Pallone d’oro nel 2004 e secondo marcatore più prolifico nella storia del Milan, Andriy Shevchenko compie oggi, 29 settembre, 44 anni. L’attaccante ucraino è approdato in Italia nel 1999 e per sette stagioni ha fatto le fortune dei rossoneri vincendo con il Diavolo cinque titoli in sette anni. Celebriamo allora il compleanno di Shevchenko, ripercorrendone carriera, record e successi: dagli esordi a Kiev fino alla nuova avventura da Commissario Tecnico della nazionale ucraina.

Dall’esordio a Kiev al passaggio di Shevchenko al Milan

È il 1986 quando Andriy Shevchenko entra nelle giovanili della Dinamo Kiev: non ha nemmeno dieci anni. Dopo aver lasciato la sua città natale insieme alla famiglia, è di nuovo costretto a trasferirsi fuori città, lungo la costa, perché la capitale ucraina è troppo vicina a Chernobyl, dove si è consumato uno dei più gravi incidenti nucleari della storia.

La gavetta con il club più blasonato del Paese dura a lungo e Shevchenko entrerà in prima squadra solo nel 1994. Il suo talento, però, ci mette poco ad esplodere e ben presto, sotto la guida del colonnello Valery Lobanovskyi, comincerà a fare gola ai club di mezza Europa. Con la Dinamo Kiev Sheva vince cinque campionati, tre Coppe d’Ucraina e tre Coppe dei Campioni della Csi, competizione nata dopo la caduta dell’Unione Sovietica, alla quale prendevano parte i club vincitori dei tornei delle ex Repubbliche Sovietiche e delle Repubbliche Baltiche. Nel maggio del 1999 arriva la chiamata del Milan: è l’alba di un ciclo di grandi successi sia per il calciatore che per il club rossonero.

Shevchenko e il Pallone d’oro del 2004

Abituato alle massacranti sessioni di Lobanovskyi a Kiev, Shevchenko al Milan si distingue subito in allenamento per l’eccezionale resistenza fisica. Non è raro vederlo fermarsi ancora al campo dopo le canoniche due ore e mezza di seduta con i compagni. In partita, l’attaccante ucraino è ancora meglio. Velocità, senso del gol, potenza e grande abnegazione: è un attaccante moderno e completo.

Ma per Shevchenko è il 2003 l’anno della consacrazione, quello dei primi titoli in rossonero: una Coppa Italia, ma soprattutto la Champions League sollevata all’Old Trafford di Manchester al termine della finale tra il suo Milan e la Juve,in cui Shevchenko sigla il penalty decisivo nella lotteria dei rigori. Dopo altri tre titoli di squadra – una Supercoppa Uefa, uno scudetto e una Supercoppa italiana – Shevchenko conquista anche un grande traguardo personale: il Pallone d’oro del 2004. Il prestigioso riconoscimento individuale si va ad aggiungere agli altri due vinti dal campione ucraino agli Oscar del calcio dell’Associazione italiana calciatori: miglior straniero del 2000 e miglior gol del 2004. Ad oggi, con 175 gol realizzati in 322 presenze, Sheva è il secondo miglior marcatore nella storia del Milan dopo Gunnar Nordahl (213 reti in 262 presenze).

Il ritorno a Kiev e la nuova carriera di Shevchenko da allenatore

L’esperienza di Andriy Shevchenko al Milan si chiude nel 2006. L’attaccante, in realtà, tornerà in rossonero per una brevissima e neanche troppo fortunata parentesi nella stagione 2008-2009. Nel mezzo ci sono due anni di matrimonio tra Shevchenko e il Chelsea: a Londra l’attaccante ucraino colleziona 77 presenze condite da 22 gol.

Nel 2009 tornerà nella sua Kiev, per chiudere la carriera nel club che lo ha lanciato e fatto conoscere al mondo. Appenderà le scarpette al chiodo tre anni più tardi. Dopo aver rifiutato, proprio nel 2012, il ruolo di commissario tecnico della Nazionale ritenendolo prematuro, entrerà nello staff dell’Ucraina nel 2016 per poi guadagnarsi, in quello stesso anno, i gradi di Ct. Da calciatore Shevchenko è stato nel giro della Nazionale dal 1995 al 2012, collezionando 48 gol in 111 presenze. Oggi siede in panchina, con l’obiettivo di replicare, anche se in una veste diversa, i grandi successi ottenuti sul campo.