Oggi 31 ottobre spegne 56 candeline il cigno di Utrecht, Marco Van Basten. Arrivato in Italia sulla sponda rossonera del Naviglio nel 1987, ha scritto alcune delle pagine più belle della nostra Serie A, nonostante i problemi alle caviglie che lo hanno costretto ad un ritiro prematuro dal calcio giocato. In occasione del suo compleanno, ripercorriamo la straordinaria carriera dell’ex attaccante rossonero, a partire dagli esordi con l’Ajax fino alla nuova vita da allenatore.

La nascita del cigno di Utrecht

Marco Van Basten ha appena sei anni quando inizia a giocare a calcio. Il padre Joop, ex campione degli anni Cinquanta, lo affida alle giovanili della sua città natale, l’Utrecht. A 12 anni comincia la corsa delle big d’Olanda per assicurarsi quel ragazzino che già fa intravedere il suo talento. Il primo a provarci è il Feyenoord, ma senza successo perché il cigno di Utrecht sceglie l’Ajax della leggenda e suo idolo Johan Cruijff.

Ad Amsterdam Van Basten sboccia definitivamente. E lo si capisce già dall’esordio, che sembra fatto apposta per la sceneggiatura di un film. Il giovane attaccante subentra proprio a Cruijff e segna il suo primo gol con i Lancieri nella partita contro il Nec Nijmegen. Dopo la rete del debutto, Van Basten andrà in gol altre 151 volte nelle 170 presenze tra campionato e coppe con la maglia dell’Ajax. Ad Amsterdam arricchirà anche il suo palmarès con i primi titoli in carriera: tre campionati olandesi, altrettante coppe nazionali e, a livello internazionale, una Coppa delle Coppe nell’87. Nell’estate del 1987, dopo sei stagioni con i Lancieri, si concretizza il sodalizio tra Van Basten e il Milan e sarà un matrimonio lungo otto anni e ricco di successi per entrambe le parti.

Il Milan di Van Basten

La stagione d’esordio di Van Basten al Milan è subito ricca di successi. Arrivano, infatti, una Supercoppa italiana e uno scudetto con i rossoneri, oltre al campionato europeo vinto con la sua Olanda in Germania nell’estate del 1988. Tutto questo nonostante l’infortunio di Van Basten alla caviglia e il conseguente intervento chirurgico che lo costringe ad uno stop di ben sei mesi.

Ecco perché non è sorprendente che quell’anno vada proprio a Van Basten il Pallone d’oro, primo dei tre riconoscimenti di France Football finiti nella bacheca dell’attaccante olandese nel corso della sua carriera. Con il Diavolo Van Basten vince praticamente tutto: dopo lo scudetto e la Supercoppa nella stagione del debutto, arriveranno altri tre tricolori consecutivi tra il 1991 e il 1994, altrettante Supercoppe negli stessi anni, tre Coppe dei Campioni, due Supercoppe Uefa e due Coppe Intercontinentali. Dietro questa stagione di successi c’è soprattutto il trio degli olandesi del Milan, formato da Rijkaard, Gullit e Van Basten, lo stesso trio protagonista della vittoria continentale dei Paesi Bassi nel 1988 in Germania.

I numeri e i gol più belli di Van Basten

Tra l’esperienza all’Ajax e quella al Milan, Van Basten ha realizzato un totale di 277 gol in 372 partite, 125 dei quali in rossonero e 152 con i lancieri. Non male nemmeno lo score con la Nazionale con cui è andato a segno 24 volte in 58 incontri disputati. Ma oltre alla quantità, è anche e soprattutto la bellezza di alcune sue realizzazioni ed essere entrata di diritto nella storia del calcio.

Tra i gol più belli di Van Basten c’è sicuramente quello siglato con la maglia dell’Ajax contro il Den Bosch il 9 novembre 1986. In quell’occasione, Van Basten in rovesciata piazza all’incrocio un cross senza troppe pretese di Wouters. Indimenticabile, poi, la rete segnata con la Nazionale olandese all’Unione Sovietica nella finale dell’Europeo tedesco del 1988. L’Olanda è avanti 1 a 0 quando, al nono minuto della ripresa, Arnold Mühren fa partire uno spiovente dalla fascia sinistra. Così come quello di Wouters due anni prima, anche questo cross non sembra possa creare problemi alla difesa avversaria, ma a riceverlo c’è il Cigno di Utrecht e quindi tutto è possibile. Succede quindi che, da posizione impossibile, molto defilata all’interno dell’area, Van Basten faccia partire un destro al volo micidiale che conclude la sua corsa nel sette opposto a quello difeso dal portiere russo Dasaev. È il 2 a 0 che stende l’Urss e regala la Coppa all’Olanda.

E per finire, non può mancare una delle ultime perle regalate al calcio con la maglia del Milan. Il 25 novembre del 1992 un ciclone olandese si abbatte a San Siro sul mal capitato Goteborg, in una gara di Coppa dei Campioni. Van Basten realizza tutti e quattro i gol del poker inflitto agli svedesi, uno dei quali siglato ancora in rovesciata, sintesi perfetta del suo straordinario talento tecnico e atletico.

L’addio al calcio di Van Basten

La convivenza con i problemi alle caviglie diventa per Marco Van Basten sempre più difficile. E dopo l’ennesimo infortunio e l’ennesimo intervento chirurgico, non può far altro che alzare bandiera bianca. È il 17 agosto del 1995 quando a soli 30 anni il campione olandese annuncia il suo ritiro. Per i tifosi del Milan, ma in generale per tutti gli appassionati di calcio, è una pugnalata. Van Basten ripartirà otto anni più tardi dalla panchina, alla guida della squadra B di quell’Ajax che oltre 20 anni prima lo faceva conoscere al mondo. Eletto “attaccante milanista del secolo” nel dicembre del 1999, in occasione del centenario del Milan, oggi il Cigno di Utrecht festeggia i suoi 56 anni: l’occasione migliore per celebrare, ancora una volta, la sua leggenda.