Di Redazione William Hill News
Aggiornato: 15 Gennaio 2020
Quando per una carriera intera sei stato abituato a lottare, le nuove sfide, anche le più difficili, diventano uno stimolo ulteriore per mettersi ancora una volta alla prova e superare i propri limiti. Ed è esattamente quello che è successo nella nuova vita da allenatore di Gennaro Gattuso. Tra difficoltà societarie, realtà complesse e situazioni al limite del proibitivo, il tecnico calabrese è stato messo fin da subito duramente alla prova uscendone, però, sempre a testa alta, come faceva dal rettangolo verde. Dall’esordio in Svizzera con il Sion fino alla nuova avventura napoletana, passando per il ritorno al Milan, andiamo allora a ripercorrere le tappe principali della carriera di Gennaro Gattuso in panchina.
Rino Gattuso e l’esordio in panchina al Sion
È il maggio del 2012 quando Rino Gattuso saluta il Milan dopo 13 lunghi anni di militanza rossonera. Il futuro di una delle bandiere storiche del Diavolo è in Svizzera, sponda Sion, club con il quale firma un contratto biennale. Forse lui ancora non lo sa, ma è l’alba della sua nuova vita.
Complici i risultati non all’altezza delle aspettative della squadra, infatti, il presidente Christian Costantin, il 25 febbraio del 2013, nomina Gattuso allenatore. L’esordio in panchina è vincente: il Sion batte 2-0 a domicilio il Losanna in Coppa di Svizzera. Questa prima esperienza in panchina per Gattuso, che non possiede ancora la licenza Uefa Pro, dura però lo spazio di un mese.
Dal Palermo di Zamparini all’esperienza a Creta
L’appuntamento con la sua nuova vita è solo rimandato. Nel giugno del 2013 torna in Italia firmando per il Palermo, non proprio un inizio soft nel Bel Paese vista la fama comprovata di “mangia allenatori” che ha il suo nuovo presidente Maurizio Zamparini. Fama che purtroppo per Rino Gattuso si conferma alla sesta giornata del campionato di Serie B, quando viene esonerato dopo aver ottenuto due vittorie, un pareggio e tre sconfitte.
Non va meglio in Grecia dove, nel giugno del 2014, firma un contratto di un anno con l’Ofi Creta che milita nel massimo campionato nazionale. Anche qui, l’esperienza in panchina finirà anzitempo. Dopo essere stato convinto dai tifosi a rimanere, Gattuso rassegna le sue dimissioni definitive a dicembre. La sfida comincia a farsi più dura del previsto.
Dalla promozione alla retrocessione: le montagne russe di Pisa
Il richiamo dell’Italia è forte e Gennaro Gattuso lo asseconda e sbarca a Pisa nell’estate del 2015. La squadra toscana milita in Lega Pro (odierna serie C) e l’allenatore calabrese la trascina fino alla promozione in Serie B, prima di rassegnare le sue dimissioni a fine stagione.
Tornerà pochi mesi dopo, a settembre del 2016. La società nerazzurra, però, è afflitta da una grave crisi e, in un duro sfogo nel post partita di Frosinone – Pisa (0-0) del 20 settembre, denuncia le inadempienze economiche nei confronti di calciatori e staff. Nonostante questo non abbandona la nave e regge fino al termine della stagione, ma l’esito è amaro e il Pisa, ormai allo sbando, retrocede.
Il ritorno di Gattuso al Milan da allenatore
Il futuro di Gattuso, al termine dell’esperienza toscana, è un ritorno al passato. Ad attenderlo c’è prima la panchina del Milan Primavera e poi quella della prima squadra a dicembre 2017, in seguito all’esonero di Vincenzo Montella. L’esordio sulla panchina rossonera non è dei più felici: il 3 dicembre il Milan pareggia a Benevento subendo il gol del 2-2 al 95’ dal portiere Alberto Brignoli.
Nonostante queste premesse, ‘Ringhio’ Gattuso saprà ridare identità alla squadra chiudendo un gran girone di ritorno con 39 punti. Solo Juve e Napoli faranno meglio. L’anno successivo il Milan di Gattuso arriva a giocarsi la qualificazione in Champions fino all’ultima giornata quando mancherà l’obiettivo per un solo punto. Il sipario, per l’allenatore calabrese, cala anche alla Scala del calcio con la rescissione consensuale del contratto con la società rossonera.
Rino Gattuso nuovo allenatore del Napoli
Lo scorso dicembre è iniziata la nuova avventura da allenatore del Napoli, in seguito all’esonero di Carlo Ancelotti che, per Gattuso, è stato più che un semplice tecnico negli anni rossoneri. Quella azzurra è una sfida decisamente all’altezza di una carriera sempre in salita. Il nuovo allenatore del Napoli ha, infatti, ereditato una squadra ferita, dilaniata dal duro conflitto interno tra società e calciatori e frustrata da risultati decisamente lontani dalle aspettative di inizio stagione. Come ha sottolineato lo stesso Gattuso nella conferenza stampa di presentazione, quello di Napoli è un mare grande dove o si nuota o si affoga. Ecco perché nessuno più di lui avrebbe potuto accettare questo incarico.
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