Funambolico e imprevedibile in campo e fuori, così come nel rapporto con i media, il 15 settembre festeggia 48 anni Gianmarco Pozzecco. Playmaker fantasioso e a tratti geniale, ha vissuto la sua età dell’oro con la storica maglia di Varese che gli ha consentito di guadagnarsi anche la chiamata della Nazionale. Nel giorno del suo compleanno, celebriamo la carriera e i successi dell’ex cestista: dagli esordi sul parquet fino alla nuova vita sportiva in panchina, da allenatore.

Gli esordi di Pozzecco nel basket all’alba degli anni Novanta

Nato a Gorizia il 15 settembre del 1972, Pozzecco cresce a Trieste per poi muovere i primi passi nel mondo del basket a Udine, con la maglia della Rex. È l’alba degli anni Novanta e il giovane playmaker fa il suo esordio in A2, rimanendo nel club friulano anche per la stagione successiva a quella del debutto, quando Udine milita in serie B d’Eccellenza.

Nel 1993 viene ingaggiato dalla Libertas Pallacanestro Livorno: l’esperienza in Toscana, però, dura appena un anno. All’orizzonte di Pozzecco, infatti, si affaccia il club che darà una svolta alla sua carriera: Varese. Grazie alle prestazioni offerte con lo storico club lombardo il cestista di Gorizia si guadagnerà anche la prima chiamata della Nazionale nel 1997. Indosserà l’azzurro dell’Italia per i successivi otto anni.

La consacrazione e i successi con Varese

Pozzecco vive i suoi anni migliori, da giocatore, a Varese. Con questa maglia arrivano, infatti, i primi titoli in carriera. È il 1999 quando il club lombardo chiude un prestigioso double mettendo in bacheca lo scudetto e la Supercoppa italiana, battendo rispettivamente la Benetton Treviso nella finale play off e la Virtus Bologna in coppa. Nel 1997 entra per la prima volta nel giro della Nazionale italiana.

Nel 2004 partecipa ai suoi primi Giochi olimpici ad Atene, arrivando ad un passo dalla medaglia d’oro. Nella semifinale contro la fortissima Lituania trascina gli Azzurri realizzando 17 punti nei 21 minuti a disposizione. Ma all’ultimo atto del torneo, l’Argentina si rivela un avversario troppo forte sulla strada della gloria olimpica. Nel frattempo Pozzecco, che nel 2002 si è trasferito a Bologna sponda Fortitudo, saluta il campionato italiano e vola in Spagna per accasarsi a Saragozza nel 2005. Tornerà nel Belpaese due anni più tardi per giocare a Capo d’Orlando, dove chiuderà nel 2010 la carriera da cestista, dopo la brevissima parentesi a Trieste.

Gianmarco Pozzecco, addio al basket da cestista e nuova vita da allenatore

Proprio a Capo d’Orlando, dove ha chiuso la carriera da cestista, Pozzecco comincia la sua nuova vita in panchina, da tecnico, nel novembre del 2012, quando viene chiamato a sostituire Massimo Bernardi. Porterà la squadra dall’ultimo all’undicesimo posto guadagnandosi la conferma anche per la stazione successiva. Nel 2014 tornerà a Varese, anche se in un’altra veste: debutterà nella massima serie italiana da allenatore vincendo il derby contro Cantù davanti al proprio pubblico. Le ottime premesse non si tradurranno in una stagione all’altezza visto che a febbraio del 2015 si dimetterà dall’incarico.

Tornerà ad allenare la Fortitudo Bologna nel 2018 dopo due anni trascorsi a Zagabria da assistente dell’ex compagno di squadra Veljko Mršić. A febbraio 2019 la svolta nella sua carriera da allenatore: il trasferimento a Sassari sulla panchina della Dinamo. In terra sarda Pozzecco ha vinto i suoi primi titoli da tecnico, una Supercoppa Italiana e una Fiba Europe Cup nel 2019 e ha sfiorato lo scudetto trascinando fino a gara sette la finale persa poi contro Venezia in quello stesso anno. Nel giorno del suo 48° compleanno, quella delusione potrebbe trasformarsi in un desiderio per il prossimo futuro: cucirsi sul petto quel tricolore già vinto da cestista.