Di Redazione William Hill News
8 Gennaio 2020
Tra successi e delusioni, vittorie, sconfitte e cruciali passaggi di proprietà, sono complessivamente 23 i presidenti dell’AS Roma che si sono avvicendati nel corso della storia giallorossa dalla fondazione a oggi. Su tutti spicca Franco Sensi, il più longevo, ma anche il più vincente insieme a Dino Viola. In attesa che il passaggio di proprietà della Roma alla cordata di Dan Friedkin sia definito e ufficializzato, andiamo allora a conoscere tutti i predecessori di James Pallotta: da Italo Foschi alla famiglia Sensi fino alla nuova era americana.
Dal primo presidente dell’AS Roma alla trasformazione in Società per azioni
Il primo presidente della storia dell’Associazione sportiva Roma è Italo Foschi, nominato ufficialmente il 22 luglio del 1927. È lui, infatti, il principale artefice della fusione delle tre società sportive Alba Audace, Fortitudo ProRoma e Foot Ball Club di Roma, che daranno vita ad un’unica squadra concepita per fronteggiare i blasonati club del Nord.
E se Foschi è stato l’uomo della fondazione, è ad Edgardo Bazzini che la Roma deve il primo trofeo della sua storia. Sotto la guida dell’ex funzionario dell’Agip, i giallorossi vincono il loro primo scudetto nel 1942. Con Anacleto Gianni, vent’anni più tardi, la Roma arricchirà la sua bacheca anche con il primo trofeo internazionale: la Coppa delle Fiere della stagione 1960-1961. Sotto la presidenza del politico Franco Evangelisti, invece, si concretizzerà un passaggio chiave per il club: la trasformazione in una società per azioni nel 1965.
I successi dell’era Dino Viola
Alla fine degli anni Settanta è Dino Viola ad assumere la carica di presidente della Roma. Sotto la sua guida, i giallorossi vivranno uno delle stagioni più vincenti, insieme a quella dei Sensi, della loro storia. Viola rimarrà in carica dal 1979 fino al 1991 conquistando uno scudetto (1983) e 5 Coppe Italia (1980, 1981, 1984, 1986 e 1991). Il paradosso è che proprio alla presidenza Viola è legato anche uno dei ricordi più amari nella storia del club: la finale di Coppa Campioni persa contro il Liverpool ai rigori di fronte al pubblico dell’Olimpico nel 1984.
A Dino Viola, scomparso nel gennaio del 1991 per un tumore, succederà per un breve periodo la moglie Flora, primo presidente donna di un club di Serie A. La conclusione della dinastia dei Viola coinciderà anche con un periodo piuttosto turbolento, culminato con l’arresto del presidente Giuseppe Ciarrapico nel 1993. Ma dalle ceneri di quel caos societario vedrà la luce la longeva e vincente stagione della famiglia Sensi.
La stagione della famiglia Sensi
L’acquisizione dell’AS Roma da parte di Franco Sensi viene completata proprio nel 1993. Sensi non è un semplice presidente, ma è soprattutto il primo tifoso dei colori giallorossi di cui si è fatto guida e garante. E questo lato passionale si palesa definitivamente nell’estate del 2000. La Lazio si è appena laureata campione d’Italia; Sensi, di tutta risposta, avvia una delle campagne acquisti giallorosse più onerose della storia del club portando in squadra talenti del calibro di Emerson, Samuel, Zebina e, soprattutto, Batistuta. Il suo “all in” sarà premiato nel 2001 quando la Roma vincerà il terzo degli scudetti della sua storia scucendolo proprio dal petto dei cugini. Con Sensi, nella bacheca giallorossa entreranno anche due Supercoppe Italia (2001 e 2007) e due Coppe Italia (2007 e 2008). L’imprenditore romano si spegnerà nel 2008, al termine di una lunga malattia, all’età di 82 anni. Le redini della società finiranno nelle mani della figlia Rosella Sensi, che avrà il compito di gestire lo storico passaggio della Roma agli americani.
L’AS Roma e l’arrivo degli americani
Al termine della stagione 2010-2011, la Roma diventa americana: la società viene infatti ceduta ad una cordata di imprenditori statunitensi guidata inizialmente da Thomas DiBenedetto e, successivamente, dal 27 agosto del 2012, da James Pallotta. È quella l’alba della stagione americana sulla sponda giallorossa del Tevere, con un futuro ancora tutto da scrivere e che potrebbe a breve conoscere un’ulteriore evoluzione, qualora dovesse definirsi il passaggio da Pallotta al magnate texano Thomas Daniel Friedkin.
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