Il sette volte campione del mondo di Formula 1 Lewis Hamilton festeggia oggi il suo 36° compleanno. Era infatti il 7 gennaio 1985 quando a Stevenage, città dell’Hertfordshire, nasceva Lewis Carl Davidson Hamilton, dall’unione tra l’inglese Carmen Larbalestier ed Antony Hamilton, originario dello Stato di Grenada, nel mar dei Caraibi (ma anche il nonno paterno era originario del Regno Unito). Dai 2 ai 12 anni Lewis ha vissuto con la madre e le sorellastre Nicola e Samantha, poi si è trasferito dal padre, dove ha vissuto anche con la matrigna Linda e il fratellastro Nicolas, che è disabile e che Lewis ha spesso portato con sé nel paddock.

Lewis Hamilton deve a suo padre l’inizio della sua carriera: quando aveva sei anni Hamilton senior gli regalò un modellino elettrico grazie al quale capì di avere una grande passione per i motori e fu sempre suo padre a indebitarsi pur di far esordire il figlio sui kart, facendogli poi da manager fino al 2010.

Se dovessimo utilizzare un solo aggettivo per descrivere Lewis Hamilton useremmo la parola “vincente”, perché lo è sempre stato, fin da ragazzino, tanto che a soli 12 anni la McLaren lo mise sotto contratto e lo sponsorizzò durante tutta la sua scalata nelle serie minori. Lewis regalò subito delle soddisfazioni conquistando il titolo di campione europeo di Kart Formula A nel 2000, di Formula Renault 2.0 nel 2003, di F3 EuroSeries nel 2005, di GP2 nel 2006, stagione al termine della quale Ron Dennis, patron della McLaren, annunciò che l’anno successivo Hamilton avrebbe esordito in Formula 1.

Il primo titolo con McLaren

Fin dal suo primo anno in Formula 1 Lewis Hamilton lottò per il titolo collezionando subito nove podi consecutivi e vincendo quattro gare. Perse il titolo iridato all’ultimo gran premio, in Brasile: in quella occasione si era presentato a San Paolo con 7 punti di vantaggio sul ferrarista Kimi Räikkönen e 4 sull’altro pilota McLaren Fernando Alonso, ma una serie di errori e di problemi tecnici lo costrinsero a chiudere al settimo posto, mentre il finlandese si aggiudicò la gara e, per un solo punto, anche il Mondiale. Hamilton concluse al secondo posto a pari merito con il suo compagno di scuderia Alonso, con il quale aveva un pessimo rapporto, tanto che lo spagnolo decise poi di tornare alla Renault avendo intuito che in casa McLaren avrebbero preferito investire sul britannico: una decisione che si rivelò azzeccatissima.

Il titolo, infatti, arrivò l’anno dopo, nel 2008, grazie ai cinque gran premi vinti e altri cinque podi ottenuti per un totale di 98 punti (nel 2007 erano stati 109 con un gp in meno). All’ultima gara in Brasile, sul circuito di Interlagos, per ottenere il successo iridato per la prima volta, gli bastò il quinto posto, nonostante la vittoria del ferrarista Felipe Massa, secondo in classifica, .

Gli anni dal 2009 al 2013 non furono facili per il primo pilota di colore capace di vincere il Mondiale di Formula 1. Dovette infatti assistere prima al successo di Jenson Button con la Brawn e poi al poker di Sebastian Vettel con la Red Bull. Tuttavia anche in quegli anni Hamilton vinse almeno un gran premio all’anno e chiuse il Mondiale sempre tra il 4°e il 5° posto. Ma nel frattempo, nella stagione 2013, cambiò scuderia passando alla Mercedes e prendendo il posto di Michael Schumacher, l’uomo a cui avrebbe poi sottratto alcuni dei record più importanti.

