Dal 5 al 9 novembre 2019 il PalaLido di Milano, che oggi si chiama Allianz Cloud, ospita la terza edizione delle Next Gen ATP Finals, l’evento riservato ai sette tennisti under 21 migliori del mondo e al migliore italiano, che quest’anno è Jannik Sinner. Le prime due edizioni si sono disputate nel Padiglione 1 della Fiera Milano Rho, ma ora, dopo nove anni di chiusura, lo storico palazzetto dello sport milanese ha riaperto (da giugno) ed è pronto a ospitare, fino al 2021, uno degli eventi tennistici più attesi dell’anno.

Per capire quanto questo torneo sia importante, basti pensare che il vincitore dell’anno scorso è Stefanos Tsitsipas, il 21enne greco che quest’anno si sarebbe qualificato di nuovo, ma ha dovuto rinunciare al Next Gen per il semplice motivo che deve andare a Londra a giocare le ATP Finals! Il giocatore ellenico in questa stagione ha raggiunto il suo best ranking diventando il numero 5 del mondo ad agosto; adesso è il numero 6 e gioca contro i grandi maestri del tennis mondiale e li batte anche: è l’unico, infatti, a essere riuscito a sconfiggere nella stessa stagione i primi tre al mondo, Rafael Nadal, Novak Djokovic e Roger Federer.

Nonostante l’assenza di Tsitsipas, lo spettacolo nelle Next Gen Finals 2019 è comunque assicurato: in campo ci saranno gli otto giocatori più promettenti e questa volta anche l’Italia può giocarsela, perché Sinner, che ha solo 18 anni (compiuti ad agosto), è 11° nella Race to Milan e, anche se gode della wild card riservata al miglior giovane italiano, di fatto ha sfiorato la qualificazione sul campo. L’ultimo qualificato è infatti il numero 10, lo spagnolo Alejandro Davidovich Fokina, che ha preso il posto del canadese Denis Shapovalov, che ha alzato bandiera bianca a causa delle troppe fatiche di questa stagione. Anche il canadese Felix Auger-Aliassime si è ritirato per un problema alla caviglia sinistra.

Tra gli otto partecipanti alle Next Gen ATP Finals 2019 quest’anno ci sono due conferme e cinque novità. Per l’australiano Alex de Minaur e l’americano Frances Tiafoe è la seconda partecipazione consecutiva, mentre sarà la prima volta per il norvegese Casper Ruud, il serbo Miomir Kecmanovic, il francese Ugo Humbert (che è stato riserva l’anno scorso), lo svedese Mikael Ymer e il nostro Jannik Sinner. Tiafoe è stato anche riserva nel 2017 insieme con Tsitsipas, che solo due anni fa era ancora il numero 89 del ranking.

I giocatori sono divisi in due gruppi da quattro e dal 5 al 7 novembre si sfideranno con gli avversari del proprio girone, nelle sessioni pomeridiana (dalle ore 14) e serale (dalle ore 19:30). Venerdì 8 novembre ci saranno le semifinali serali dalle ore 19, poi, sabato 9 novembre la finale dalle ore 21. E ora vediamo la composizione dei due gruppi.

Next Gen Finals 2019: il gruppo A

I giocatori inseriti nel gruppo A sono:

  • Alex de Minaur, australiano, nato il 17 febbraio 1999, n° 18 del ranking ATP, alto 183 cm per 69 kg di peso, destrorso con rovescio a due mani
  • Casper Ruud, norvegese, nato il 22 dicembre 1998, n° 56 del ranking ATP, alto 183 cm per 77 kg di peso, destrorso con rovescio a due mani
  • Miomir Kecmanovic, serbo, nato il 31 agosto 1999, n° 60 del ranking ATP, alto 183 cm per 75 kg di peso, destrorso con rovescio a due mani
  • Alejandro Davidovich Fokina, spagnolo, nato il 5 giugno 1999, n° 87 del ranking ATP, alto 183 cm per 80 kg di peso, destrorso con rovescio a due mani

Alex de Minaur è stato finalista l’anno scorso, quando ha perso contro Tsitsipas per 2-4, 4-1, 4-3(3), 4-3(3). Ha già vinto tre titoli ATP e solo pochi giorni fa, all’ATP Masters 1000 di Parigi-Bercy, ha battuto per la seconda volta in pochi mesi il numero 10 del mondo Roberto Bautista Agut, poi è stato battuto agli ottavi da Tsitsipas. È arrivato in finale all’ATP 500 di Basilea perdendo solo contro Roger Federer. Tra le sue “vittime” di quest’anno c’è anche il giapponese Kei Nishikori, incontrato ai sedicesimi degli US Open quando il nipponico era ancora n° 7 del mondo. Vista l’assenza di Tsitsipas, la sua bestia nera, in questa edizione è il grande favorito per la vittoria finale.

