All’AT&T Center di San Antonio, nella notte tra il 7 e l’8 novembre 2019, quando in Italia saranno le ore 2:30, va in scena il match tra gli Spurs padroni di casa e Oklahoma City Thunder. È una partita particolarmente interessante per noi perché è il secondo degli undici derby italiani che l’NBA ci regalerà in questa stagione. Negli Spurs, infatti, c’è Marco Belinelli, mentre nel roster dei Thunder, da quest’anno, è presente Danilo Gallinari.

Proprio il Gallo è reduce dal primo derby italiano, quello del 2 novembre contro i New Orleans Pelicans di Nicolò Melli, che ha iniziato la sua stagione da rookie in NBA tra alti e bassi. I due si sono incrociati solo per pochi minuti. Melli, infatti, che ha cominciato il match da titolare, è rimasto in campo dieci minuti, ha segnato 4 punti e preso due rimbalzi, ma ha poi guardato la ripresa dalla panchina senza più rientrare. Gallinari, invece, ha segnato 16 punti e si è distinto soprattutto per una tripla importantissima a quattro minuti dal termine. Alla fine OKC ha steso i Pelicans 115-104.

Tra un derby e l’altro ci sono state anche le partite della notte tra il 5 e 6 novembre, che hanno visto i Pelicans perdere ancora, a Brooklyn, battuti dai Nets 135-125 in un match in cui Melli non è sceso in campo, mentre Oklahoma ha vinto in casa contro Orlando per 102-94. Anche in quest’ultimo match Gallinari ha segnato 16 punti, inoltre ha preso tre rimbalzi ed è stato autore di due assist.

In OKC-Orlando c’è stato anche un momento molto divertente che ha visto protagonista il Gallo: in un contrasto ha perso la scarpa destra, ma è riuscito a servire Chris Paul prima di cadere. Mentre cercava di rimettersi la scarpa, è sempre rimasto in gioco per difendere e a un certo punto si è ritrovato a doversi occupare di un rimbalzo mentre addosso aveva Vucevic. Ebbene, è riuscito a vincere il contrasto proprio usando la scarpa e dopo il match ha raccontato: “Ero in svantaggio fisico perché Vucevic è più alto di me, ma con la scarpa mi sono reso conto che potevo arrivare più in alto di lui, perciò l’ho toccata”. Nel regolamento non c’è niente che vieti una mossa del genere! La scarpa, poi, è stata regalata da Gallinari a un ragazzino che per tutta la partita aveva esibito un cartello con la scritta: “Sono venuto dall’Italia per veder giocare Gallinari”.

Belinelli, invece, con gli Spurs ha rimediato due sconfitte consecutive negli ultimi quattro giorni: ha perso in casa contro i Los Angeles Lakers 103-96 il 4 novembre e poi ha ceduto 108-100 contro gli Hawks ad Atlanta. Delle tre squadre con italiani nel roster, gli Spurs sono quelli messi meglio nella classifica della Western Conference grazie alla differenza punti: come i Thunder di Gallinari, la squadra di Belinelli ha disputato sette partite e ne ha vinte quattro e al momento è ottava, mentre l’OKC è decima e i Pelicans di Melli sono ultimi, al quindicesimo posto, con una sola vittoria su sette match. Nelle rispettive divisioni, invece, gli Spurs sono secondi e i Pelicans quinti nella Southwest Division, mentre Oklahoma è quinta nella Northwest Division.

Belinelli-Gallinari a confronto prima di Spurs-OKC

Dei tre italiani quest’anno in NBA Danilo Gallinari è certamente quello che se la passa meglio. È infatti partito titolare in tutti e sette i match finora disputati e ha una media di 28.7 minuti giocati (200 minuti in tutto), di poco inferiore alla sua media in carriera (31 minuti a match). La media dei punti è di 17.7 a partita, quella dei rimbalzi di 4.7, degli assist di 1.4. Il Gallo ha una percentuale del 40.8 sui tiri da 3 e del 96% sui tiri liberi.

Finora la squadra di Gallinari, Oklahoma City Thunder, ha perso 100-95 sul campo degli Utah Jazz, poi è stata battuta a domicilio dai Washington Wizards 97-85, ha vinto nel proprio palazzetto 120-92 contro i Golden State Warriors, poi è stata battuta a Houston dai Rockets per 116-112. Negli ultimi tre match sono arrivate la sconfitta casalinga per 102-99 contro Portland Trail Blazers, squadra che, si dice, sarebbe interessata proprio al Gallo, e le già citate vittorie contro Pelicans e Orlando Magic.

