Il 6 giugno 1956 nasce a Stoccolma uno dei tennisti più forti di sempre, Björn Borg: un uomo capace, in pochissimi anni, di diventare un vero e proprio divo, forse il primo di questo sport, una rockstar della racchetta, nonostante un carattere piuttosto schivo. È stato l’uomo che ha emozionato, senza emozionarsi, e forse colpiva tanto l’attenzione degli spettatori anche per il suo essere così freddo e distaccato in campo. A differenza di alcuni dei suoi storici avversari, infatti, non protestava mai né con gli arbitri né con il pubblico, era capace di estraniarsi, di restare nel suo mondo mentre giocava e di isolarsi da tutto ciò che lo circondava.

Borg oggi compie 64 anni e lo celebriamo ricordando alcune delle sue vittorie più importanti, i suoi record e una rivalità leggendaria con John McEnroe, che è ancora oggi tanto amata non solo dagli appassionati di tennis, ma anche dal mondo del cinema, visto che è stata celebrata con un film, Borg McEnroe, che trasforma una partita di tennis in un vero e proprio thriller psicologico. E proprio la testa di Borg è stata fondamentale tanto nelle sue vittorie, quanto nella sua sorprendente decisione di ritirarsi ancora giovanissimo, quando era sulla cresta dell’onda. Ha poi tentato anche un ritorno in campo, senza però raccogliere più i successi di una volta. È stato grande protagonista anche sulle pagine di gossip e ancora oggi lo vediamo come capitano della squadra europea che nella Laver Cup affronta il team del resto del mondo guidato invece proprio da John McEnroe.

Borg dominatore da Londra a Parigi

Nonostante durante la sua carriera Björn Borg si sia guadagnato soprannomi come Ice Man, IcerBorg (gioco di parole con Iceberg) e ‘Orso’ (non tanto per il carattere quanto perché “Björn” vuol dire proprio “orso”), da ragazzino non era ancora un uomo di ghiaccio, anzi, era abbastanza fumantino, tanto da farsi espellere dalla scuola di tennis per comportamento scorretto. Quando ha capito che la rabbia che aveva in corpo doveva metterla sul campo, si è creato una sorta di corazza, un’armatura imperscrutabile che lo ha fatto diventare più maturo e lo ha reso più forte, permettendogli di apparire come un vero enigma per i suoi avversari che difficilmente riuscivano a batterlo.

Borg, infatti, ha una percentuale di vittorie in carriera dell’82,74% e, anche contro giocatori che erano tra i primi dieci del mondo, vinceva nel 70% dei casi. E per quanto riguarda gli Slam, ha vinto il 90% dei match disputati nel corso dei Major cui ha preso parte e ha conquistato la vittoria finale nel 41% dei tornei del Grande Slam che ha disputato. Agli Australian Open si è presentato una volta sola, nel suo secondo anno da professionista, il 1974, uscendo al terzo turno. Agli US Open, invece, è arrivato in finale quattro volte, ma non ha mai vinto: nel 1976 e nel 1978 è stato battuto da Jimmy Connors, nel 1980 e nel 1981 da John McEnroe.

Il suo dominio è stato invece pressoché totale al Roland Garros e a Wimbledon. Sull’erba londinese vince il torneo Junior nel 1972, poi l’anno dopo, da professionista ma a soli 17 anni, arriva ai quarti di finale e quell’anno chiude la stagione al 18° posto del ranking senza vincere tornei, ma giocando quattro finali oltre all’ottimo risultato ai Championships. Quello stesso anno a Parigi  viene fermato al quarto turno da Adriano Panatta, ma nella stagione successiva, il 1974, conquista il suo primo Slam, proprio il Roland Garros, e si ripete anche nel 1975. Nel 1976, invece, esce ai quarti di finale, battuto ancora una volta da Panatta, l’unico tennista che è riuscito a battere Borg a Parigi e lo ha fatto addirittura due volte. Lo svedese si consola poi, però, con il suo primo successo a Wimbledon.

Nel 1977 Borg salta il Roland Garros perché membro dell’associazione TeamTennis che era in polemica con la federazione, ma rivince Wimbledon e poi, nel 1978, 1979 e 1980, vince sia a Parigi sia a Londra. Il suo ultimo successo in uno Slam è il suo sesto Roland Garros nel 1981 ottenuto in cinque set contro Ivan Lendl. Nel corso della sua carriera ha vinto due volte consecutive le Finals di fine stagione, nel 1979 e 1980, mentre con la nazionale ha conquistato la Coppa Davis nel 1975. Il suo colpo migliore, che ancora oggi viene ricordato come uno dei più belli di sempre, era il rovescio a due mani, inizialmente considerato poco elegante per un uomo.

