Se siete appassionati di calcio sapete benissimo quanto il binomio allenatore Sarri-Juve potesse suonare come un’assurdità fino a un anno fa. Non meno dell’accoppiata Conte-Inter, per intenderci. Eppure nel calcio moderno, dove le bandiere sono destinate a scomparire, di strano c’è veramente poco, anzi.

Dopo cinque anni di successi incontrastati in Italia, per la Juve era arrivato il momento di cambiare. A Torino vincere non basta più, bisogna incantare. Dopo aver flirtato con Pep Guardiola per diversi mesi, la dirigenza bianconera ha puntato tutto su Maurizio Sarri, fresco di “master” a Londra dove col Chelsea ha dimostrato di saper vincere anche in Europa. Un dettaglio che dalle parti di Corso Galileo Ferraris non poteva certo passare inosservato. Ripercorriamo quindi insieme le tappe della carriera di Sarri come allenatore, dagli esordi fino all’approdo sulla panchina bianconera.

Gli esordi di Sarri allenatore, l’impiegato con la passione per il calcio

Maurizio Sarri è l’antidivo per eccellenza. Lui, che attorno ai 40 anni si divideva ancora tra il campo da calcio e il suo lavoro come impiegato in banca, è sempre andato orgoglioso del suo passato. Ha cominciato dal basso facendosi tutta la gavetta possibile, ricoprendo in alcuni casi il duplice ruolo di giocatore e allenatore, almeno fino al 1999.

Gli esordi come allenatore di Sarri forniscono subito le prove del suo talento. Con la Faellese compie un doppio salto, passando dalla Seconda Categoria alla Promozione. Con Cavariglia e Antella raggiunge l’Eccellenza e dal 2000 in poi porta la Sansovino dall’Eccellenza alla Serie C2, conquistando anche la Coppa Italia di Serie D nell’ultimo anno.

Dal 2003 è alla Sangiovannese, che porta dalla Serie C2 alla C1 alla sua prima esperienza tra i professionisti. L’anno successivo si conferma nella categoria e dal 2005 diventa allenatore del Pescara, in Serie B.

 Dieci anni di B, poi il paradiso: Sarri allenatore dell’Empoli

Da allenatore, Sarri ha vinto praticamente qualsiasi campionato ha disputato. In Serie B, però, trova qualche ostacolo di troppo e dopo l’esperienza a Pescara, allena Arezzo e Avellino, per poi subentrare al Verona in Lega Pro. Nella stessa categoria siede sulle panchine di Perugia e Grosseto.

Nel 2010 Sarri viene convinto dal presidente dell’Alessandria ad accettare un nuovo incarico in Lega Pro, nonostante il suo rifiuto di scendere sotto la Serie B. Nonostante l’ottima guida, i problemi societari vanificheranno i risultati ottenuti sul campo. Il tecnico passa quindi al Sorrento ma non riesce a mangiare il panettone.

La svolta arriva nel 2012, quando Sarri diventa allenatore dell’Empoli per tre stagioni. Nella prima centra la finale playoff perdendo contro il Livorno, mentre l’anno successivo chiude al secondo posto e conquista la Serie A.

Gli anni al top: Sarri al Napoli e poi al Chelsea

L’Empoli di Sarri conquista una salvezza tranquilla diventando la squadra rivelazione della Serie A. Il Napoli, squadra della sua città natale, cerca proprio un profilo come il suo e De Laurentis gli affida la guida tecnica nel 2005. Sotto la guida di Sarri, il Napoli chiude al secondo posto per tre stagioni consecutive per un totale di 117 panchine in Serie A, con 79 vittorie, 22 pareggi e 13 sconfitte.

Il suo gioco e soprattutto i risultati ottenuti, con record di punti che cresce di anno in anno, lo fanno emergere come uno tra i migliori allenatori in circolazione. Tra Sarri e Napoli c’è un legame viscerale e la dipartita al Chelsea non viene accettata di buon grado dai tifosi.

Coi Blues Sarri conquista il suo primo trofeo internazionale, l’Europa League, chiudendo al 3° posto in classifica. Poi la rottura con Abramovic, il valzer delle panchine e l’approdo a Torino. Dalla stagione 2019/2020 Maurizio Sarri è il nuovo allenatore della Juventus: nel club bianconero le aspettative sono alte, così come grandi sono le responsabilità, ma il tecnico partito dal basso sa cosa significa conquistare la vetta con l’impegno e la tenacia. Ecco perché con questo allenatore la Juve aspira a continuare a dominare il campionato italiano anche quest’anno.