“Ma che facce avete?” diceva dieci anni fa Francesca Schiavone, subito dopo aver scritto una delle pagine più importanti della storia del tennis. La Leonessa aveva appena vinto il Roland Garros 2010, prima italiana a riuscire a trionfare in uno Slam e terza in assoluto, se si considerano anche gli uomini, dopo Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta.

Un’impresa inattesa, realizzata dopo aver più volte pensato di abbandonare il tennis, a pochi giorni dal compimento del 30° anno d’età (è nata il 23 giugno del 1980). A fare la differenza quell’anno nella preparazione della Schiavone è stato l’arrivo nel suo staff di Corrado Barazzutti, il capitano della nazionale con cui Francesca aveva già vinto, da protagonista, due Fed Cup, nel 2006 e nel 2009. Avendo avuto difficoltà a trovare l’allenatore più adatto alle sue esigenze, la milanese aveva chiesto a Barazzutti di seguirla durante la stagione, proprio come ora sta facendo Fabio Fognini (che, non a caso, subito dopo questa scelta ha vinto Monte Carlo).

Prima di fare sua la Coppa Suzanne Lenglen, Francesca aveva vinto solo tre tornei, ma aveva disputato ben 13 finali, otto delle quali perse in sequenza prima di conquistare finalmente il suo primo successo a Bad Gastein, in Austria. Al Roland Garros arrivava da numero 17 del ranking WTA e tra le teste di serie non era nemmeno la migliore italiana, perché anche lì era la numero 17, mentre Flavia Pennetta era la numero 14. Partita dopo partita la Leonessa ha preso sempre più fiducia di se stessa, si è innamorata della terra parigina, tanto da baciarla dopo ogni vittoria degli ultimi turni, e ha conquistato il pubblico con la sua tenacia e la sua grinta.

La carriera di Francesca Schiavone fino al Roland Garros 2010

La prima finale da professionista Francesca Schiavone la gioca a giugno del 2000, quindi venti anni fa, sul cemento di Tashkent, in Uzbekistan, perdendo in tre set contro la beniamina di casa Iroda Tulyaganova. Dopo due anni senza finali, nel 2003 arriva all’ultimo atto del Canberra International, di nuovo sul cemento, ma viene sconfitta dall’americana Meghann Shaughnessy con un doppio 6-1. Nel 2005 di finali ne gioca ben tre in pochi giorni, tra il 12 settembre e il 24 ottobre: in tutti e tre i casi viene battuta, ma il livello delle avversarie ora è decisamente più alto. Parliamo infatti di Lindsey Davenport (a Bali in due set), di Mary Pierce (nella Kremlin Cup in due set) e dell’ex numero uno belga Kim Clijsters (ad Hasselt in due set).

Pochi mesi dopo, alla ripresa dei giochi a gennaio 2006, Francesca si trova di nuovo in finale contro un’altra belga fortissima, Justine Henin, riuscendo a metterla in difficoltà sul cemento di Sydney. La numero 1 alla fine la spunta in tre set, al termine di una partita lunghissima e combattutissima. Sempre nel 2006 la Schiavo raggiunge la finale anche ad Amelia Island (battuta da Nadia Petrova con un doppio 6-4) e al BGL Luxembourg Open (sconfitta dall’ucraina Alona Bondarenko in due set). Per lei è l’ottava sconfitta in finale e la situazione comincia a diventare frustrante. Per fortuna si consola con il primo storico successo dell’Italia in Fed Cup e i suoi punti sono determinanti per il trionfo.

Finalmente, a luglio del 2007, arriva la prima vittoria in un torneo singolare: come abbiamo detto succede a Bad Gastein, in Austria, sulla terra rossa, dove Francesca si impone 6-1, 6-4 in finale contro la beniamina di casa Yvonne Meusburger. Nel 2008, invece, resta senza finali in singolare, ma gioca la finale del Roland Garros in doppio, in coppa con l’australiana Casey Dellacqua. A vincere, però, sono le fortissime Cara Black e Lisa Raymond, anche se per battere la coppia italo-australiana devono soffrire tre set.

Nel 2009 Francesca gioca la finale in due tornei International, uno sulla terra a luglio a Praga, dove viene battuta dall’austriaca Sybille Bammer in due set, l’altro a ottobre, sul cemento di Osaka, dove viene sconfitta 7-5, 6-1 da Samantha Stosur. Pochi giorni dopo, però, il 25 ottobre, si rifà conquistando un torneo Premier sul cemento, la Kremlin Cup di Mosca, sconfiggendo in finale con un nettissimo 6-3, 6-0 la bielorussa Olga Govortsova.

Alla fine della stagione 2009 per Francesca arriva un altro trionfo in Fed Cup, mentre la stagione 2010 comincia un po’ in sordina, ma la Schiavo vede migliorare la sua condizione torneo dopo torneo, man mano che si avvicina all’appuntamento che attende con più ansia: il Roland Garros. Ad aprile gioca una finale tutta italiana contro Roberta Vinci a Barcellona, ma è la tarantina ad avere la meglio con un doppio 6-1.

