I Maldini sono uno degli esempi più evidenti di come il calcio possa diventare a tutti gli effetti una questione di famiglia. I figli di Paolo Maldini, Christian e Daniel, in questo senso, stanno portando avanti una tradizione iniziata con nonno Cesare e proseguita fino a oggi tra grandi successi e una storia che ha legato indissolubilmente una famiglia al calcio, e al Milan in particolare, attraverso le generazioni.

L’alba del Milan dei Maldini: la storia di Cesare

Il regno dei Maldini nel mondo del calcio inizia il 24 maggio del 1953, quando Cesare debutta in Serie A con la maglia della Triestina sul campo del Palermo. Di mestiere difensore, Maldini impressiona fin da giovanissimo tanto che un maestro di calcio come Nereo Rocco decide di aggregarlo alla prima squadra friulana una volta maggiorenne.

Nell’estate del ’54 Cesare Maldini approderà al Milan per dare il via a un legame che sopravviverà al tempo e alle generazioni. In rossonero, da calciatore, vince quattro scudetti e la Coppa dei Campioni, alzata da capitano a Wembley, il 22 maggio 1963. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo al termine dell’esperienza di un anno a Torino nel 1967, inizia la sua nuova vita da allenatore, che lo riporterà alla corte del Diavolo. Qui vincerà una Coppa Italia e una Coppa delle Coppe nel 1973.

Ma è da Ct della Nazionale Under 21 che Cesare Maldini ottiene i suoi più grandi successi da allenatore, conquistando ben tre campionati europei (1992, 1994 e 1996) e diventando uno dei commissari tecnici più vincenti nella storia degli Azzurrini. Tra il 1996 e il 1998 guida anche la Nazionale maggiore fermandosi solo ai calci di rigore, ai quarti contro la Francia padrona di casa, durante i Mondiali del 1998. È in questa occasione che allena per la prima volta il figlio Paolo, già titolare nel Milan, in un simbolico passaggio del testimone, da Maldini padre a Maldini figlio.

L’era di Paolo Maldini al Milan

La staffetta dei Maldini nel mondo del calcio prosegue con il quartogenito di Cesare, Paolo, che legherà la sua intera carriera calcistica al Milan, con cui debutta, ancora sedicenne, il 20 gennaio 1985. Nils Liedholm, che lo ha convocato a causa dell’assenza di Tassotti, lo fa entrare al posto dell’infortunato Sergio Battistini. Il resto, da quel giorno ad oggi, è storia nota, ricordo indelebile nel cuore dei tifosi rossoneri: sette scudetti, una Coppa Italia, cinque Supercoppe, cinque Champions League, altrettante Supercoppe Uefa, due Coppe Intercontinentali e un Mondiale per club.

Quel ragazzino, che aveva debuttato con la 14, ha legato il suo nome alla maglia numero 3 del Milan che, come la 6 di Baresi, è stata ritirata dalla società rossonera dopo l’addio al calcio giocato di Paolo Maldini nel maggio 2009. Addio di Paolo ma non della famiglia Maldini, che prosegue ancora oggi il suo matrimonio con il calcio, grazie ai figli della bandiera rossonera, Christian e Daniel, discendenti di una dinastia che sul rettangolo verde ha costruito il proprio regno.

Paolo Maldini e i figli Christian e Daniel

Così come il padre, anche il primogenito Christian Maldini, difensore pure lui, ha iniziato la sua carriera dalle giovanili del Milan, nonostante il suo percorso sia proseguito lontano dai rossoneri. Un viaggio complesso, fatto di tanta gavetta e non privo di momenti difficili, anzi. Reggiana, Hamrun Spartans, Pro Sesto, Fondi, Piacenza e Fano: sei club in appena tre anni, una continuità ancora mai arrivata e il peso di una gloriosa dinastia sulle spalle di un ragazzo alla ricerca del suo posto nel calcio. Il viaggio di Christian è ripartito dalla Pro Sesto nel 2019, con la speranza di non dover rimanere sempre con la valigia pronta.

Daniel Maldini ha, invece, rotto la tradizione di famiglia che ha prodotto una dinastia di difensori: il giovane classe 2001, infatti, di mestiere fa il centrocampista offensivo. Cresciuto nella Primavera rossonera, ha fatto il suo esordio in prima squadra lo scorso 2 febbraio nell’1 a 1 di San Siro contro il Verona, sulle orme del nonno e del papà. Se la dinastia dei Maldini darà continuità ai fasti del passato, solo il tempo e il campo lo diranno. Nel frattempo gli eredi al trono hanno già fatto la loro mossa.