Pallone d’oro nel 2003 e trascinatore in campo della Lazio prima e della Juventus poi, il 30 agosto festeggia il compleanno Pavel Nedved, oggi dirigente bianconero. In occasione dei suoi 48 anni, andiamo a ripercorrere la carriera del campione della Repubblica Ceca, dagli esordi sul rettangolo verde fino all’approdo in Serie A, a Roma sponda biancoceleste prima e poi a Torino con la maglia della Vecchia Signora.

Dagli esordi in Repubblica Ceca fino all’esperienza di Pavel Nedved alla Lazio

Pavel Nedved comincia a giocare a calcio quando ancora Repubblica Ceca e Slovacchia sono una cosa sola. Indossa la maglia del Tatran Skalná, la squadra della città in cui ha trascorso l’infanzia, ad appena cinque anni, nel 1977. Dopo la lunga trafila delle giovanili fa il suo esordio tra i professionisti con il Dukla Praga per poi passare al più blasonato Sparta con cui vincerà tre titoli nazionali: un campionato cecoslovacco nel 1993 e due campionati nella neonata Repubblica Ceca, nel 1994 e nel 1995.

Nel 1996 si mette in mostra con la sua Nazionale ai campionati europei in scena in Inghilterra, dove arriva secondo, battuto solo in finale dalla Germania. Il suo talento, però, non passa inosservato e nell’estate di quello stesso anno si concretizzerà il matrimonio tra Pavel Nedved e la Lazio. Nel corso degli anni sulla sponda biancoceleste del Tevere, il campione ceco diventa uno dei simboli principali della Lazio vincente dell’era Cragnotti. Con il club capitolino si cucirà sul petto lo storico scudetto del 2000, conquisterà due Coppe Italia, altrettante Supercoppe, una Coppa delle Coppe e la Supercoppa Uefa del 1999 contro il fortissimo Manchester United campione d’Europa guidato da Sir Alex Ferguson in panchina. Nedved chiuderà la sua esperienza alla Lazio nel 2001, con un bilancio totale di 201 presenze condite da 51 gol e 11 assist.

Nedved alla Juventus: dagli scudetti alla retrocessione in B

Pavel Nedved alla Juventus approda nell’estate del 2001 per la cifra di 75 miliardi di lire. La Vecchia Signora piazza questo colpo anche per rimpiazzare Zidane con Nedved. I due calciatori sono totalmente diversi, ma la società deve mandare con il mercato un messaggio di forza e ambizione riempiendo un vuoto pesante con un talento altrettanto affermato.

Nella sua stagione d’esordio, schierato alle spalle di Trezeguet e Del Piero, vince lo scudetto in seguito all’incredibile rimonta sull’Inter culminata nel sorpasso definitivo del 5 maggio 2002 all’ultima giornata. L’anno successivo è protagonista in Champions League, ma è costretto a saltare la finale poi persa ai rigori contro il Milan a causa della squalifica rimediata in semifinale contro il Real Madrid.

Tuttavia, le prestazioni offerte nella più prestigiosa manifestazione continentale per club valgono comunque a Pavel Nedved il Pallone d’oro sollevato alla fine del 2003 insieme alla Supercoppa italiana conquistata proprio ai calci di rigore contro il Milan in una sorta di rivincita della finale dell’Old Trafford di Manchester. Ma la consacrazione definitiva del campione ceco a bandiera della Juventus si consumerà nell’estate del 2006 quando accetterà di rimanere alla Vecchia Signora nonostante la retrocessione d’ufficio in Serie B in seguito ai fatti di Calciopoli.

La rinascita e il nuovo ruolo da dirigente

Dopo aver contribuito a riportare nel giro di appena un anno la Juventus in massima serie, Nedved da calciatore chiuderà la carriera con la maglia bianconera nel 2009. Il caso vuole che la sua ultima partita da professionista la giochi il 31 maggio proprio contro quella Lazio che lo ha lanciato in Serie A. Nedved è autore dell’assist trasformato nel 2 a 0 finale da Vincenzo Iaquinta ed esce prima della fine del match tra la standing ovation del pubblico bianconero.

Quello, però, non è un addio alla Signora perché il 27 ottobre del 2010 Nedved alla Juve verrà nominato ufficialmente membro del board della società. Cinque anni più tardi verrà eletto vice-presidente della Juventus, ruolo che ricopre tutt’oggi. Da dirigente bianconero ha assistito alla rinascita del club con la costruzione del nuovo stadio e l’alba del monopolio nazionale. Oggi Nedved compie 48 anni e il desiderio, soffiando sulle candeline, potrebbe assumere la forma di quella Champions League che insegue da una vita sportiva e che rappresenterebbe la migliore ciliegina sulla sua torta.