Passare dal terreno di gioco alla panchina non è mai un processo scontato. Saltare dall’altro lato della barricata comporta un cambio di prospettive difficile da digerire. Soprattutto se nella carriera da giocatore hai spesso vissuto rapporti delicati con i tuoi tecnici. La parabola di Vincenzo Montella ha seguito proprio questa traiettoria anomala. Dalla prima esperienza come traghettatore della Roma sino al legame con la Fiorentina, ecco le principali tappe della carriera di Vincenzo Montella da allenatore.

Montella e l’inizio della carriera nel calcio

Nato nel 1974 a Pomigliano d’Arco da papà operaio e mamma casalinga, Vincenzo Montella cresce e muove i primi passi calcistici nell’Empoli, squadra con la quale fa il suo esordio nel calcio professionistico. Diventa presto “l’aeroplanino” per la sua esultanza, che in questi anni si ripete con una certa regolarità.

Nel 1999 approda alla Roma dove resta per 8 anni, vince uno scudetto da protagonista, pur essendo costretto spesso a partire dalla panchina. Si adatta alla situazione, ma non lega mai del tutto con Capello. Non migliore è il rapporto con Spalletti, che nel 2007 lo spinge lontano dalla Capitale.

Gli esordi in panchina: Montella allenatore della Roma

È, però, proprio da Roma che inizia la nuova vita come allenatore di Montella. Dopo un anno e mezzo alla guida della squadra allievi, nel febbraio 2011 viene chiamato per sostituire Ranieri e traghettare la squadra sino al termine del campionato. Allena i giallorossi per 16 giornate conducendo la squadra al sesto posto in Serie A e alle semifinali di Coppa Italia. In Champions si ferma invece agli Ottavi. Il buon lavoro svolto non gli vale la conferma, ma attira l’attenzione di diversi club.

Montella allenatore del Catania: amore da record

Catania è la piazza migliore per ripartire. Vincenzo Montella, da allenatore, ha modo di farsi apprezzare da pubblico e addetti ai lavori. Il Catania si salva con largo anticipo e mette in mostra un gioco molto piacevole, basato sul possesso palla e su un’idea tattica offensiva e ambiziosa.

Al termine della stagione il club siciliano stabilisce il record di punti (48) in massima serie, un primato superato soltanto l’anno successivo da Maran. Il nome dell’Aeroplanino finisce sul taccuino dei Della Valle, che lo puntano per il nuovo ambizioso ciclo viola.

Montella alla Fiorentina: la prima esperienza

Montella alla Fiorentina disegna una squadra molto tecnica. Il progetto ruota intorno ad un centrocampo di grande palleggio composto da Aquilani, Pizarro e Borja Valero. La prima stagione è probabilmente la migliore: la Fiorentina chiude al quarto posto con 70 punti e si afferma tra le regine del campionato, pur non agguantando l’accesso alla Champions League, in quegli anni riservato soltanto alle prime tre classificate.

Nell’estate successiva l’arrivo di Mario Gomez sembra rilanciare le ambizioni della squadra, ma si rivela un buco nell’acqua. Il tedesco non si ambienta e trascorre gran parte della stagione in infermeria: la Viola conferma il quarto posto e viene sconfitta in finale di Coppa Italia dal Napoli di Benitez. Non va meglio l’anno successivo. Ancora una volta l’aeroplanino atterra prima del traguardo: quarto in campionato ed eliminato in semifinale sia in Europa League che in Coppa Italia.

Montella al Milan: la vittoria della Supercoppa

Dopo una trascurabile parentesi alla Sampdoria, inizia l’avventura di Montella al Milan. Il primo anno è ancora una volta il migliore dell’esperienza. L’Aeroplanino riesce a traghettare i rossoneri in Europa League e si toglie anche lo sfizio di vincere il primo (e sinora unico) trofeo nella carriera da allenatore.

Il 23 dicembre 2016, infatti, nella finale di Supercoppa Italiana disputata a Doha, i rossoneri riescono a sconfiggere la Juventus ai calci di rigore. Nonostante un bilancio tutto sommato positivo, il piazzamento non soddisfa l’ambiente rossonero. Già parzialmente sfiduciato, Montella viene esonerato l’anno successivo, il 27 novembre 2017.

Montella allenatore del Siviglia e poi di nuovo della Viola

Montella torna ad allenare, a Siviglia, un mese più tardi. Sotto la sua guida, la squadra andalusa fa registrare un andamento altalenante: ad un campionato poco convincente fanno da contraltare i buoni risultati nelle coppe. Il Siviglia raggiunge i quarti di finale di Champions League, prendendosi lo scalpo del Manchester United di Mourinho, e la finale di Coppa del Re.

La situazione precipita però nella primavera del 2018, quando la squadra infila una serie di nove partite senza vittorie e viene sconfitta in maniera netta nella finale di Coppa del Re (5-0 dal Barcellona). È l’ultima esperienza prima del ritorno alla Fiorentina dello scorso aprile. Viene richiamato per sostituire Pioli dai Della Valle e poi confermato dal nuovo patron, Rocco Commisso per la stagione 2019-2020. Ma dopo la sconfitta casalinga per 1-4 contro la Roma e dopo un’esperienza contrassegnata da risultati molto deludenti, viene esonerato il 21 dicembre scorso.