Il 3 gennaio 1969, 52 anni fa, nasceva a Hürth, in Germania, un bambino destinato a diventare uno degli sportivi più amati e più vincenti di tutti i tempi. A soli quattro anni cominciò a distinguersi alla guida dei kart, dando il via alla sua carriera sulle quattro ruote, bruciando le tappe nelle varie classi fino ad arrivare in Formula 1 nel 1991. Parliamo naturalmente di Michael Schumacher, un nome che non ha bisogno di presentazioni e che è indissolubilmente legato alla storia di questo sport e in particolare a quella della scuderia italiana con più fan in tutto il mondo, la Ferrari.

Schumacher non è nato in una famiglia particolarmente benestante: suo padre Rolf faceva il muratore, ma gestiva anche il circuito di kart a Kerpen e fu proprio lì che Michael mosse i primi passi nel motorsport, facendosi immediatamente notare da Jürgen Dilk, che decise di aiutarlo economicamente nelle prime tappe della sua carriera. Poi arrivò anche l’aiuto di Gustav Hoecker, concessionario del marchio Lamborghini, e infine di Will Weber, che gli permise di esordire in Formula 3. Nel 1991 arrivò il salto in Formula 1 con la Jordan, con cui disputò un gran premio prima di passare alla Benetton con cui prese parte ad altre cinque gare, ottenendo come miglior risultato il quinto posto nel Gran Premio d’Italia, un Paese che, evidentemente, era già nel suo destino.

Con la Benetton disputò altri quattro Mondiali di Formula 1 e già al termine della sua prima stagione completa, nel 1992, salì sul podio iridato, al terzo posto, dietro a Nigel Mansell, campione del mondo con la Williams, e Riccardo Patrese, secondo con la stessa scuderia. Schumi ottenne anche la sua prima vittoria nel GP del Belgio, che l’anno prima era stato quello del suo esordio (senza però riuscire a concluderlo dopo aver ottenuto il settimo posto sulla griglia di partenza).

Nella stagione 1993, sempre con la Benetton, vinse solo il GP del Portogallo, ma salì sul podio altre otto volte, chiudendo infine in quarta posizione. Poi, dall’anno successivo, cominciò il suo dominio. Nella stagione 1994, infatti, Michael Schumacher vinse il suo primo titolo mondiale conquistando ben otto gran premi e altri due podi su un totale di sedici gare. Si ripetè l’anno dopo, confermandosi campione del mondo e conquistando nove gran premi e altri due podi su diciassette gare in totale.

Nel 1995 Schumacher regalò anche il primo e unico titolo della sua storia alla Benetton, ma già in estate decise che dall’anno successivo sarebbe approdato in un’altra scuderia italiana, la Ferrari, che, volendo tornare al successo dopo troppi anni di digiuno, aveva deciso di puntare sul pilota più forte in circolazione.

I trionfi di Michael Schumacher con la Ferrari

Quando Schumacher arrivò a Maranello, il Cavallino non vinceva il titolo costruttori dal 1983 e l’ultimo pilota che era riuscito a vincere il Mondiale piloti su una Rossa era stato il sudafricano Jody Scheckter nel 1979. La Ferrari, tuttavia, non era ancora pronta a battere la Williams di Damon Hill e Jacques Villeneuve, i due piloti che si aggiudicarono il titolo iridato rispettivamente nel 1996 e nel 1997, e poi la McLaren di Mika Häkkinen, che vinse nel 1998 e nel 1999.

Le prime quattro stagioni di Schumi alla Ferrari non furono facili, nonostante l’impegno del tedesco sempre lì in lotta con i primi. Nel 1996 la monoposto del Cavallino aveva ancora troppi problemi di affidabilità, ma il pilota tedesco riuscì comunque a togliersi qualche soddisfazione vincendo il GP di Spagna, quello del Belgio e quello d’Italia e arrivando sul podio altre cinque volte per chiudere infine al terzo posto dietro ai piloti Williams. Nel 1997, invece, arrivò secondo nella classifica finale, ma fu squalificato a causa di una manovra compiuta ai danni di Villeneuve. Schumi vinse quell’anno cinque gran premi e arrivò sul podio altre tre volte, ma quell’episodio fu condannato da tutti.

Nel 1998 arrivarono altri sei successi e quattro podi grazie ai quali ottenne il secondo posto nella classifica iridata, mentre nel 1999, dopo aver vinto due GP, fu protagonista di un grave incidente durante il Gran Premio di Silverstone e si fratturò la gamba destra. Per sei gare fu sostituito da Mika Salo, poi, quando tornò in pista per gli ultimi due GP, ottenne due secondi posti in Malesia e Giappone, chiudendo infine al quinto posto, mentre la Ferrari chiuse la stagione tornando a vincere il titolo costruttori dopo quasi vent’anni di digiuno.

Ma fu dal 2000 al 2004 che Michael Schumacher divenne una vera e propria leggenda per la casa di Maranello e non solo. Conquistò infatti cinque titoli iridati consecutivi, portando al Cavallino altrettanti titoli costruttori (che dunque alla fine furono sei di fila). Nessuno ci era riuscito prima di lui, visto che fino ad allora il pilota che aveva ottenuto più titoli mondiali consecutivi era stato Juan Manuel Fangio dal 1954 al 1957, quindi per quattro volte e cambiando più volte scuderia.

Schumacher nel 2000 vinse nove gran premi e ottenne altri tre podi; nel 2001 vinse altre nove gare e arrivò secondo cinque volte; nel 2002 conquistò ben undici gran premi e salì sul podio in tutti gli altri, terzo in Malesia e secondo in altre cinque occasioni; nel 2003 le vittorie totali furono sei e gli altri podi due; nel 2004 arrivarono addirittura 13 vittorie e due secondi posti.

