Di Redazione William Hill News
Aggiornato: 18 Gennaio 2022
Oggi, 19 gennaio, Mauro Tassotti compie 62 anni. L’ex calciatore del Milan e della Nazionale, una volta appese le scarpette al chiodo, ha iniziato una nuova carriera da allenatore nel ruolo di vice, a partire proprio dal Milan, per poi trasferirsi in Ucraina sulla panchina della Nazionale come secondo di un altro idolo rossonero: Andriy Shevchenko. I due hanno da poco interrotto il rapporto di lavoro con il Genoa a causa di un rendimento al di sotto delle aspettative della squadra rossoblù. Andiamo allora a ripercorrere la carriera e i successi di Mauro Tassotti in occasione del suo62° compleanno.
Gli esordi di Mauro Tassotti alla Lazio
Tassotti cresce calcisticamente nelle giovanili della Lazio dove milita per due anni, dal 1976 al 1978, prima di fare il suo esordio tra i professionisti, sempre con la maglia biancoceleste. L’esordio assoluto è datato 5 novembre 1978 nella partita contro l’Ascoli. A farlo debuttare è l’allenatore Roberto Lovati: Tassotti ha solo 18 anni. Con la Lazio in prima squadra giocherà per due stagioni collezionando un totale di 46 presenze tra campionato e Coppa Italia.
Tassotti al Milan: carriera e successi in rossonero
Nell’estate del 1980 Tassotti si trasferisce a Milano per indossare la maglia del Diavolo che in quella stagione milita in Serie B a causa della retrocessione dovuta allo scandalo calcioscommesse. Il giovane calciatore nato a Roma sarà uno dei perni sui quali la società rossonera costruirà la propria risalita. In 17 anni di Milan, Tassotti vince cinque scudetti, quattro Supercoppe italiane, tre Champions League, tre Supercoppe Uefa e due Coppe Intercontinentali. Il bilancio personale, invece, è di 581 presenze tra campionato e coppe, condite anche da dieci gol e 35 assist. Il difensore rossonero lascerà il Milan e il calcio nel 1997, all’età di 37 anni.
Tassotti in Nazionale
Dopo alcune presenze con la Nazionale Under 21 e la selezione olimpica, Tassotti fa il suo esordio in Nazionale maggiore, quando ha già 32 anni, il 14 ottobre del 1992 contro la Svizzera diventando il più anziano debuttante in azzurro. Sarà Emiliano Moretti a infrangere il suo record nel 2014 esordendo con l’Italia a 33 anni e 5 mesi.
L’esperienza azzurra è segnata da un episodio controverso: quello con protagonisti Tassotti e Luis Enrique. Ai quarti di finale dei Mondiali di USA ’94 contro la Spagna, infatti, Tassotti rifila una gomitata al calciatore spagnolo in area di rigore. L’Italia vince 2 a 1 e l’episodio non viene rilevato dalla terna arbitrale. In seguito, però, con la prova tv Tassotti subirà una squalifica di otto turni e dovrà dire addio al Mondiale. L’esperienza azzurra del difensore del Milan si chiuderà con appena sette presenze in Nazionale maggiore.
Tassotti allenatore: la carriera in panchina da vice
Mauro Tassotti, dopo l’addio al calcio giocato, ricomincia una nuova avventura in panchina da dove aveva concluso quella in campo. Dal 1997 al 2001, infatti, allena la Primavera del Milan arricchendo il proprio palmarès con la vittoria di due tornei Viareggio. Dopodiché, inizierà la nuova esperienza da vice sulla panchina della prima squadra che durerà fino al 2015. Subentra in un primo momento ad Alberto Zaccheroni, lavorando con Cesare Maldini, mentre in seguito sarà il secondo di Ancelotti, con il quale vincerà uno scudetto, una Coppa e una Supercoppa italiane, due Champions League e altrettante Supercoppe UEFA.
Ricoprirà lo stesso ruolo anche con il nuovo allenatore Leonardo, dal 2009 al 2010. Con Allegri tornerà a vincere lo scudetto nel 2011. Chiuderà la sua esperienza in rossonero nell’estate del 2015 con l’approdo sulla panchina del Diavolo di Sinisa Mihajlovic. In seguito lavorerà ancora per il Milan, ma da osservatore; poi nel 2016 volerà in Ucraina per fare il secondo di Shevchenko sulla panchina della Nazionale. I due hanno proseguito la loro collaborazione sulla panchina del Genoa: la società rossoblù, però, li ha sollevati dall’incarico in seguito alla sconfitta in Coppa Italia contro quel Milan che ha reso grandi entrambi, venendo contraccambiato con i migliori anni sportivi di due professionisti che hanno scritto il loro nome a caratteri cubitali nella storia del Diavolo.
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