Il 7 dicembre compie 64 anni Larry Bird, leggenda NBA, bandiera dei Celtics e campione olimpico con il Dream Team a Barcellona ’92. In occasione del suo compleanno, andiamo a ripercorrerne carriera, record e vittorie: dall’esordio nel mondo del basket al college fino all’approdo in NBA e alla medaglia d’oro a cinque cerchi con gli Stati Uniti, passando per la conquista di ben tre anelli con la maglia dei Boston Celtics.

Dal college al debutto di Bird in NBA

Larry Bird nasce il 6 dicembre del 1956 a West Baden Springs, ma cresce in un paesino di meno di duemila anime, French Lick, nell’Indiana. Stella della squadra di pallacanestro del liceo, nel 1974 si iscrive al college, alla Indiana University di Bloomington. L’impatto con la nuova realtà e il campus, per un adolescente cresciuto in una dimensione decisamente più piccola, è traumatico.

Dopo meno di un mese, Bird fa ritorno a French Lick. Per un anno lavora per il comune guidando i camion per la raccolta dei rifiuti, ma ovviamente non è quello il suo destino. Nel 1975 ci riprova e si iscrive a Indiana State e la seconda volta è quella buona. Nel 1979 trascina la squadra di basket dell’università fino alla finale dei campionati Ncaa dove solo gli Spartans della Michigan State University, guidati da un altro futuro campione come Magic Johnson, riescono a fermare la sua straordinaria cavalcata.

È l’alba di una delle più grandi rivalità nella storia della NBA, che caratterizzerà tutti gli anni Ottanta. Scelto nel Draft del 1978 dai Celtics, trascorre ancora un anno a Indiana State, prima di debuttare in NBA il 12 ottobre del 1979. Al termine di quella stagione Bird conquisterà il titolo di rookie dell’anno.

La grande rivalità tra Larry Bird e Magic Johnson

L’impatto di Bird sulla NBA è straordinario. Con lui nel quintetto e anche grazie agli arrivi di campioni come Kevin McHale e Robert Parish, i Celtics fanno il salto di qualità e in poco tempo diventano una squadra che può già competere per l’anello. Anello, il primo nella carriera di Bird, che arriva puntuale nel 1981, in seguito al successo in finale contro gli Houston Rockets, battuti nella serie in sei partite.

Ma gli anni Ottanta sono anche e soprattutto quelli della grande rivalità tra Larry Bird e Magic Johnson, della quale già si era assaggiato un antipasto ai tempi del college. I due si incontrano nella finale del 1984 ed è Bird a trionfare su Johnson, che veste la maglia dei Los Angeles Lakers, al termine di una serie lunga sette tiratissime gare. L’asso dei Celtics, dopo essersi preso il premio Mvp della regular season, vince anche quello delle finals. Bird incontrerà Johnson in altre due finali, nel 1985 e nel 1987 ma, in entrambe le occasioni sarà il campione dei Lakers ad avere la meglio. In mezzo, nel 1986, Bird avrà comunque modo di vincere il suo terzo anello in finale ancora contro i Rockets.

Bird in NBA: i successi e i record con i Celtics

I Celtics di Bird sono considerati una delle squadre più forti nella storia della NBA. A metà anni Ottanta il talento dell’Indiana è certamente tra i più forti al mondo: lo certificano i successi, sia individuali che di squadra. Tra il 1984 e il 1986 vince tre titoli Mvp della Regular Season consecutivi. Si tratta di un’impresa che, prima di allora, era riuscita solo a due cestisti: Bill Russell e Wilt Chamberlain.

Nell’ampio bagaglio tecnico di Bird c’è in particolare il letale tiro da tre punti, tanto che quando la gara del tiro da tre viene istituzionalizzata e inserita nel programma dell’All-Star Weekend, diventa immediatamente un suo monopolio. La sua abilità in questo fondamentale è tale per cui, con lui in gara, si gioca solo per il secondo posto. Ne vincerà tre consecutive dal 1986 al 1988.

Il Dream Team di Michael Jordan, Larry Bird e Magic Johnson

L’addio al basket da cestista di Larry Bird sarebbe perfetto per la sceneggiatura di un film. Il campione statunitense, infatti, chiude il cerchio della sua carriera da giocatore trionfando alle Olimpiadi con la Nazionale di basket probabilmente più forte di tutti i tempi e passata alla storia di questo sport come “Dream Team”, in cui Michael Jordan, Larry Bird e Magic Johnson sono gli autentici leader.

La superiorità degli Usa, che ai Giochi di Barcellona ’92 per la prima volta portano giocatori professionisti, è imbarazzante. Vincono tutte e otto le gare del torneo con una media impressionante di oltre 117 punti a partita. La finale contro la pur fortissima Croazia finisce 117 a 85 per gli statunitensi. Bird gioca solo 12 minuti: quanto basta per mettersi al collo il primo oro olimpico e chiudere la carriera nel modo migliore possibile.

L’addio alla NBA di Bird da giocatore

La stagione 1991-1992 è l’ultima in NBA di Larry Bird. I problemi alla schiena si fanno sempre più frequenti al punto da spingerlo a dire basta. Un campione come lui non riesce ad accettare il fatto di continuare a giocare se non può farlo ad alti livelli. Così decide di appendere le scarpette e la canotta al chiodo, chiudendo la sua carriera da cestista con una media di 24 punti a partita, 10 rimbalzi e 6 assist.

Dopo l’annuncio ufficiale del suo ritiro, i Celtics ritireranno la maglia numero 33, che a Boston resterà sempre sinonimo di Larry Bird. Dopo aver lasciato il basket giocato, Bird si è dedicato alla carriera dirigenziale e da allenatore, proprio a Boston prima e, in seguito, nel suo Indiana, come capo allenatore dei Pacers. Li guiderà al miglior record di sempre con 58 vittorie e 24 sconfitte e vincerà il premio di allenatore dell’anno nella stagione 1997-1998. Ad oggi è ancora l’unico professionista nella storia della NBA ad essere stato premiato sia con il titolo di Mvp sia con quello di miglior coach: attestati istituzionali più che meritati per una leggenda di questo sport che oggi festeggia i suoi 64 anni.