Il 27 aprile 1995 nasceva a Canberra Nicholas Hilmy Kyrgios, meglio noto semplicemente come Nick Kyrgios, il tennista australiano dal carattere ribelle e dal talento sopraffino. Proprio queste due sue caratteristiche lo hanno reso finora un personaggio piuttosto indecifrabile e drammaticamente imprevedibile. Pronosticare il risultato di una partita di Kyrgios è un’impresa incredibilmente ardua anche per il più esperto conoscitore di tennis. Tutto dipende da come il giocatore australiano si alza la mattina, da come sta la sua testa e fino a che punto il suo talento riesce a prevalere sulla sua follia.

Nick Kyrgios è un personaggio da film, lo è praticamente fin dalla nascita, visto che vanta nobili origini. Sua madre Norlaila, infatti, faceva parte della famiglia reale del Sultanato del Selangor in Malesia, ma ha rinunciato al titolo di principessa, è diventata un ingegnere informatico e ha lasciato il Paese trasferendosi in Australia dove ha messo su famiglia con un uomo greco, Giorgos Kyrgios, detto George. Nill (questo il nickname di Norlaila) e George hanno avuto tre figli: Christos, che fa l’avvocato, Halimah, che è diventata attrice, e il più giovane Nick, professione tennista.

Nick Kyrgios ha giocato a basket fino a 14 anni d’età, quando ha poi deciso di dedicarsi seriamente al tennis. La pallacanestro però è sempre rimasta nel suo cuore ed è un grande tifoso dei Boston Celtics in NBA. Ha raccontato questa sua passione in un articolo scritto di suo pugno per The Players’ Tribune, spiegando che quando è in giro per il mondo per i tornei di tennis, quindi praticamente sempre, per lui il Wi-Fi è essenziale perché deve guardare le partite della sua squadra preferita in streaming; inoltre dormire non è mai un’opzione se ci sono i Celtics in campo, anche se lui si trova in un posto in cui sono le 4 di notte! Segue anche il calcio e la sua squadra preferita è il Tottenham, ma non è paragonabile alla passione per il basket. A gennaio, quando è morto Kobe Bryant, Nick è sceso in campo agli Australian Open in lacrime: erano passate solo poche ore da quella terribile notizia e lui si è presentato davanti al pubblico con la maglia dei Lakers di Black Mamba. Di recente sul braccio destro si è fatto fare un enorme tatuaggio dedicato a Kobe Bryant e LeBron James, ma anche con un pizzico di Michael Jordan, per portarli sempre con sé.

Kyrgios, la mina vagante

25 anni è un’età importante per un tennista, dovrebbe essere quella della maturità. I grandi campioni, come Rafael Nadal, Roger Federer o Novak Djokovic, a questa età, avevano già vinto tantissimo. Kyrgios, invece, si può dire che non ha ancora ottenuto risultati di rilievo in rapporto all’enorme talento che possiede. Da John McEnroe ad Andre Agassi passando per Rod Laver (che però essendo suo connazionale forse è un po’ di parte), tantissimi grandi ex campioni sono d’accordo nell’elogiare il talento di Kyrgios, eppure di titoli veramente importanti nel suo palmares non ce ne sono.

Kyrgios, infatti, finora ha vinto solo tre tornei ATP 250 e tre ATP 500 e ha giocato una sola finale di un ATP 1000, tutte sul cemento. La prima vittoria è arrivata a febbraio 2016 a Marsiglia, in finale contro Marin Cilic; poi lo stesso anno, ad agosto, ha vinto ad Atlanta battendo in finale John Isner, mentre a ottobre sempre del 2016 ha battuto David Goffin nella finale del Japan Open Tennis Championships di Tokyo. Nel 2017 è arrivato in finale dell’ATP 1000 di Cincinnati e ha perso in due set contro Grigor Dimitrov. Due mesi dopo è stato finalista al China Open di Pechino, dove è stato battuto nettamente da Nadal. Nel 2018 ha giocato e vinto una sola finale, a Brisbane, sconfiggendo Ryan Harrison, mentre nel 2019 ha conquistato due titoli, il primo ad Acapulco battendo in finale Alexander Zverev in due set e il secondo a Washington sconfiggendo Daniil Medvedev in due set entrambi finiti al tie-break. Nella classifica ATP il suo best ranking è stato il 13° posto raggiunto a ottobre del 2016.

Ma allora perché con un palmares tutto sommato limitato, a 25 anni si dice che Kyrgios sia, addirittura, il più grande talento della sua generazione? Perché la sua vera forza sta nell’essere una sorta di “ammazza grandi”. L’australiano conta infatti ben 21 vittorie contro giocatori top 10. Ha battuto tre volte Nadal sulle superfici veloci: Wimbledon 2014, quando lui era ancora il numero 144 del mondo, poi Cincinnati 2017 e Acapulco 2019. Quando Kyrgios era numero 35 al mondo ha vinto anche contro Federer (allora numero 2) sulla terra a Madrid nel 2015. Non manca neanche Djokovic all’appello dei big battuti da Kyrgios: è successo due volte nel 2017, quando l’australiano navigava tra la 16esima e la 17esima posizione e Nole era numero 2. Il serbo ha capitolato in due set sia nei quarti di finale ad Acapulco sia nel quarto turno di Indian Wells.

