Era il 1960 quando nasceva nella Capitale la Virtus Roma Basket, la squadra di pallacanestro frutto della fusione di San Saba e Gruppo Borgo Cavalleggeri. A esattamente 60 anni di distanza dalla sua fondazione la società ha dovuto prendere la sofferta decisione di ritirare la squadra dal campionato a causa delle difficoltà nel sostenere i costi necessari a terminare il torneo. In attesa di capire cosa ne sarà del futuro del club, andiamo a ripercorrere la sua storia: dalle origini ai grandi successi degli anni Ottanta.

Le origini della Virtus Roma nella pallacanestro

Il primo presidente a guidare la neonata società capitolina di pallacanestro all’alba degli anni Sessanta è Armando Polidori. Per i suoi primi dieci anni di vita, il club milita nelle serie minori del basket locale. Ma la situazione cambia intorno al 1972 quando Polidori inizia a intensificare i contatti con Giovanni Guidi, l’avvocato a capo del gruppo di funzionari del Banco di Roma. L’interesse di entrambe le parti ad avviare un sodalizio è piuttosto alto: da un lato il club di Polidori, che arranca in Serie C, ha bisogno di investimenti per ridare slancio alla società, dall’altra i dirigenti del Banco cercano visibilità attraverso un buon accordo di sponsorizzazione. L’accordo si fa e questa fusione rappresenterà una vera e propria svolta nella storia della Virtus Roma.

L’età dell’oro della Virtus Roma negli anni Ottanta

L’accordo tra Polidori e il Banco di Roma si concretizza ufficialmente il 31 agosto del 1972, giusto in tempo per l’inizio della nuova stagione cestistica. La carica di presidente va a Biagio Del Vecchio. Il progetto è assolutamente ambizioso e porterà la Virtus del basket a conquistarsi la massima serie del campionato italiano nel giro di otto anni.

Con l’approdo in A1 si entra in quella che sarà l’età dell’oro della Virtus Roma. Sotto la guida di Valerio Bianchini, infatti, al termine della stagione 1982-1983, arriva il primo scudetto nella storia della società, cui seguiranno la Coppa Campioni e la Coppa Intercontinentale nel 1984. Tra i più rappresentativi giocatori della Virtus Roma di quella stagione vincente spiccano sicuramente su tutti Larry Wright, Enrico Gilardi e Fulvio Polesello. Il ciclo di successi si chiuderà nel 1986 quando i capitolini aggiungeranno nella loro bacheca una Coppa Korac, allora terza competizione continentale dopo Coppa Campioni e Coppa delle Coppe. Con gli anni Novanta si aprirà una stagione di alti e bassi, assolutamente distanti dai fasti del decennio precedente che, per la verità, ad oggi non è ancora stato replicato.

L’era di Toti e il duello scudetto con Siena

Per vedere Roma tornare a sollevare un trofeo nazionale (nel 1992 era arrivata un’altra Coppa Korac) bisogna attendere il nuovo secolo. La Virtus vince nel 2000 la prima Supercoppa italiana della sua storia superando in finale la Virtus Bologna. Dopodiché la società passa nelle mani di Claudio Toti.

Pur non riuscendo ad aggiungere altri trofei nella propria bacheca, il nuovo corso ha il merito di riportare il club a competere ad alti livelli. Anche e soprattutto grazie ad una rosa di assoluto livello. La Virtus Roma, con il mercato, porta in squadra campioni come Dejan Bodiroga, Anthony Parker, Carlton Myers e Gigi Datome. Il suggello della vittoria viene solo sfiorato: per due volte, infatti, Roma va ad un passo dallo scudetto, nel 2008 e nel 2013, ma in entrambi i casi deve arrendersi in finale a Siena. In mezzo, nel 2006, anche la sconfitta in finale di Coppa Italia contro Napoli. In quegli anni Roma partecipa all’Eurolega con continuità, forte dei buoni risultati in campionato. Almeno fino al 2015 quando, per far sopravvivere la società, si decide per l’autoretrocessione in A2.

Le difficoltà economiche e il ritiro

Dopo quattro stagioni in A2, la Virtus Roma ritrova la massima serie del basket italiano grazie alla vittoria del girone Ovest. Sotto la guida di Piero Bucchi, la squadra affronta la stagione 2019-2020 con la consapevolezza che il primo obiettivo è mantenere la categoria. L’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia, però, porterà allo stop del campionato. Arriviamo così ad oggi e alla decisione molto sofferta di ritirarsi: troppi i costi da sostenere per portare a termine la stagione. È un vero peccato per una squadra storica come Roma, il cui futuro ora è più incerto che mai.