Oggi, 15 maggio, festeggia i suoi 35 anni Andy Murray. Il tennista scozzese è uno dei più grandi interpreti di questo sport, ma ha dovuto fare i conti con gravi problemi all’anca che hanno frenato la sua scalata verso l’Olimpo dei più grandi. Medaglia d’oro ai Giochi di Londra del 2012, in carriera ha conquistato tre titoli slam. Andiamo allora a celebrarlo al meglio ripercorrendone la carriera e i successi nel giorno del suo 35° compleanno.

L’alba della carriera di Murray nel tennis

La passione e il talento tennistici del piccolo Andy vengono alimentati e allenati inizialmente dalla madre che, in seguito, passerà il testimone all’allenatore scozzese Leon Smith. Dopo la gavetta nei tornei giovanili, Murray fa il suo esordio tra i professionisti nel 2002. Il tennista britannico ci metterà tre anni per entrare nella top 100 mondiale e raggiungere la sua prima finale Atp. Nel 2005, all’ultimo atto del torneo di Bangkok, incrocia la racchetta con l’allora numero uno al mondo, Roger Federer, che lo batte in due set. Poco male, perché Murray, all’età di 18 anni, siede già ufficialmente al tavolo dei grandi di questo sport.

La finale Federer – Murray e l’oro olimpico

Proprio con il campione svizzero, contro il quale ha giocato la sua prima finale Atp, Murray incrocerà nuovamente il suo percorso, in uno dei momenti più alti della sua carriera. È l’estate del 2012 e a Londra sta andando in scena la trentesima edizione dei Giochi olimpici. A contendersi l’oro del tennis nel singolare maschile sull’erba di Wimbledon ci sono il beniamino di casa Andy Murray e proprio Roger Federer. Un mese prima i due si erano già incontrati per la finale dello slam inglese su quella stessa superficie. Ad avere la meglio era stato lo svizzero in quattro set.

La ferita di quella sconfitta è ancora fresca per Murray in quel 5 agosto 2012, giorno della finale olimpica. Lo scozzese, però, scaccerà l’etichetta di magnifico perdente con una prestazione sopra le righe, di fronte alla quale anche Federer non potrà far altro che inchinarsi. Sarà Murray, infatti, dopo il successo in tre set dominati dall’inizio alla fine, a salire sul gradino più alto del podio con l’oro al collo.

La rivalità tra Djokovic e Murray

Il trionfo olimpico è un momento di svolta nel percorso di Murray, che riuscirà a sbloccarsi anche nei tornei più prestigiosi del circus: gli slam. Dopo Londra, infatti, lo scozzese conquisterà  anche New York, battendo nella finale degli US Open Novak Djokovic che, un anno prima, gli aveva negato a Melbourne la prima gioia in uno slam.

È l’inizio di una rivalità piuttosto accesa. Novak Djokovic e Andy Murray, infatti, saranno protagonisti di altre cinque finali slam. Solo in una di queste, però, avrà la meglio Murray: quella in scena a Wimbledon il 7 luglio 2013 e risoltasi in tre set per lo scozzese. Poi arriveranno tre vittorie a Melbourne e una sulla terra rossa del Roland Garros per Djokovic. Murray ritroverà il successo slam ancora sull’erba di casa a Wimbledon il 10 luglio 2016, in finale contro il canadese Milos Raonic, battuto in tre set.

I problemi di Andy Murray all’anca e il rientro

L’infortunio e i successivi problemi all’anca costringono Murray ad un brusco e lungo stop che mette a repentaglio il prosieguo stesso della carriera tennistica dello scozzese. Gli interventi chirurgici e la lunga riabilitazione tengono lontano dai campi il campione britannico per diverso tempo. Murray subisce un’operazione nel 2018 e un’altra l’anno successivo. In mezzo prova a rientrare a giocare senza, però, ritrovare continuità e condizione soddisfacenti.

Lo scorso 15 gennaio Murray è tornato a giocare una finale Atp, nel torneo 250 di Sydney, persa però contro il russo Aslan Karatsev. La voglia di rimettersi in gioco, però, sembra intatta, così come il desiderio di regalare ancora agli appassionati di tennis il campione ammirato in giro per il mondo su ogni superficie, a prescindere dall’esito finale di una partita o un torneo. Non è irrealistico ipotizzare, quindi, che uno dei desideri espressi da Murray di fronte alle sue 35 candeline potrebbe essere proprio questo.