Hamilton e il dominio Mercedes

In Mercedes, a parte il primo anno di rodaggio in cui arrivò quarto in classifica e conquistò un solo gran premio (il suo preferito in Ungheria) e quattro altri podi (tutti terzi posti), Lewis Hamilton è stato protagonista di un vero e proprio dominio. Dal 2014 al 2020, infatti, ha collezionato ben sei titoli di campione del mondo e la sua scuderia ha vinto per sette volte consecutive il titolo costruttori. L’unica stagione in cui il fenomeno di Stevenage non ha trionfato è stata quella del 2016, in cui ha avuto la meglio il suo compagno Nico Rosberg, battendolo per soli cinque punti nonostante un gp in meno vinto (dieci per Hamilton, nove per il tedesco).

Nelle ultime quattro stagioni Hamilton ha avuto al suo fianco il finlandese Valtteri Bottas e lo ha sempre surclassato, confermando il fatto che, al di là della forza della Mercedes, è lui il miglior pilota in assoluto. Anche con i precedenti compagni di scuderia ha quasi sempre vinto il duello: gli unici a “batterlo” sono stati Jenson Button nel 2011 (ma Lewis lo ha poi superto nelle altre due stagioni da compagni di team) e Rosberg nel 2016 come abbiamo già visto, dopo essere stato superato per tre stagioni di fila e con tanto di polemiche perché in quell’anno la scuderia lo ha aiutato più di quanto abbia fatto con Lewis.

La storia di Hamilton con la Mercedes è una storia di successi e di record. Si può dire, infatti, che soprattutto nelle ultime stagioni Lewis abbia lottato solo contro la storia. Ha infatti fatto suoi i record più importanti: da quello del maggior numero di gran premi vinti, ben 95 su 266 disputati, a quello delle pole position (98), e poi ancora il record di punti ottenuti (3778) e di podi (165). È suo anche il record di Mondiali vinti, sette, come abbiamo visto, gli stessi di Michael Schumacher, con il quale dunque condivide questo primato. Ed è proprio la conquista dell’ottavo titolo la sfida che Lewis Hamilton cercherà di vincere nella prossima stagione.

Lewis Hamilton The GOAT della Formula 1?

L’idolo di Lewis Hamilton è Ayrton Senna, ma gli ci sono voluti pochi anni in Formula 1 per battere i record dello sfortunato campione brasiliano (tre titoli iridati e 41 GP vinti). Il suo vero rivale nella storia di questo sport è Michael Schumacher, al quale ha già sottratto i record del maggior numero di gran premi vinti, di pole e di podi, visto che il tedesco si è fermato a 91 gp, 155 podi e 68 pole. Avendolo poi eguagliato nel numero di titoli iridati, potremmo dire che questi numeri basterebbero a Lewis Hamilton per essere considerato The GOAT, ossia The Greatest of All Times, il migliore di tutti i tempi nella storia della Formula 1. Ma se proprio volessimo essere pignoli, ci sono ancora molti record che il britannico potrebbe sottrarre al tedesco, tra i più importanti quello dei cinque titoli iridati consecutivi. Ora Lewis è a quattro, dato che li ha vinti dal 2017 al 2020: questo significa che la serie è aperta e che vincendo nel 2021 Hamilton staccherebbe Schumi nel numero di titoli iridati vinti in totale e lo eguaglierebbe in quello dei titoli consecutivi.

Il 2020 di Hamilton tra record, Covid e onorificenze

Nel 2020, per la quarta volta dopo il 2014, il 2018 e il 2019, Hamilton ha conquistato ben 11 gran premi ed è salito sul podio altre tre volte su un totale di sole 17 gare stagionali, un numero inferiore rispetto agli altri anni a causa del Covid che anche il pilota britannico ha contratto, quando era in Bahrein per i due Gp consecutivi, vedendosi costretto a saltare il secondo, quello di Sakhir, per il quale è stato sostituito da George Russell. Nella stagione appena trascorsa Hamilton ha prima eguagliato (nel GP dell’Eifel) e poi battuto (in Portogallo) il record di gran premi vinti da Schumacher e ad Abu Dhabi ha stabilito anche il record assoluto di podi. Infine ha messo il sigillo sul settimo titolo iridato con tre gran premi di anticipo, trionfando in Turchia.