Marco Belinelli non è mai partito titolare nei San Antonio Spurs in questa stagione e ha giocato in media 16.3 minuti a partita. Ha una media di 4.4 punti, 1.3 rimbalzi e 1.1 assist per match. La percentuale dei tiri da 3 punti è del 18.2%, quella dei tiri liberi del 71.4. Anche gli Spurs hanno rimediato finora quattro vittorie e tre sconfitte. Il match in cui Beli ha giocato meno, 12 minuti, è stato l’ultimo, quello in casa degli Atlanta Hawks, perso 108-100, mentre la partita in cui ha giocato di più è stata quella vinta in casa dei Golden State Warriors per 127-110, mettendo a segno 9 punti e un assist vincente. Nelle altre sfide sono arrivate le vittorie casalinghe per 120-111 contro i New York Knicks, per 124-122 contro i Washington Wizards e per 113-110 contro i Portland Trail Blazers. Gli Spurs hanno perso poi due gare a Los Angeles, per 103-97 contro i Clippers e per 103-96 contro i Lakers.

Kemba Walker torna a Charlotte da avversario

La prossima notte non sarà solo quella del derby Belinelli-Gallinari, ma sarà anche la notte del ritorno di Kemba Walker a Charlotte, da avversario. Il point guard classe 1990, infatti, per la prima volta sfiderà gli Hornets, ossia la squadra in cui è cresciuto. Vi ha militato dal 2011 (quando la denominazione era Bobcats) fino alla passata stagione, collezionando 605 partite e 8.466 punti.

Il giocatore nato a New York ha di recente confessato che durante l’estate, tra le numerose offerte ricevute, era stato tentato di accettare quella dei New York Knicks. Qualcuno ha sospettato che abbia poi rifiutato per non avere troppe distrazioni nella sua città natale. Il diretto interessato ha però spiegato che, anche se è vero che a NYC conosce tanta gente, non temeva di distrarsi, ma ha scelto i Celtics di Boston semplicemente perché li ha preferiti per il modo di giocare e crede che siano la migliore opportunità per lui.

In queste prime giornate con i Celtics, Walker si è confermato come uno dei migliori playmaker dell’NBA, ha una media punti di 34.7 a partita, con 3.7 assist e 5.7 rimbalzi per match, ma ha anche assaporato che cosa significa avere un po’ di concorrenza in squadra. Proprio contro i Knicks, nel match vinto in casa per 104-102, a dare la vittoria alla squadra è stato il jumper di Jayson Tatum all’ultimo secondo. Se fosse stato a Charlotte, ha ammesso lo stesso Walker, quell’ultimo tiro sarebbe stato certamente una sua responsabilità. Il campione ha però detto che “va bene così” e che gli piace “che ci siano altri giocatori in grado di prendersi la responsabilità di un tiro decisivo”.

I Celtics sono attualmente secondi sia nella Atlantic Division, sia in tutta la Eastern Conference, avendo vinto cinque partite su sei disputate. In pratica, dopo il ko nel match d’esordio a Philadelphia contro i 76ers (perso 107-93), sono arrivati cinque successi consecutivi: 112-106 in casa contro i Toronto Raptors, 118-95 a NYC contro i Knicks, 116-105 in casa contro i Milwaukee Bucks, 104-102 di nuovo contro i Knicks, ma in casa, e 119-113 a Cleveland contro i Cavaliers.

I Charlotte Hornets al momento sono secondi nella Southeast Division e sesti nella Eastern Conference con quattro vittorie e tre sconfitte. I successi sono arrivati in casa contro i Chicago Bulls per 126-125 nel match d’esordio e per 122-120 contro gli Indiana Pacers nell’ultima partita prima di incontrare i Celtics, e in trasferta, prima a Sacramento contro i Kings per 118-11, poi sul campo dei Golden State Warriors per 93-87. I ko sono arrivati invece davanti al proprio pubblico per 121-99 contro i Minnesota Timberwolves, e in trasferta a Los Angeles sia contro i Lakers per 120-101, sia contro i Clippers per 111-96.