Next Gen Finals 2019: il gruppo B

I giocatori inseriti nel gruppo B sono:

  • Frances Tiafoe, americano, nato il 20 gennaio 1998, n° 47 del ranking ATP, alto 188 cm per 86 kg di peso, destrorso con rovescio a due mani
  • Ugo Humbert, francese, nato il 26 giugno 1998, n° 55 del ranking ATP, alto 188 cm per 73 kg di peso, mancino con rovescio a due mani
  • Mikael Ymer, svedese, nato il 9 settembre 1998, n° 73 del ranking ATP, alto 183 cm per 75 kg di peso, destrorso con rovescio a due mani
  • Jannik Sinner, italiano, nato il 16 agosto 2001, n° 95 del ranking ATP, alto 188 cm per 75 kg di peso, destrorso con rovescio a due mani

Tra questi quattro il più forte è Frances Tiafoe, che quest’anno si è spinto fino ai quarti a Miami, dove ha battuto il belga David Goffin, ma soprattutto è arrivato ai quarti degli Australian Open, perdendo solo contro Rafael Nadal dopo aver fatto fuori Grigor Dimitrov agli ottavi. Tra le sue recenti vittime conta anche il francese Gael Monfils, sconfitto al primo turno di Cincinnati. Tuttavia, occhio anche al nostro Sinner, che è in fortissima crescita e a ottobre ha battuto Tiafoe ai quarti degli European Open ad Anversa, imponendosi 6-4, 4-6, 6-3.

Next Gen Finals 2019: il regolamento

Il regolamento delle Next Gen Finals 2019 prevede che si giochino incontri al meglio dei cinque set, ma i set sono da quattro game con tie-break sul 3-3. Sul punteggio di 40-40 si gioca il killer point (senza i vantaggi). Inoltre, per ridurre i tempi di gioco, il warm-up pre-partita è ridotto, c’è un limite di un medical time out a partita per ogni giocatore e lo shot clock, cioè un countdown che indica ai giocatori quanti secondi hanno tra un punto e l’altro. C’è, però, la possibilità di consultare il proprio coach.

Non ci sono giudici di linea, ma un Hawk-Eye Live, ossia un occhio di falco dal vivo. Quest’anno, a differenza delle due passate edizioni, è stato ripristinato il “let” al servizio, ossia la ripetizione del servizio se sulla prima battuta la palla tocca la rete. I giocatori potranno indossare dei dispositivi elettronici per registrare dati come il battito cardiaco, la velocità, la direzione dei movimenti, la forza e la rotazione dei colpi, ma si tratta di dati che potranno consultare solo gli stessi giocatori e i loro team, non sono dunque di interesse per il pubblico. Questo torneo non assegna punti per il ranking ATP.

Jannik Sinner, l’italiano in gara a Milano

Dopo Gianluigi Quinzi, che ha partecipato alla prima edizione, quella del 2017, da numero 294 del ranking, e dopo Liam Caruana, che ha preso parte all’edizione dell’anno scorso da numero 622 del ranking, finalmente quest’anno l’Italia presenta in campo, alle Next Gen Finals ATP, un giocatore che non va di certo a Milano a fare la vittima sacrificale, ma, di fatto, pur essendo il più giovane di tutti, può pensare di dare davvero del filo da torcere agli avversari. È Jannik Sinner, 18 anni compiuti ad agosto e già numero 95 del ranking. È una delle più belle promesse che il tennis italiano abbia mai avuto.

Sinner è infatti il più giovane tennista italiano a essere entrato nella top 100 ATP, all’età di 18 anni e due mesi. Inoltre è il più giovane italiano della storia ad aver vinto un torneo Challenger. È anche uno degli undici tennisti al mondo a essere capaci di vincere almeno due tornei Challenger prima di diventare maggiorenne. E pensare che per lui il tennis è stato a lungo solo un hobby: fino a 13 anni (ossia fino a 5 anni fa) il suo sport era lo sci! Quando finalmente ha capito di essere un tennista nato, si è dato da fare ed è arrivato al numero 93 del ranking ATP il 28 ottobre scorso. Ora arriva a Milano da numero 95. Per il futuro ha detto che punterà alle ATP Finals, quelle dei “grandi”, che dal 2021 al 2025 si disputeranno proprio in Italia, a Torino.

Jannik è allenato da Andrea Volpini e Riccardo Piatti. Quest’ultimo ha allenato molti giocatori poi arrivati nella top ten ATP. Facciamo qualche nome? Novak Djokovic prima di tutto, ma anche Ivan Ljubičić (oggi coach di Roger Federer), Richard Gasquet e Milos Raonic.