Di Redazione William Hill News
Aggiornato: 19 Febbraio 2022
Oggi, 19 febbraio, compie 45 anni l’ex campione azzurro Gianluca Zambrotta. Il calciatore nato a Como nel 1977 ha vestito, tra le altre, le maglie di Juventus, Milan e, in mezzo, quella del Barcellona, salendo sul tetto nel mondo con la Nazionale italiana nel 2006 a Berlino. In occasione del suo 45° compleanno, andiamo a celebrarlo al meglio, ripercorrendone le tappe della carriera e i principali successi sul rettangolo verde, dagli esordi fino all’addio al calcio giocato.
Gli esordi di Zambrotta da calciatore
Zambrotta cresce calcisticamente nel settore giovanile della sua città natale, Como. Consacratosi a livello di club e in Nazionale come terzino, il giovane talento, in realtà, inizia a muovere i primi passi sul rettangolo verde in ruoli più offensivi. Nel 1994 fa il suo esordio tra i professionisti e tre anni più tardi viene acquistato dal Bari che lo fa debuttare in Serie A il 31 agosto del 1997 in casa contro il Parma, impostosi al San Nicola per 2 a 0. Anche in questa nuova avventura, Zambrotta continua a giocare come esterno di centrocampo, mostrando sia qualità tecniche sia rigore tattico, al punto da guadagnarsi anche la chiamata della Nazionale maggiore.
Gli anni di Zambrotta alla Juventus
Le prestazioni di Zambrotta attirano l’attenzione della Juventus che lo porta a Torino nell’estate del 1999 acquistando il suo cartellino per la cifra di 27 miliardi delle vecchie lire. È l’allenatore bianconero Marcello Lippi a schierarlo per primo nel ruolo di terzino. Con la Vecchia Signora arriveranno anche i primi titoli in carriera: due scudetti e altrettante Supercoppe italiane entro i confini nazionali e una Coppa Intertoto a livello continentale. Gli scudetti vinti nel 2005 e nel 2006, invece, saranno revocati in seguito alla condanna della Juventus per i fatti di Calciopoli.
Zambrotta e l’Italia sul tetto del mondo
Zambrotta approda in Nazionale maggiore quando ancora non ha compiuto 22 anni. A chiamarlo per primo è l’allora Commissario tecnico Dino Zoff, che lo fa debuttare nell’amichevole pareggiata 0 a 0 a Pisa contro la Norvegia. In Nazionale, Zambrotta ritroverà Lippi, uno degli allenatori che ha impattato in maniera più significativa sulla sua carriera e insieme a lui andrà a conquistare la storica Coppa del Mondo nella notte di Berlino in finale contro la Francia nel 2006. L’avventura azzurra si concluderà definitivamente quattro anni più tardi con un bottino di 98 presenze e due gol realizzati, uno dei quali proprio ai Mondiali tedeschi, nella partita dei quarti di finale contro l’Ucraina vinta 3 a 0.
Il biennio di Zambrotta al Barcellona
Con la Juventus retrocessa in B per illecito sportivo, Zambrotta, fresco vincitore del campionato mondiale, decide di accettare l’offerta del Barcellona e volare in Spagna nell’estate del 2006. In Catalogna trascorre due anni mettendo in bacheca una Supercoppa di Spagna nella stagione d’esordio in blaugrana. Ma appena ne ha l’occasione, torna in Italia. Alla sua porta, infatti, busserà il Milan che si assicurerà le sue prestazioni nel maggio 2008.
Zambrotta al Milan: un altro tricolore
In rossonero, Zambrotta aggiunge altri due titoli alla sua collezione: uno scudetto e una Supercoppa italiana. Le presenze con la maglia del Diavolo saranno complessivamente 107 tra campionato e coppe, condite da due gol. Dopo quattro stagioni con il Milan, verrà svincolato al termine dell’annata 2011-2012 e riprenderà ad allenarsi solo a dicembre con la squadra che lo aveva lanciato nel calcio che conta: il Como. Nel frattempo, parallelamente all’attività da calciatore, studia per iniziare una nuova avventura in panchina, da allenatore.
L’addio di Zambrotta al calcio giocato
Nell’estate del 2013 Zambrotta va a giocare in Svizzera dopo aver firmato con il Chiasso. Con il club del Canton Ticino potrà mettere in pratica quanto appreso tra i banchi di Coverciano. A novembre 2013, infatti, il tecnico Ryszard Komornicki viene esonerato e a Zambrotta viene assegnato il ruolo di allenatore-giocatore fino al termine della stagione, che segnerà anche il suo addio al calcio giocato, dopo 20 anni di carriera, corsa, abnegazione e talento, al servizio della sua passione e di quei colori azzurri di cui resterà per sempre uno dei più grandi rappresentanti.
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