Il 2005 e 2006 furono invece gli anni del doppio trionfo di Fernando Alonso con la Renault, ma Schumacher arrivò comunque sul podio finale, terzo nel 2005 e secondo nel 2006, ottenendo una vittoria e quattro podi nel 2005 e sette vittorie e altri cinque podi nel 2006, anno in cui si ritirò dalle gare, pur restando in casa Ferrari come super-consulente, collaudatore e anche come terzo pilota. Nel 2009, però, cominciarono a circolare le voci di un possibile ritorno di Schumi in pista con la Mercedes.

I record di Kaiser Schumi e la sua vita dopo l’addio alle Rosse

E fu proprio così: nel 2010 Michael Schumacher, il Kaiser della Formula 1, tornò alle gare al volante di una Mercedes, al fianco di Nico Rosberg. Ci restò per tre stagioni, ma non riuscì più a vincere alcun gran premio: il miglior risultato fu il terzo posto nel GP d’Europa del 2012. Chiuse al nono posto il primo anno, all’ottavo la stagione successiva e al tredicesimo nella terza stagione che fu anche l’ultima in assoluto per lui in Formula 1.

Schumi chiuse dunque la sua carriera con sette titoli iridati, 91 gran premi vinti, 155 podi e 68 pole position. Questi erano tutti dei record fino a poco tempo fa, quando Lewis Hamilton li ha battuti tutti. Al tedesco restano però ancora molti record:

  • numero di titoli iridati consecutivi: 5, mentre Hamilton è a 4;
  • numero di giri veloci in gara: 77;
  • hat trick, ossia pole position, vittoria del GP e giro veloce nello stesso weekend: 22;
  • maggior numero di piazzamenti nei primi tre del mondiale: 12;
  • maggior numero di stagioni disputate: 19, primato condiviso con Rubens Barrichello;
  • maggior numero di gran premi con lo stesso costruttore: 179 con la Ferrari;
  • maggior numero di vittorie in una stagione: 13 nel 2004, primato condiviso con Sebastian Vettel che ne ha ottenute 13 nel 2013;
  • stagioni consecutive con almeno una vittoria: 15;
  • maggior numero di vittorie nello stesso gran premio: 8 in Francia, come Lewis Hamilton in Ungheria;
  • maggior numero di pole position nello stesso gran premio: 8 in Giappone come Ayrton Senna a San Marino e Lewis Hamilton in Australia;
  • maggior numero di giri veloci con lo stesso costruttore: 53 con la Ferrari;
  • stagioni consecutive con almeno un giro veloce: 15;
  • maggior numero di giri veloci nello stesso gran premio: 7 in Spagna come Nigel Mansell in Gran Bretagna e Lewis Hamilton in Italia;
  • maggior numero di secondi posti: 43;
  • maggior numero di podi consecutivi: 19;
  • maggior numero di podi consecutivi dalla prima gara della stagione: 17 nel 2002;
  • maggior numero di podi in una stagione: 17 nel 2002 come Vettel nel 2011 e Hamilton nel 2015, 2016, 2018 e 2019;
  • maggior numero di podi con lo stesso costruttore: 116 con la Ferrari come Hamilton con la Mercedes;
  • stagioni consecutive con almeno un podio: 15;
  • maggior numero di podi nello stesso gran premio: 12 in Canada, San Marino e Spagna;
  • maggior numero di giri percorsi in testa: 5.111;
  • stagioni consecutive con almeno un giro in testa: 15;
  • maggior numero di vittorie con giro veloce: 48;
  • maggiore velocità media tenuta in una gara: 247,586 km/h nel GP d’Italia del 2003.

Solo un anno dopo il ritiro definitivo dalle gare, il 29 dicembre 2013, mentre era in vacanza sulla neve con la sua famiglia a Méribel, Schumacher ebbe un grave incidente durante una discesa con gli sci: battè la testa contro una roccia e l’asta di una videocamera sportiva perforò il casco, impattando contro il cranio. Fu ricoverato d’urgenza e sottoposto a una operazione neurochirurgia. A giugno 2014, la sua portavoce dichiarò che era finalmente uscito dal coma e aveva lasciato l’ospedale di Grenoble per cominciare un percorso riabilitativo in una clinica privata, poi, a settembre di quello stesso anno, cominciò la riabilitazione a casa sua, a Gland, nel Canton Vaud in Svizzera dove vive con la sua famiglia dal 1996, l’anno dopo il matrimonio con Corinna Betsch.

E adesso tocca a Mick!

Nella prossima stagione un altro Schumacher esordirà in Formula 1 dopo Michael e Ralph: si tratta di Mick, secondogenito del Kaiser, che si è già distinto nelle categorie inferiori vincendo nel 2018 la F3 europea e nel 2020 la Formula 2.

Mick da bambino, cominciando il suo percorso nei kart, ha usato il cognome della madre per non attirare troppo l’attenzione. La sua bravura è emersa man mano che è salito di categoria e ora è, come abbiamo visto, il campione in carica della Formula 2, pronto a sbarcare in Formula 1 sulla Haas, con motore Ferrari: dal 19 gennaio 2019, infatti, Mick fa parte della Ferrari Driver Academy. Nella stagione 2021 correrà con il numero 47 e al suo fianco ci sarà il suo coetaneo Nikita Mazepin. I due nuovi piloti Haas sono entrambi nati a marzo del 1999.