Oggi, 14 febbraio, compie 30 anni Christian Eriksen. Il centrocampista danese ha vissuto un momento molto complesso in occasione degli ultimi campionati europei, in seguito all’arresto cardiaco patito durante la partita contro la Finlandia. Ora la sua avventura nel mondo del calcio, dopo l’intervento per l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo e la separazione dall’Inter, è ripartita dal Brentford in Premier League. In occasione del suo 30° compleanno, andiamo allora a celebrare al meglio la sua carriera e i principali successi.

L’alba della carriera di Eriksen da calciatore

Christian Eriksen cresce calcisticamente nel settore giovanile dell’Odense, club della terza città più grande della Danimarca. Le prestazioni del giovane centrocampista attirano l’attenzione di una delle società più abili in Europa a scovare e coltivare talenti: l’Ajax. La squadra di Amsterdam lo preleva dall’Odense nel 2008 per poi farlo debuttare in prima squadra due anni più tardi. Le qualità tecniche messe in campo fin da subito dimostrano che anche in questo caso i Lancieri ci hanno visto giusto. Con l’Ajax Eriksen disputa tre stagioni, portando a casa tre campionati, una Coppa e una Supercoppa d’Olanda, conditi da uno score personale di 163 presenze e 32 gol.

Gli anni di Eriksen al Tottenham

Nel 2013 Eriksen vola in Inghilterra per giocare in Premier League con la maglia del Tottenham che paga il suo cartellino circa 14 milioni di euro. Gli Spurs sono un ottimo collettivo, orchestrato da Pochettino in panchina e guidato in campo da talenti come Harry Kane e Dele Alli, oltre naturalmente a Eriksen.

Il momento più alto nella carriera del centrocampista danese e del club di Londra arriva nel 2019 quando il Tottenham raggiunge la finale di Champions League tutta inglese con il Liverpool, dopo la storica rimonta in semifinale proprio ai danni dell’Ajax, ex squadra di Eriksen. È una storia, però, che non ha un lieto fine visto che sono i Reds a sollevare la “Coppa dalle grandi orecchie”. La delusione patita al Wanda Metropolitano di Madrid segna di fatto l’inizio del declino dell’esperienza di Eriksen al Tottenham che culminerà con l’esonero di Pochettino e l’approdo in panchina di Josè Mourinho. Il calciatore danese non rinnova il contratto con gli Spurs e, non rientrando nei piani dell’allenatore portoghese, si convince che è il momento di cominciare una nuova avventura.

Il passaggio di Eriksen all’Inter

A bussare alla porta del centrocampista danese è l’Inter che si assicura le prestazioni di Eriksen nel mercato di gennaio 2020. Il rapporto con l’allora allenatore nerazzurro Antonio Conte non è semplicissimo: il tecnico salentino non sembra vederlo e le occasioni per mettere in mostra il proprio valore in campo sono davvero poche. Ad un anno di distanza dall’arrivo a Milano la situazione non migliora e, anzi, Eriksen sembra ad un passo dall’addio.

La separazione, però, non si concretizza e qualcosa si sblocca. Conte confeziona una nuova collocazione tattica per Eriksen che risponde positivamente, soprattutto in termini di prestazioni e continuità di rendimento. La crescita del talento danese coincide anche con l’inizio di una marcia inarrestabile che porterà l’Inter a conquistare lo scudetto 2020-2021 e a scucire il tricolore dal petto della Juventus, dominatrice assoluta da nove anni consecutivi.

Eriksen: il malore in campo agli Europei

Dopo i successi a livello di club, nell’estate del 2021 Eriksen si aggrega alla Nazionale danese per i campionati europei. Il numero 10 è la stella della selezione. Nel corso della partita d’esordio contro la Finlandia, però, ha un malore e si accascia improvvisamente sul terreno di gioco. La notizia dell’arresto cardiaco patito in campo da Eriksen  fa il giro del mondo, così come le drammatiche immagini sul rettangolo verde: fortunatamente il calciatore riuscirà a riprendersi. Eriksen è stato sottoposto ad un intervento durante il quale gli è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo e oggi, in seguito alla sofferta separazione dall’Inter, ha firmato con il Brentford, squadra di Premier League con cui potrà tornare in campo tra qualche settimana: un lieto fine molto più prezioso di qualunque trofeo.