Il 13 novembre compie 77 anni uno degli eroi della “partita del secolo”, Italia-Germania 4-3 del 17 giugno 1970: il bomber Roberto Boninsegna. Capocannoniere della Serie A per due anni di fila, l’ex attaccante mantovano ha fatto le fortune di diversi club, su tutti Cagliari, Inter e Juventus. In occasione del suo compleanno, andiamo allora a ripercorrerne la carriera e i successi: dagli inizi nelle giovanili dell’Inter all’affermazione nazionale e internazionale.

Gli inizi di Boninsegna come calciatore

Nato a Mantova il 13 novembre del 1943, Boninsegna cresce nel vivaio dell’Inter nei primi anni Sessanta. Il “mago” Helenio Herrera, però, ritiene che sia troppo presto per fargli fare il salto in prima squadra, così la società nerazzurra decide di mandarlo a farsi le ossa altrove e nel 1963 Boninsegna approda a Prato in Serie B. In Toscana rimarrà per una stagione prima di trasferirsi a Potenza, quindi a Varese nel 1965, per accasarsi, infine, a Cagliari un anno più tardi.

È proprio in Sardegna che la carriera del giovane attaccante inizia a prendere quota. Al Cagliari, in coppia con Gigi Riva, forma un duo offensivo che ha pochi rivali non solo in Italia. Dopo aver collezionato 83 presenze condite da 23 reti, nell’estate nel 1969 Boninsegna e l’Inter si ritrovano. Per riacquistare l’attaccante cresciuto nel suo vivaio, la società nerazzurra deve sborsare 600 milioni di lire.

Gli anni d’oro di Boninsegna all’Inter

La carriera di Boninsegna vive, sulla sponda nerazzurra del Naviglio, uno dei periodi più brillanti. Vince per due anni consecutivi, nel 1971 e nel 1972, il titolo di capocannoniere della Serie A. Arricchisce la propria bacheca con il primo scudetto della sua carriera al termine della stagione 1970-1971 e raggiunge nel 1972 la finale di Coppa dei Campioni, dove solo il grande Ajax di Cruijff riesce ad avere la meglio sull’Inter per 2-0. Chiuderà la sua esperienza a Milano con uno score di 171 gol in 281 presenze tra Serie A e coppe. “Bonimba”, così come era soprannominato dal giornalista Gianni Brera, detiene ancora ad oggi la striscia più lunga di rigori consecutivi realizzati: un totale di 19 penalty trasformati.

Boninsegna in Nazionale e la partita del secolo

Risale, invece, al triennio di Cagliari la prima convocazione di Boninsegna in Nazionale. È il 1967 quando veste l’azzurro dell’Italia e tre anni più tardi parteciperà alla spedizione in Messico per i Mondiali. Farà parte dell’11 titolare nella storica semifinale contro la Germania, definita la “partita del secolo”. Contro i tedeschi Boninsegna sblocca l’incontro dopo appena otto minuti. L’Italia, raggiunta al 90’ da Schnellinger, avrà la meglio al termine dei tempi supplementari grazie al gol del definitivo 4 a 3 di Gianni Rivera servito proprio da Boninsegna, il quale segnerà anche nella finale contro il Brasile il momentaneo 1 a 1, ma non basterà ad arginare la freschezza e lo strapotere della Nazionale di Pelè, campione del mondo al triplice fischio. Boninsegna si congederà dalla maglia azzurra con un bottino di 22 presenze e 9 gol.

I tre anni di Boninsegna alla Juventus

Nell’estate del 1976, in seguito a uno scambio con Pietro Anastasi, Roberto Boninsegna lascia dopo sette anni l’Inter e firma per la Juventus. È un trasferimento che fa scalpore e lascia increduli in particolare i tifosi nerazzurri, che vedono una loro bandiera passare ai rivali storici. Anche all’ombra della Mole, comunque, l’attaccante mantovano si distinguerà in positivo, vivendo una sorta di seconda giovinezza al fianco di Roberto Bettega, con cui formerà una coppia d’attacco davvero ben assortita. Con la Vecchia Signora, infatti, vincerà due scudetti, altrettante Coppe Italia e una Coppa Uefa, realizzando 35 reti in 94 presenze nelle tre stagioni in bianconero.

Boninsegna chiuderà, in seguito, la carriera professionistica a Verona in Serie B, giocando infine un’ultima annata in Serie D, nella stagione 1980-1981 con la Viadanese, club di provincia della sua Mantova. La sua classe e la sua atleticità nelle acrobazie in area sono diventate un cult nella storia del calcio italiano e il ricordo delle sue giocate rivive anche al cinema col film “Radiofreccia” di Luciano Ligabue, in cui Stefano Accorsi pronuncia queste parole: “Credo nelle rovesciate di Bonimba…“. Oggi è il giorno in cui celebrare e ricordare ancora una volta questo lungo e straordinario percorso con gli auguri ad uno degli eroi della “partita del secolo”.