Di Redazione William Hill News
21 Aprile 2020
L’astinenza per gli appassionati di tennis comincia a farsi sentire, soprattutto in questo periodo, che solitamente è dedicato ai più importanti tornei sulla terra, che spesso a noi italiani regalano belle soddisfazioni. Esattamente un anno fa, infatti, assistevamo al trionfo di Fabio Fognini a Monte Carlo, un successo storico per un tennista azzurro, perché mai nessun italiano prima di lui, nell’era Open, aveva vinto un Masters 1000. È vero che in quel di Monte Carlo c’è stato il triplo successo di Nicola Pietrangeli, nel 1961, 1967 e 1968, ma stiamo parlando dell’era in cui c’era ancora la divisione tra tennisti professionisti e dilettanti.
La vittoria di Fabio Fognini a Monte Carlo nel 2019 ha tanti sapori diversi, anche quello del riscatto. Solo un anno prima, infatti, arrivato nel Principato da testa di serie numero 13, il ligure era uscito già al secondo turno, battuto dal tedesco Jan-Lennard Struff per 6-4, 6-2 e, su quegli stessi campi, nel 2014 si era reso protagonista di un episodio non molto edificante: mentre giocava il match del terzo turno contro Jo-Wilfried Tsonga, dopo aver vinto 7-5 il primo set, aveva perso la testa e aveva imprecato rivolto verso il proprio “angolo”, dove era presente il suo staff, incluso suo padre Fulvio. 6-3, 6-0 per il francese nel secondo e terzo set e una brutta uscita di scena per Fognini, che si è poi sentito ripetere le solite cose che si dicono di lui quando non vince, cioè che è una testa calda, che non si sa controllare, che il talento non basta e che è un campione mancato proprio a causa del suo carattere e della mancanza di self control.
Invece l’anno scorso nessuno ha potuto criticare Fabio Fognini, che ha finalmente fatto il pieno di complimenti, ma soprattutto ha scritto una importantissima pagina nella storia del tennis italiano, rendendo quella del 2019 la sua stagione migliore, nonostante non fosse cominciata benissimo. Ad Auckland era partito dagli ottavi di finale e ai quarti era già stato eliminato dal tedesco Philipp Kohlschreiber, agli Australian Open era uscito al terzo turno contro Pablo Carreño Busta e questi ko lo hanno anche portato a chiedere di non giocare in Coppa Davis contro l’India. A febbraio era uscito tre volte di fila al primo turno: a Cordoba per mano di Aljaž Bedene, a Buenos Aires contro Jaume Munar e a Rio de Janeiro contro la wild card Félix Auger-Aliassime. Aveva così perso il primato tra i tennisti italiani, superato da Marco Cecchinato. Anche a Indian Wells, altro Masters 1000 sul cemento, era uscito al primo turno, eliminato da Radu Albot, mentre al Masters 1000 di Miami era uscito al terzo turno contro Roberto Bautista Agut, per finire poi con una nuova eliminazione al primo turno al torneo di Marrakech, per mano di Jiri Vesely.
Il percorso di Fabio Fognini al torneo di Monte Carlo 2019
Visto come erano andati i primi mesi del 2019 non c’erano grandi aspettative su Fabio Fognini, scivolato nel frattempo in diciottesima posizione della classifica ATP. Lui stesso, a vittoria acquisita, ha dichiarato: “Venivo da un periodo davvero brutto, se mi avessero detto che sarei tornato a casa con la coppa mi sarei messo a ridere”. E la coppa, invece, è arrivata. Vediamo come.
Al Masters 1000 di Monte Carlo 2019 Fabio Fognini arriva da testa di serie numero 13, mentre la numero 1 è Novak Djokovic, che viene fatto fuori ai quarti di finale da Daniil Medvedev. Il campione uscente è Rafael Nadal, testa di serie numero 2, che a Monte Carlo ha vinto ben undici volte. L’azzurro capita nella parte bassa del tabellone e comincia con un brivido. Nel primo turno, infatti, affronta il qualificato Andrey Rublev che gli strappa il primo set per 6-4, ma Fabio riesce a imporsi in rimonta conquistando il secondo parziale per 7-5 e il terzo per 6-4. Nel secondo turno usufruisce di un walk over grazie al forfait di Gilles Simon causato da un forte dolore alla schiena. L’Italia si ritrova dunque con tre italiani agli ottavi di finale: oltre a Fognini, infatti, anche Lorenzo Sonego e Marco Cecchinato stanno avanzando.