In totale Borg ha vinto 64 tornei ATP in soli sette anni da professionista. Tra le sue conquiste anche gli Internazionali d’Italia: nel 1979 in finale contro Ilie Năstase e nel 1978 contro Adriano Panatta. In Italia ha vinto anche due tornei indoor, uno a Bologna nel 1975, battendo Arthur Ashe, l’altro a Milano nel 1978 contro il suo amico Vitas Gerulaitis. Nel 1979 ha conquistato i Campionati Internazionali di Sicilia a Palermo sconfiggendo Corrado Barazzutti in tre set. Contro l’attuale capitano della nazionale italiana di Coppa Davis ha giocato e vinto anche la finale di Monte Carlo del 1977 e quella degli Open di Svezia a Båstad nel 1978, stesso torneo in cui, quattro anni prima, aveva vinto la finale contro Panatta. Sempre contro Panatta ha giocato e vinto anche la finale del Torneo Godó a Barcellona nel 1975.

Fuoco e ghiaccio: Björn Borg e la rivalità con John McEnroe

John McEnroe è di tre anni più giovane di Björn Borg e i due si sono affrontati soltanto per quattro anni, ma in così poco tempo si sono ritrovati l’uno contro l’altro per ben 14 volte e ogni volta andava in scena una sorta di psicodramma. Per questo, nonostante sia stata breve ma intensa, la loro rivalità è una delle più leggendarie della storia del tennis, tanto da essere stata trasposta anche sul grande schermo. A rendere interessante la loro contrapposizione è stato soprattutto il fatto che avessero due caratteri completamente diversi. In campo agivano in maniera opposta e quando si parla di McEnroe e Borg si usa spesso la definizione “Fire and Ice”, ossia “Fuoco e ghiaccio”.

McEnroe è noto per le sue palesi sfuriate sul campo, mentre Borg a malapena esultava alla fine dei match più importanti. Lo svedese non lasciava mai trasparire le sue emozioni, mentre l’americano lo faceva pure troppo. Adesso, a distanza di tanti anni, non possiamo ancora dire chi dei due ha prevalso, perché i loro confronti si sono chiusi in una situazione di parità, con sette vittorie a testa. Se andiamo a considerare le sfide nelle finali dei tornei dello Slam è però lo statunitense a comandare, avendo vinto tre volte su quattro.

McEnroe, infatti, dopo aver perso contro Borg la finale di Wimbledon 1980 in cinque set, in una delle partite ritenuta tra le più belle della storia di questo sport, ha poi battuto lo svedese sia nella finale degli US Open di quello stesso anno, di nuovo in cinque set, sia nelle finali dei due stessi tornei, a Londra e New York, dell’anno seguente. Queste sconfitte potrebbero anche aver avuto un peso sulla decisione di Borg di ritirarsi così presto, prima ancora di compiere 27 anni. C’è da dire, però, che i due non si sono mai incontrati sulla terra, ossia nel regno di Borg, ma solo su cemento, erba e sintetico.

Björn Borg re anche delle pagine di gossip

Björn Borg è stato un personaggio a tutto tondo, sia durante la sua carriera da tennista, sia negli anni immediatamente successivi al suo ritiro. Ha sempre prestato moltissima attenzione al look, alla scelta dei completi da tennis da indossare per i match importanti e ai suoi lunghi capelli biondi. Ovviamente aveva un grande successo tra le donne e si è sposato per ben tre volte. Uno dei matrimoni è stato molto chiacchierato, soprattutto nel nostro Paese.

Il suo primo matrimonio è avvenuto nel 1980, con una collega, la tennista rumena Mariana Simionescu, dalla quale ha divorziato nel 1984. Ha poi avuto il suo primo figlio, Robin, nato nel 1985 dalla modella svedese Jannike Björling. Già nel 1973 aveva conosciuto al Roland Garros Loredana Bertè, nota cantante italiana all’epoca fidanzata di Adriano Panatta. È stato lo stesso tennista italiano a presentargliela: lei, coetanea di Panatta, era più grande di Borg di quasi sei anni. I due si sono incontrati di nuovo a Ibiza nel 1988 e si sono messi insieme. Nel 1989 c’è stato un episodio molto controverso e mai chiarito dai diretti interessati: si parla di un tentato suicidio da parte di Borg, poi salvato proprio dalla fidanzata, pronta a chiamare i soccorsi. Poco dopo quell’episodio i due si sono sposati, ma il matrimonio è stato sempre molto burrascoso e nel 1991 è stata lei a tentare il suicidio; dopodiché, nel 1992, si sono definitivamente separati.

Solo nel 2002 Borg si è risposato, con Patricia Östfeldt, che è ancora oggi la sua compagna. Al momento del matrimonio, Loredana Bertè lo ha denunciato per bigamia, perché per l’anagrafe era ancora sposato con lei. La cantante di origine calabrese chiese anche cinque milioni di euro di danni perché non aveva mai ricevuto il mantenimento da lui. Da Östfeldt Borg ha avuto, nel 2003, il suo secondo figlio, Leo, che a sedici anni e mezzo ha vinto il suo primo torneo ITF e che fino al 2021 potrà disputare i tornei giovanili. Difficile, però, pensare che possa arrivare ai livelli del padre, che a 17 anni era già un vero e proprio fenomeno.