore sia in termini di vittorie che di prestazioni nella carriera da allenatore di Walter Mazzarri. Il fortunato sodalizio con gli azzurri dura lo spazio di quasi quattro anni nei quali arrivano una Coppa Italia, primo trofeo dell’era De Laurentiis e la prima storica partecipazione in Champions League dai tempi di Maradona, quando ancora il torneo si chiamava Coppa dei Campioni.

Mazzarri subentra a stagione in corso, a ottobre 2009, per prendere il posto dell’esonerato Roberto Donadoni. La scintilla con la piazza scatta subito, soprattutto grazie all’iniziale serie di risultati positivi che risolleva una squadra pericolosamente invischiata nelle sabbie mobili della zona retrocessione. È in questi anni che diventa famoso il gesto di Mazzarri dell’orologio, un gesto che aveva il duplice scopo di invitare l’arbitro a limitare le perdite di tempo avversarie, ma anche quello di dare una scossa psicologica alla propria squadra.

Nella stagione 2010-2011, grazie al terzo posto in campionato, il Napoli di Mazzarri ritorna nell’Europa che conta. L’anno seguente risolleva un trofeo a distanza di 22 anni dall’ultimo titolo messo in bacheca. Si tratta della Coppa Italia conquistata il 20 maggio del 2012, battendo in finale la Juventus di Conte che prima di quella partita non aveva ancora conosciuto la sconfitta in stagione. L’avventura di Mazzarri da allenatore del Napoli si concluderà al termine della stagione 2012-2013, quando il tecnico di San Vincenzo si congederà da vice-campione d’Italia, alle spalle della Juventus.

Le sfortunate esperienze di Mazzarri all’Inter e in Premier League

Poco dopo il divorzio con il Napoli, si concretizza invece il matrimonio tra Mazzarri e l’Inter. Il nuovo capitolo della carriera dell’allenatore toscano inizia sulla sponda nerazzurra del Naviglio. Sarà un’esperienza in chiaroscuro, al di sotto delle aspettative della società, ma molto probabilmente anche di quelle dell’allenatore stesso. Durante l’anno e mezzo milanese Mazzarri conduce l’Inter al quinto posto alla prima stagione, mentre nella seconda il trend negativo del club porta la società a infliggere al tecnico toscano il primo esonero della sua carriera il 14 novembre del 2014.

Dopo due stagioni senza panchine, il viaggio di Mazzarri riparte dal Watford in Premier League, un’esperienza che durerà appena un anno. Al termine dell’annata 2016-2017, dopo aver raggiunto l’obiettivo minimo della salvezza, la società inglese e l’allenatore interromperanno consensualmente il rapporto. Ci vorrà un altro anno e mezzo per vedere Mazzarri di nuovo alla guida di una squadra.

Il ritorno in Italia: Mazzarri al Torino

È il gennaio del 2018 quando, in seguito all’esonero di Sinisa Mihajlovic, nasce il Torino di Mazzarri. Il nuovo allenatore granata chiude la stagione portando la squadra al nono posto e facendo quattro punti in più rispetto al suo predecessore.

Va meglio al secondo anno, in cui Mazzarri può lavorare con la squadra sin dall’inizio. Il Toro arriva settimo, ma fino a tre giornate dal termine coltiva ambizioni Champions. Complice l’esclusione del Milan dall’Europa League per violazione del fair play finanziario, il Torino verrà ripescato e si prenderà comunque il suo posto in Europa.

Le cose iniziano subito male nella stagione attualmente in corso con l’eliminazione ai preliminari d’Europa League per mano degli inglesi del Wolverhampton. Il campionato prosegue con più ombre che luci fino allo scorso 4 febbraio, quando la sconfitta interna per 7 a 0 contro l’Atalanta prima e il poker subito a Lecce poi costano la panchina al tecnico. Il Torino al momento è dunque l’ultima delle squadre allenate da Walter Mazzarri: adesso per lui si apre dunque una nuova fase della carriera e non resta che attendere per scoprire quale sarà lo scenario.