In particolare, ad Acapulco 2019, torneo che poi ha vinto, Kyrgios ha fatto fuori uno dopo l’altro tre top ten: Rafael Nadal al secondo turno in tre set, in rimonta, John Isner in semifinale in tre set e Alexander Zverev in finale in due set. Questi avversari erano le prime tre teste di serie del torneo. Questo dimostra una cosa sola: quando vuole, quando si impegna davvero, Kyrgios può battere chiunque; è una vera e propria mina vagante nel circuito, non si sa mai quale sorpresa possa riservare.

Il suo problema è che per ora l’elenco degli episodi in cui ha rimediato punizioni e multe è più lungo di quello dei titoli conquistati. Giusto per ricordare i più importanti:

  • nel 2015 ha offeso Stan Wawrinka dicendo che Kokkinakis aveva avuto un rapporto intimo con la sua compagna. Si è dovuto scusare pubblicamente, anche perché la frase era stata intercettata dai microfoni ed è stato anche sanzionato dall’ATP;
  • nel 2016 all’ATP 1000 di Shanghai ha giocato palesemente senza impegno contro Misha Zverev ed è stato squalificato per otto settimane per condotta “contraria all’integrità del gioco”, rimediando anche un’ammenda di 25mila dollari;
  • nel 2017, sempre a Shanghai, senza motivo se ne è andato mentre stava giocando contro Steve Johnson. Anche in questo caso, ovviamente, ci ha rimesso dei soldi, perché l’ATP gli ha tolto il montepremi guadagnato fino a quel momento;
  • nel 2018 è stato multato per “comportamento antisportivo” perché durante un cambio di campo nella semifinale contro Marin Cilic al Queen’s ha fatto dei gesti osceni;
  • nel 2019 a Roma, durante il secondo turno degli Internazionali contro Casper Ruud, è stato ammonito per aver scagliato una palla oltre le tribune perché arrabbiato con il pubblico; poi, dopo aver ricevuto un punto e un game di penalità per ingiurie, ha scaraventato una sedia in mezzo al campo e se ne è andato. Di conseguenza è stato squalificato e multato e ha anche perso i punti utili per la classifica ATP;
  • nel 2019 ha dato di matto anche a Cincinnati in un match contro Karen Khachanov: ha litigato con l’arbitro, ha sputato, ha spaccato delle racchette e ha rimediato una multa di ben 113mila dollari; poi, dopo un’indagine ATP, gli è stata inflitta un’altra multa di 25mila dollari ed è stato sospeso con la condizionale per 16 settimane. È anche stato obbligato ad avere un mental coach durante i tornei ATP e a farsi seguire da un professionista esperto nel controllo della rabbia durante il periodo lontano dal campo.

Kyrgios, il duro dal cuore tenero

Da quello che vi abbiamo raccontato finora si evince che Kyrgios è un vero e proprio “bad boy”, ma, come abbiamo anticipato in precedenza, è considerato anche un personaggio cinematografico, dotato di una personalità con tante sfaccettature e tanti chiaroscuri. Infatti ha anche dimostrato di avere un cuore d’oro. Lo ha fatto vedere non solo con le lacrime in pubblico dopo la morte di Kobe Bryant, ma anche con quelle versate durante l’ATP Cup per il suo Paese alle prese con i devastanti incendi di gennaio 2020. Inoltre ha regalato dei soldi alle vittime degli incendi, 200 dollari per ogni ace per un totale di 6mila dollari, e con Alex de Minaur e John Peers ha organizzato un evento per raccogliere fondi per le famiglie, i vigili del fuoco, gli animali e tutti coloro che hanno perso la casa e i familiari a causa dei roghi.

Inoltre, in questo periodo di emergenza, Kyrgios ha voluto aiutare le persone in difficoltà che non possono permettersi di fare la spesa. Su Instagram ha scritto: “Se qualcuno di voi non lavora o non ha entrate e resta senza cibo o vive un momento difficile per favore, non andate a dormire a stomaco vuoto. Non abbiate paura o imbarazzo ad inviarmi un messaggio privato. Mi renderebbe molto felice condividere quello che ho. Non importa se è una scatola di noodles, del pane o del latte. Lo lascio alla tua porta di casa senza fare domande”.

Nick Kyrgios sempre controcorrente

Nick Kyrgios resta quindi un personaggio controcorrente e, su una delle questioni di cui si sta discutendo di più in questi giorni, ha assunto la posizione del bastian contrario. Roger Federer ha proposto di unire le associazioni di giocatori professionisti uomini (ATP) e donne (WTA) in un’unica organizzazione e ha riscontrato l’appoggio di numerosi altri campioni, a partire dal suo amico Rafael Nadal. Kyrgios, invece, su Twitter ha scritto: “Qualcuno ha chiesto alla maggior parte dei giocatori dell’ATP cosa ne pensano della fusione con la WTA e come può essere positivo per noi?”. Anche se formulata come domanda, sembra evidente la contrarietà del giocatore australiano alla proposta di Federer e la sua uscita controcorrente ha ricevuto anche i like di alcuni colleghi come Andrey Rublev. Chi la spunterà?