Campione d’Europa con la Nazionale e primo Pallone d’Oro italiano non oriundo, festeggia oggi, 18 agosto, i suoi 77 anni Gianni Rivera, il “Golden Boy” del calcio nel Bel Paese. Nato ad Alessandria il 18 agosto del 1943, ha fatto le fortune del Milan con cui ha giocato per quasi vent’anni vincendo tutto, compreso il riconoscimento individuale più prestigioso per un calciatore. Dall’esordio nel mondo del calcio ai successi con il Diavolo e l’Italia, ecco le tappe principali della carriera di Gianni Rivera.

Dall’esordio con l’Alessandria al passaggio di Rivera al Milan

Gianni Rivera cresce nelle giovanili dell’Alessandria. Ad accorgersi del suo talento non è uno qualunque ma Silvio Piola, il marcatore più prolifico nella storia della Serie A: di lui dice che fa cose che alla sua età nemmeno sarebbe riuscito a immaginare. La carriera di Rivera confermerà poi che Piola ci aveva visto lungo. Dopo due anni con l’Alessandria, squadra con la quale debutta anche in Serie A, per il giovane Rivera nel 1960 arriva una chiamata irrinunciabile, quella del Milan. I Rossoneri, per la verità, lo avevano ingaggiato nel 1959, lasciandolo in prestito al club piemontese ancora per un anno. Curiosamente, la prima partita di Rivera con la nuova maglia è propria contro l’Alessandria, il 18 settembre del 1960, in una sfida valida per la Coppa Italia e vinta 5 a 3 dal Diavolo.

Argomento di dibattito, almeno inizialmente, è il ruolo di Gianni Rivera: l’allenatore Viani lo schiera come ala destra, ma si rende conto che il suo talento non è esaltato a pieno. Le cose cambieranno con l’arrivo in panchina di Nereo Rocco. Pur essendo restio ad affidarsi ai giovani – Rivera non ha nemmeno 18 anni all’epoca – Rocco viene convinto da Viani, che nel frattempo è diventato direttore tecnico del Milan, a puntare sul giovane talento piemontese. Il nuovo allenatore schiera Rivera alle spalle delle punte con compiti di regia. È la svolta: al termine della stagione 1961-1962 il Milan vincerà lo scudetto e Rivera metterà in bacheca il primo titolo della sua carriera a soli 18 anni, realizzando 10 gol in campionato.

Gli anni d’oro in rossonero del Golden Boy

Quello del 1962 sarà il primo di 12 titoli vinti da Rivera con la maglia del Milan. Il fantasista rossonero conquisterà altri due campionati nel 1968 e nel 1979, quattro Coppe Italia (1967, 1972, 1973 e 1977), due Coppe dei Campioni (1963 e 1969), due Coppe delle Coppe (1968 e 1973) e una Coppa Intercontinentale nel 1969. In 19 anni alla corte rossonera, Rivera colleziona 648 presenze condite da 164 gol che lo pongono al terzo posto nella classifica marcatori all time nella storia della società, dietro a Nordahl a 213 reti e Shevchenko a 175.

Rivera indossa la fascia da capitano in 12 delle 19 stagioni al Milan, mettendola per la prima volta al braccio nel 1967. Da capitano solleva la Coppa dei Campioni del 1969, vinta battendo in finale per 4 a 1 l’Ajax. Due delle quattro reti sono frutto del suo genio dal quale nascono due assist che Pierino Prati trasforma nel secondo e nel quarto gol. A dicembre di quello stesso anno, Gigi Riva e Gianni Rivera si contenderanno il Pallone d’Oro e sarà il capitano rossonero ad avere la meglio, chiudendo il cerchio di un’annata indimenticabile.

La vittoria al campionato europeo e il dualismo tra Sandro Mazzola e Gianni Rivera

Per quanto riguarda la carriera in azzurro, Rivera fa il suo esordio nella Nazionale a 18 anni, il 13 maggio 1962, nell’amichevole di Bruxelles vinta 3 a 1 contro il Belgio. Dopo due mondiali amari, quello del 1962 e quello del 1966 divenuto celebre per la storica eliminazione per mano della Corea del Nord, farà parte della Nazionale campione d’Europa nel 1968, pur non disputando la finale a causa di un infortunio.

Gioca, però, la celebre semifinale contro l’Unione Sovietica risolta in favore degli Azzurri con il lancio della monetina al termine dei tempi supplementari. In quella partita Sandro Mazzola e Gianni Rivera sono in campo insieme, diversamente da quanto accadrà ai Mondiali di Messico ’70, quando saranno protagonisti del celebre dualismo che culminerà nella finale persa contro il Brasile. Rivera, infatti, entrerà solo a sei minuti dal termine, a punteggio largamente compromesso, pur essendo stato il protagonista della “partita del secolo”, la semifinale contro la Germania Ovest, con il gol vittoria del definitivo 4 a 3. Anche in quell’occasione Rivera era subentrato a Mazzola nel secondo tempo. Il capitano del Milan lascerà la Nazionale nel 1974 con un bilancio di 60 presenze e 14 gol.

Gianni Rivera, vita privata e attività dopo il calcio

Anche dopo aver lasciato il calcio giocato, Rivera non ha abbandonato il mondo Milan rimanendo in società con un ruolo dirigenziale. Vicepresidente rossonero fino al 1986, va ricordata anche la carriera di Gianni Rivera da politico. Entrato nella Democrazia Cristiana nel 1987, è stato sottosegretario alla Difesa nel primo governo Prodi, nel primo e secondo governo D’Alema e nel secondo governo Amato.

Sono tre i figli di Gianni Rivera: la prima figlia, Nicole, è nata nel 1977 dalla relazione tra Gianni Rivera e la moglie Elisabetta Viviani, mentre dal matrimonio con Laura Marconi sono nati Chantal nel 1994 e Gianni nel 1996. Gianni Rivera oggi è ancora attivo nello sport: il 25 settembre 2019, a 76 anni, ha ottenuto il patentino da allenatore Uefa professionista, dimostrando ancora una volta che la passione per il calcio non ha età e sa andare al di là delle leggi del tempo.