Prima del trionfo agli Open di Francia 2010, nei tornei dello Slam Francesca aveva ottenuto come miglior risultato il raggiungimento dei quarti di finale allo stesso Roland Garros nel 2001, agli US Open nel 2003 (poi replicato proprio nel 2010), e a Wimbledon nel 2009. In seguito è riuscita ad arrivare ai quarti anche agli Australian Open nel 2011, diventando l’unica italiana a riuscire a raggiungere i quarti in tutti i tornei dello Slam in singolare e le semifinali in doppio.

Il percorso di Francesca Schiavone al Roland Garros 2010

Al Roland Garros 2010 Francesca Schiavone arriva dunque da outsider, ma ha già dalla sua parte una certa fama di “ammazza grandi”, avendo battuto giocatrici di altissimo livello, incluse delle ex numero 1 del mondo. È testa di serie numero 17 ed è inserita nella parte bassa del tabellone. Comincia il suo percorso con un match che si rivela inaspettatamente complicato: l’avversaria è la russa Regina Kulikova che riesce a vincere il primo set 7-5, ma la Schiavo recupera e conquista i due successivi 6-3, 6-4. Ebbene quel primissimo set del torneo è l’unico perso dalla Leonessa al Roland Garros 2010.

Nel secondo turno, infatti, arriva il successo facile contro la qualificata australiana Sophie Ferguson con un doppio 6-2; in seguito, dal terzo turno in poi Francesca comincia a sorprendere in positivo match dopo match. Si impone 6-4, 6-2 contro la testa di serie numero 11, la cinese Li Na, poi agli ottavi di finale fa fuori con un doppio 6-4 la numero 30 del seeding, la russa Maria Kirilenko. Ai quarti di finale si comincia a sentire profumo di impresa, perché l’azzurra batte 6-2, 6-3 la testa di serie numero 3 Caroline Wozniacki (che poi quell’anno diventerà numero 1 del mondo).

In semifinale Francesca trova la russa Elena Dementieva, teste di serie numero 5 che ha appena vinto il derby nei quarti contro Nadia Petrova in tre set. La milanese riesce a vincere al tie-break il primo set 7-6(3), poi, nel secondo, l’avversaria non ce la fa a tornare in campo, si avvicina alla rete e si complimenta con lei, comunicandole che deve ritirarsi e che dunque ha la strada spianata verso la finale. Dall’altra parte della rete troverà l’australiana Samantha Stosur, testa di serie numero 7 che nel frattempo ha steso 6-1, 6-2 l’ex numero 1 Jelena Jankovic.

La finale del Roland Garros 2010 tra Schiavone e Stosur

Prima del 5 giugno 2010, Francesca Schiavone e Samantha Stosur si sono affrontate cinque volte e in quattro occasioni si è imposta l’australiana: l’ultima, come abbiamo visto, a fine stagione 2009 nella finale del torneo di Osaka. La Schiavo, dunque, non parte con i favori del pronostico, ma al Philippe Chatrier sono arrivati tanti suoi amici che indossano t-shirt ad hoc, pronti a festeggiare. Non temono il fatto che Sam Stosur, nel suo percorso fino alla finale, ha fatto fuori tre numero 1 come Justine Henin, Serena Williams e Jelena Jankovic, una dopo l’altra, e che nel corso della stagione abbia ottenuto sulla terra 20 vittorie a fronte di sole due sconfitte.

Nel primo set nessuna delle due cede il servizio fino al nono game. Sul 4-4 Francesca, che riceve, riesce a ottenere tre palle break consecutive, le prime di tutto il match. Sbaglia le prime due, ma sulla terza Stosur commette doppio fallo e così la Schiavo si porta sul 5-4 in un momento decisivo del parziale. Nel game successivo l’azzurra si ritrova sotto 0-30, ma recupera, si porta sul 30 pari, poi Stosur manda una risposta sulla rete ed è set-point per Francesca. L’australiana lo annulla, ma Schiavone ne guadagna un altro con una bella volée e questa volta Stosur non riesce a ritrovare la parità: sbaglia la risposta e, dopo 40 minuti di gioco, la Schiavo è avanti di un set.

Nel secondo set, dopo aver conservato entrambe il servizio nel proprio primo gioco in battuta, Stosur ottiene il break e si porta sul 3-1, poi conserva di nuovo la battuta e vola sul 4-1, ma Francesca non molla, tiene il servizio successivo, poi trova il contro-break e, grazie a un parziale di 8 punti a uno, accorcia 3-4. Nell’ottavo gioco la Schiavo completa la rimonta e pareggia 4-4. A questo punto, ognuna tiene il proprio servizio fino al 6-6 e si rende necessario il tie-break. Francesca rompe la parità sul 3-2 e non lascia più nemmeno un punto all’avversaria. Chiude 7-2 e poi crolla a terra, stremata, felice, incredula. Ha vinto il Roland Garros. Durante il discorso da campionessa si rivolge al suo “angolo” e chiede “Ma che facce avete?”, perché i volti dei suoi amici e tifosi sono trasfigurati dalla gioia. Anche davanti alla tv tutta Italia è sorpresa e felice: dopo 34 anni (la vittoria di Panatta nel 1976) un’azzurra ha conquistato un torneo dello Slam e ancora una volta è Parigi a regalarci l’emozione più bella.