Sono stati tantissimi gli altri record stabiliti da Hamilton nel 2020:
– maggior numero di gare consecutive concluse e terminate a punti (48) tra il Gp di Gran Bretagna 2018 e quello del Bahrein 2020;
– maggior tempo trascorso tra il primo e l’ultimo titolo iridato: 12 anni;
– numero di podi con lo stesso costruttore: 116, come Schumacher con la Ferrari;
– numero di podi e di vittorie in GP diversi: rispettivamente 31 e 28 in Emilia Romagna
– numero di podi e di vittorie in circuiti diversi: rispettivamente 32 e 29 a Imola;
– vittorie con lo stesso costruttore: 74 in Bahrein;
– vittorie partendo dalla pole position: 58 in Bahrein;
– stagioni di fila con almeno una vittoria: 14;
– pole position in assoluto: 98 in Bahrein;
– stagioni consecutive con almeno una pole: 14;
– pole in Gp e circuiti diversi: rispettivamente 27 e 29 in Portogallo;
– pole con lo stesso costruttore: 72 in Bahrein;
– giri veloci in gp differenti: 23 nel gp dell’Emilia Romagna;
– giri veloci su circuiti differenti: 24 a Imola (come Schumacher);
– numero di chilometri percorsi in testa: 25.900 fino al GP del Bahrein 2020;
– gran premi percorsi in testa dal primo all’ultimo giro: 22 con il Gp del Belgio 2020;
– partenze con lo stesso costruttore: 266.

Durante le festività natalizie, Lewis Hamilton, che già dal 2008 è membro dell’Ordine dell’Impero Britannico, è stato nominato anche Sir per meriti sportivi, ricevendo l’onorificenza che lo eleva al rango di Knight Bachelor.

Sir Lewis Hamilton e il contratto 2021 ancora in forse

Negli ultimi gran premi del 2020 si era sparsa una voce secondo cui Lewis Hamilton volesse ritirarsi a fine stagione o quantomeno prendere un anno sabbatico. Voce basata soprattutto sul fatto che non aveva ancora rinnovato il contratto con la Mercedes nonostante l’offerta faraonica della scuderia tedesca. Tuttavia è stato lo stesso Hamilton, al ritorno in pista dopo lo stop per la positività al Covid, a confermare di voler continuare e non poteva essere altrimenti visto che è alla sua portata il record assoluto di mondiali vinti. Nonostante questa rassicurazione, però, il campione del mondo non ha ancora rinnovato con Mercedes.

In realtà è alquanto improbabile che Hamilton voglia cambiare scuderia, visto che tutti i sedili sono già assegnati e soprattutto dal momento che nel 2021 la Mercedes sarà ancora l’auto da battere. Il problema dunque è solo legato al contenuto del contratto e non è neanche un problema economico, visto che, appunto, la Mercedes gli offre ben 40 milioni di euro, dei bonus e una supercar AMG One che da sola vale 2,25 milioni di euro. Un contratto, dunque, che in totale ha un valore di circa 46 milioni di euro, che a quanto pare non sembra abbia ancora convinto Hamilton ad apporre la sua firma.

L’argomento di discussione è prima di tutto la durata: la Mercedes offre un anno più l’opzione per un secondo anno, Hamilton vuole invece un contratto di tre anni. Inoltre Lewis vuole la garanzia di avere un ruolo importante nella scuderia anche una volta che si sarà ritirato dalle corse: infatti vorrebbe essere l’uomo simbolo della transizione verso le auto elettriche. Toto Wolff ha fatto capire che in un modo o in un altro l’accordo sarà trovato e che c’è tempo fino ai primi di marzo, quando scatteranno i test a Barcellona.