Agli ottavi Fognini affronta la prima dura prova contro una testa di serie, la numero 3: si tratta di Alexander Zverev, un avversario tostissimo per il ligure che però riesce a vincere 7-6(6) il primo set e addirittura 6-1 il secondo, perché il tedesco di origini russe cede di schianto, incapace di sopportare il tifo tutto italiano del pubblico monegasco. Fabio, infatti, a fine match dichiara che questo torneo lo sente come un torneo di casa, più di Roma, e in fondo Arma di Taggia, il suo paese natale, non è poi così lontana.
Fabio ha qualche acciacco e neanche le condizioni meteo lo aiutano molto, ma in patria i tifosi si esaltano sempre di più, anche perché l’Italia per la seconda volta nella storia, vede due italiani qualificati ai quarti di finale di uno stesso Masters 1000: nel 2005 era toccato ad Andreas Seppi e Filippo Volandri ad Amburgo, nel 2019 tocca a Fabio Fognini e Lorenzo Sonego. Solo Cecchinato, infatti, al momento numero 1 italiano, esce di scena agli ottavi, battuto dall’argentino Guido Pella in tre set.
Ai quarti per Fabio c’è un altro match molto impegnativo, quello contro il croato Borna Coric, contro il quale conta un solo precedente, ma piuttosto lontano, risalente a Umago 2014, quando l’avversario era ancora minorenne e l’azzurro si impose per 7-6(4), 6-3. Il match comincia male per il “Fogna”, che cede 6-1 il primo set, ma dal secondo parziale ingrana la quarta e riesce a rimontare, battendo 6-3, 6-2 il giovane croato e impartendogli una vera e propria lezione di tennis. Nel frattempo Sonego perde in due set contro Dusan Lajovic e così Fabio, approdato in semifinale, è l’unico italiano rimasto in gara.
La semifinale contro Nadal e la finale con Lajovic
È la terza volta che Fabio Fognini si qualifica a una semifinale di un Masters 1000 e la seconda che ci riesce nel Principato di Monaco. La prima volta è stata proprio a Monte Carlo 2013 e uscì di scena contro Novak Djokovic, che poi si impose in finale contro Rafael Nadal; la seconda volta risale a Miami 2017, quando l’avversario era proprio Nadal che vinse per 6-1, 7-5. E chi è questa volta l’avversario di Fognini in semifinale? Ancora lui, Rafa, super favorito anche perché gioca sulla sua superficie, la terra rossa.
Fognini, però, ha voglia di sorprendere tutti e anche se prima del match dice, scherzando, che probabilmente l’unico modo per battere Nadal a Monte Carlo è ucciderlo, in campo sembra lui il Nadal di turno e schianta lo spagnolo in due set, dominando 6-4, 6-2. E pensare che Rafa su questo campo era in serie positiva da ben 18 partite, ossia da quella finale del 2015 persa contro Djokovic che abbiamo citato poco fa. Fognini non riusciva a battere Nadal da quattro anni, ma questa è la quarta volta che ci riesce in carriera, segno che sulla terra se la può giocare davvero con chiunque. L’azzurro dimostra anche di saper sopportare più dello spagnolo il vento che sul campo monegasco è un terzo incomodo. Per Fogna è la prima finale in un Masters 1000 e l’ultimo italiano che raggiunse questo traguardo prima di lui è stato proprio il suo attuale allenatore (dal dicembre 2019), Corrado Barazzutti, nel 1977 (sconfitto in tre set da Björn Borg).
Si può dire che la vera finale è proprio quella contro Nadal, perché nell’ultimo match di fronte a Fognini c’è Dusan Lajovic, serbo numero 48 del mondo, che è certamente a un livello inferiore, ma che, allenato proprio dall’ex coach di Fognini, Josè Perlas, ha comunque fatto vittime eccellenti nel torneo, come la testa di serie numero 4 Dominic Thiem al secondo turno e la numero 10 Daniil Medvedev in semifinale. Nonostante un problema alla coscia destra che lo costringe a chiedere l’intervento del fisioterapista, Fabio si impone nettamente 6-3, 6-4 in un’ora e 38 minuti di gioco e diventa il primo italiano capace di vincere un Masters 1000 nell’era Open. Durante i ringraziamenti, a fine gara, dichiara: “Ringrazio il mio team, la famiglia, Flavia che mi sopporta e supporta. Ringrazio Alma e i fisioterapisti. E… Non so più che dire… Anzi, ho una dedica speciale per mia madre che domani compie gli anni. Ciao a tutti, ci vediamo il prossimo anno”. E invece, purtroppo, quest’anno il torneo di Monte Carlo ha subito la sorte di tutti gli altri tornei da febbraio a inizio giugno, ossia è stato annullato, ma Fabio l’ha presa con filosofia e, con una buona dose di ironia, ha dichiarato: “Imbattuto a Monte Carlo per due anni! Potevo riuscirci solo io”.
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