Bandiera e leggenda del Manchester United, sopravvissuto al disastro aereo di Monaco nel 1958, oggi 11 ottobre festeggia i suoi 83 anni Bobby Charlton. Dall’esordio coi Red Devils fino al titolo iridato con l’Inghilterra nel Mondiale di casa nel 1966, passando per i successi con i club e il Pallone d’oro, ripercorriamo la carriera dell’ex attaccante in occasione del suo 83° compleanno.

L’alba della leggenda di Sir Bobby Charlton

Bobby Charlton nasce l’11 ottobre del 1937 ad Ashington, una cittadina di poco più di 25 mila abitanti nella contea di Northumberland, in Inghilterra. Qui comincia a muovere i primi passi nel mondo del calcio con la rappresentativa delle scuole. Non passa molto tempo perché il suo talento venga notato.

Il caso vuole che ad assistere alle partite del giovane Bobby non ci sia uno qualsiasi, ma Matt Busby, allora allenatore del Manchester United che, nel gennaio del 1953, gli fa firmare il suo primo contratto con i Red Devils, quando ha da poco compiuto appena 15 anni. È l’alba della carriera di un calciatore che diventerà bandiera e leggenda del club. A tre anni dalla firma del contratto Bobby, a soli 18 anni, fa il suo esordio in prima squadra contro, per un curioso intreccio del destino, il club suo omonimo: il Charlton. Lo United vincerà 4 a 2 e lui battezzerà il suo debutto con una doppietta.

I successi di Bobby Charlton con il Manchester United

Bobby Charlton al Manchester United trascorre ben 14 anni, collezionando un totale di 325 presenze tra campionato e coppe, condite da 95 gol. Vince il suo primo titolo, una Premier League, nel 1957. Ne arriveranno altre due, nel 1965 e nel 1967, alle quali si aggiungeranno, a livello nazionale, una Coppa d’Inghilterra nel 1963 e quattro Charity Shield (noto oggi come Fa Cup Community Shield).

A livello continentale, invece, si laureerà campione d’Europa con i Red Devils nel 1968, superando in finale il fortissimo Benfica della “Perla Nera” Eusebio. Nella finale di Londra del 29 maggio, Charlton, con la fascia di capitano al braccio, risulterà decisivo con la sua doppietta nel 4 a 1 finale, maturato dopo i tempi supplementari.

Dalla tragedia di Monaco al Mondiale del ‘66

È il 6 febbraio del 1958 quando il giovane Bobby, che all’epoca ha appena 21 anni, vive una tragedia che avrebbe potuto far prendere alla sua carriera una piega ben diversa rispetto a quella che è stata. Insieme alla squadra decolla da Belgrado dove lo United ha pareggiato per 3 a 3 la partita di Coppa Campioni contro la Stella Rossa. Il volo fa scalo a Monaco per il rifornimento, ma dall’aeroporto bavarese non ripartirà più. Al terzo tentativo di decollo, infatti, a causa della presenza di neve e ghiaccio sulla pista, l’aereo si schianta provocando la morte di 23 dei 44 passeggeri (otto calciatori, tre membri dello staff, otto giornalisti e altri quattro tra membri dell’equipaggio e altri passeggeri). Tra i sopravvissuti all’incidente, ci sono Bobby Charlton e l’allenatore Matt Busby.

Proprio loro due, dieci anni dopo la tragedia di Monaco, trascineranno lo United alla vittoria della Coppa Campioni a Wembley contro il Benfica. Nel 1966 Charlton è anche tra i protagonisti della Nazionale inglese campione del mondo nel torneo di casa, per quello che, ad oggi, è il primo e unico titolo mondiale dei Tre Leoni.  L’attaccante dello United, in semifinale, stende con una doppietta il Portogallo di Eusebio, prima di sollevare la Coppa del Mondo a Wembley, al termine di una tiratissima finale contro la Germania Ovest vinta 4 a 2 dopo i tempi supplementari. Quello stesso anno il successo iridato da protagonista gli consentirà di mettere in bacheca anche il Pallone d’oro.

L’addio di Charlton al calcio

Quando saluta lo United nel 1973 lascia una squadra alla deriva che l’anno seguente subirà l’umiliazione della retrocessione. Giocherà ancora un paio di anni al Preston North End, squadra nella quale ricopre il doppio ruolo di giocatore-allenatore, prima di passare in Irlanda al Waterford.

Da calciatore Bobby Charlton, chiuderà la carriera in Australia, nel 1976, al Melbourne Victory, con uno score di 14 presenze e sette gol. Con la fine del matrimonio con lo United, si chiude anche l’avventura in Nazionale a cui Charlton dice addio nel 1970, al termine del Mondiale messicano.

Il suo record di gol con l’Inghilterra ha resistito fino all’8 settembre del 2015 quando è stato infranto da Wayne Rooney in una partita di qualificazione agli Europei contro la Svizzera. Ma se i primati passano, la leggenda resta. E quale occasione migliore del compleanno Sir Bobby Charlton per celebrarla ancora una volta.