Di Redazione William Hill News
2 Maggio 2020
L’alba del calcio a Bologna è datata 3 ottobre 1909, quando la società rossoblù vide la luce per iniziativa di Emilio Arnstein, giovane boemo grande appassionato di questo sport. La neonata società avrebbe impiegato 15 anni per mettere il primo titolo in bacheca e avrebbe vissuto la sua età dell’oro nel corso degli anni ’30. Dal 2014 il club è passato nelle mani del canadese Joey Saputo, quarto presidente straniero del Bologna, con l’ambizione di riportare in alto una piazza ricca di passione. Andiamo allora a ripercorrere le tappe principali della vita sportiva del Bologna calcio, dalla fondazione a oggi, passando per i più grandi protagonisti di una storia lunga 110 anni.
La nascita del Bologna calcio
Anche se il primo presidente eletto del Bologna Football Club 1909 fu l’odontoiatra svizzero Louis Rauch, il padre della società rossoblù può essere considerato a tutti gli effetti Emilio Arnstein. Il boemo, grande appassionato di calcio, arrivò nella città emiliana un anno prima della nascita ufficiale del club, con l’obiettivo di allestire una squadra formata da giovani con la sua stessa passione per questo sport. E il suo sogno si sarebbe realizzato il 3 ottobre del 1909, quando presso la birreria Ronzani in via Spaderia nacque il Bologna.
Ci vollero altri 15 anni per aggiungere un nuovo cruciale tassello a quel progetto, ovvero la vittoria del primo trofeo nella storia del Bologna calcio. Nel 1925, infatti, i Rossoblù vinsero il campionato che sarebbe stato ricordato come lo “scudetto delle pistole”, per via di fatti di cronaca esterni al campo piuttosto controversi. I Felsinei si contesero con il Genoa il primato della Lega Nord, valido per giocarsi il titolo di campioni d’Italia contro la vincente della Lega Sud. Dopo due spareggi, uno dei quali macchiato da una sparatoria tra le due tifoserie e una terza partita svoltasi in segreto senza pubblico, fu il Bologna ad avere la meglio sul Grifone. La finalissima fu quasi una formalità con i Rossoblù che si sbarazzarono agevolmente dei campioni del Sud dell’Alba Roma battendoli sia all’andata che al ritorno, rispettivamente per 4-0 e 2-0.
L’età dell’oro negli anni Trenta: i trofei del Bologna
La vittoria del primo scudetto fu l’antipasto di quella che sarebbe stata l’età dell’oro del Bologna: gli anni Trenta. Dal 1932 al 1940, infatti, i Felsinei si guadagnarono il titolo di “squadrone che tremare il mondo fa” grazie alla vittoria di quattro scudetti e due Coppe dell’Europa centrale.
Tra i grandi protagonisti di quegli anni l’allenatore ungherese di origine ebraica Arpad Weisz, sotto la cui guida gli emiliani misero in bacheca due scudetti consecutivi. Dopo essere rimasto seduto sulla panchina bolognese dal 1935 al 1938, fu costretto a lasciare l’incarico a causa della promulgazione delle leggi razziali: sarebbe poi morto ad Auschwitz nel 1944.
Il ciclo vincente del Bologna si chiuse con la vittoria del sesto scudetto nel 1941. Alla presidenza, dal 1934, c’era Renato Dall’Ara, che sarebbe rimasto il numero uno del club fino alla sua morte, nel 1964, anno del settimo e, ad oggi, ultimo scudetto dei Rossoblù. In quell’annata gli emiliani potevano contare su campioni del calibro di Janich e Giacomo Bulgarelli, tra i giocatori del Bologna più forti nella storia della società, e furono capaci di avere la meglio sulla Grande Inter di Helenio Herrera nello spareggio scudetto.
L’alba dell’era Saputo
Con la scomparsa di Dall’Ara si chiuse un’era irripetibile. Il Bologna, in seguito, avrebbe messo in bacheca solo due Coppe Italia nel 1970 e nel 1974 e una coppa di Lega italo-inglese nel 1970. Dal 2014 è iniziata, invece, l’era di Joey Saputo. Il dirigente canadese è diventato il quarto presidente straniero nella storia del Bologna e ha avviato una strategia di rinnovamento che ha riguardato in particolare le infrastrutture, in primis stadio e centro di allenamento. L’obiettivo sarà abbinarci anche risultati sportivi positivi sul campo, con l’ambizione di provare a sollevare un trofeo che manca da ben 46 anni.
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