Di Redazione William Hill News
Aggiornato: 23 Gennaio 2020
Dall’Italia all’Italia passando per Francia e Inghilterra, Balotelli in carriera ha indossato sette maglie diverse, senza mai rinnegare se stesso, ma affiancando al grande talento problematiche caratteriali che ne hanno spesso limitato la definitiva consacrazione. La scorsa estate è tornato a Brescia, la città che lo ha visto crescere. Il prossimo 24 gennaio avrebbe potuto sfidare il suo passato, quel Milan che gli ha regalato una seconda chance di rivalsa nel Bel Paese, ma l’espulsione rimediata contro il Cagliari non gli consentirà di aiutare i propri compagni in campo contro il Diavolo. L’ultimo cartellino rosso, che gli è costato due giornate di squalifica e una multa di 10 mila euro, è solo l’ultimo di una serie di episodi negativi che troppo spesso hanno caratterizzato la carriera di Balotelli e che hanno impedito al suo talento di esprimersi a pieno.
Balotelli all’Inter: dalle origini al debutto in maglia nerazzurra
Nato a Palermo il 12 agosto del 1990, cresce in provincia di Brescia e dà i primi calci al pallone sin da piccolissimo. Nel 2001 Balotelli viene ingaggiato dal Lumezzane debuttando in prima squadra ancora sedicenne nel 2006. È il trampolino di lancio per il passaggio alle giovanili dell’Inter, dove dà un contributo decisivo sia per la vittoria del Campionato Primavera che per il successo nel torneo di Viareggio.
Le buone prestazioni con le giovanili gli valgono la chiamata in prima squadra, dove conoscerà il suo padre calcistico: Roberto Mancini. L’avventura di Balotelli all’Inter durerà tre anni, dal 2007 al 2010, tra alti e bassi, soprattutto con l’arrivo di Josè Mourinho in panchina. In ogni caso, il bilancio complessivo, soprattutto in termini di trofei, sarà di tutto rispetto: 3 Scudetti, 1 Supercoppa italiana, 1 Coppa Italia e, soprattutto, la Champions League dell’anno del “triplete”, che resta agli atti della sua carriera, anche se non vissuto da protagonista.
Balotelli al Milan: l’esperienza in rossonero tra Manchester e Liverpool
Nell’estate del 2010 Super Mario si trasferisce al Manchester City, dove ritrova Roberto Mancini. Con lui aggiunge alla sua collezione di titoli nazionali anche il campionato inglese, una Coppa d’Inghilterra e un Community Shield. Gli anni inglesi coincidono con il suo momento migliore anche nella Nazionale italiana. Nel 2012 si laurea capocannoniere del Campionato Europeo in Polonia e Ucraina, ma è una gioia solo a metà perché l’Italia dovrà inchinarsi in finale alla Spagna. La fine dell’era Mancini a Manchester spinge Balotelli a cambiare aria. Ad aspettarlo, questa volta, c’è la Milano rossonera.
Il matrimonio tra il Milan e Balotelli si concretizza nel gennaio del 2013, nel corso del mercato invernale di riparazione. L’impatto è dei migliori: doppietta all’esordio a San Siro contro l’Udinese. Le ottime premesse, però, non hanno un seguito all’altezza e una nuova avventura ricca di fascino si profila all’orizzonte, di nuovo in Premier Ligue: il Liverpool e la mitica Kop di Anfield. Coi Reds Super Mario segna appena 4 gol in 28 presenze nella stagione 2014-2015. Il Milan, che ne detiene ancora il cartellino, lo richiama per l’annata successiva, ma ormai l’incantesimo è rotto. Servono un ambiente nuovo e un Paese diverso. Il futuro di Balotelli parla francese.
Balotelli al Brescia: dalla Francia al ritorno nella sua città
In Ligue 1 Super Mario trascorre tre anni, giocando in due piazze calde come Nizza prima e Marsiglia successivamente. È soprattutto nella prima esperienza transalpina, dal 2016 al gennaio 2019, che fa vedere le cose migliori, realizzando 43 gol in 76 presenze. Decisamente più fugace l’avventura marsigliese, dove in pochi mesi colleziona 15 presenze, con un bottino di 8 gol.
Arriviamo così alla scorsa estate: la carriera di Balotelli lo riporta al Brescia e questa rappresenta una doppia opportunità sia per il calciatore che per il club che lo ha ingaggiato, ma è anche l’ennesima prova di maturità nella carriera del giocatore. Il rosso rimediato con il Cagliari che gli farà saltare la sfida con il Milan dimostra però che, ancora una volta, tra genio e sregolatezza, l’attaccante bresciano non ha ancora deciso da che parte stare.
Una redazione di esperti e appassionati di tutti gli sport più seguiti.