La Dinamo Sassari, pur avendo un passato alle spalle lungo 80 anni, ha vissuto solo negli ultimi anni il periodo più vincente della sua intera storia. Oggi, sotto la guida di coach Gianmarco Pozzecco, il club cestistico sardo è una realtà consolidata del panorama italiano e siede ormai di diritto al tavolo delle grandi. Dalla nascita della società fino al primo trofeo europeo, andiamo allora a ripercorrere la storia e tutti i successi della Dinamo.

La nascita e le origini della Dinamo Sassari

La storia della Dinamo Sassari affonda le sue radici nel 1960 quando un gruppo composto da dieci ragazzi del capoluogo sardo decide di fondare un club cestistico. Tra loro c’è anche Giovanni Pilo: sarà lui il primo presidente della Dinamo. Il 23 aprile di quello stesso anno, ciò che era nato come un semplice hobby, frutto della passione per il basket di dieci giovani, si trasforma in qualcosa di più con l’atto di affiliazione alla Federazione italiana di pallacanestro.

La Dinamo si iscrive al campionato di B regionale e gioca le partite casalinghe sul parquet del “Meridda”. A distanza di 29 anni dall’atto di nascita della società, nel 1989, arriverà il primo momento chiave della sua storia. Guidata da De Sisti in panchina e Max Bini, Mario Porto e Lino Mura in campo, la Dinamo batte Siena e corona le sue aspirazioni, conquistando per la prima volta la Serie A2.

I più grandi risultati della Dinamo Sassari

A distanza di 21 anni da quella storica promozione, Sassari vive un’altra svolta nel suo viaggio iniziato nel 1960. La compagine guidata questa volta dall’ex cestista Romeo Sacchetti accede per la prima volta in A1, riportando una squadra sarda nel massimo campionato italiano di pallacanestro 31 anni dopo l’ultima volta. Meo Sacchetti, però, non si fermerà a questo traguardo, perché sotto la sua guida arriveranno anche i primi titoli nella storia di Sassari. Il primo in assoluto è la Coppa Italia sollevata nel 2014, a cui seguirà, quello stesso anno, anche la prima Supercoppa.

Ma il capolavoro di Sacchetti e i suoi ragazzi si consuma nella stagione 2014-2015. Sassari si cuce sulla maglia il suo primo scudetto, abbinandolo ad un’altra Coppa Italia. In estate la rosa perde due dei suoi pilastri, i cugini DienerTravis si è ritirato e Drake è passato alla Reggiana – ma acquista i tre fortissimi americani Logan, Dyson e Lawal. E saranno proprio questi tre campioni a trascinare la Dinamo Sassari fino alle vette nazionali con i loro punti. Solo loro tre, nella stagione di Serie A, ne faranno 1978, piazzandosi nei primi tre posti della classifica marcatori della squadra in campionato. Il risultato per la Dinamo Sassari, così come il bilancio del ciclo Sacchetti, è straordinario, con quattro titoli conquistati.

La Dinamo Sassari oggi

Che l’era Sacchetti sia giunta fisiologicamente al termine forse lo sanno un po’ tutti nell’ambiente. Eppure Sassari e il coach provano a ripartire comunque insieme per la nuova stagione, 2015-2016, ma dopo un avvio deludente, l’epilogo sarà amaro per il coach che ha contribuito a scrivere le pagine più belle della storia del club. Sacchetti, infatti, verrà esonerato il 21 novembre del 2015.

Per vedere altri trofei nella bacheca di Sassari bisognerà attendere l’approdo in panchina, nel 2019, di un altro ex campione del basket italiano, medaglia d’argento ad Atene 2004: Gianmarco Pozzecco. Sotto la sua guida, i biancoblu tornano a sollevare la Supercoppa. La partita della Dinamo Sassari che vale il trofeo è la tiratissima finale contro Venezia, vinta 83 a 80 dopo un tempo supplementare necessario a risolvere una questione rimasta aperta dopo i quattro parziali. Per Pozzecco e i suoi è una grande rivincita, visto che pochi mesi prima i lagunari si erano imposti nella finale scudetto. Ma il 2019 è anche l’anno di un altro risultato storico per Sassari: la conquista del primo trofeo europeo, la Fiba Europe Cup, vinta superando in finale i tedeschi del S. Oliver Würzburg. Che sia l’alba di un nuovo ciclo di successi per il team, come sempre, lo dirà il parquet, nel frattempo la Dinamo Sassari Basket continua a godersi il banchetto al tavolo dei grandi.