L’Italia dei motori ha avuto di che divertirsi in una scoppiettante domenica in cui sia i centauri del Motomondiale, sia i piloti di Formula 1 hanno corso su piste italiane. La MotoGP ci ha regalato un podio per due terzi azzurro con Franco Morbidelli e Francesco Bagnaia, primo e secondo nel Gran Premio di San Marino. Inoltre, la ciliegina sulla torta, è stato il balzo in testa alla classifica iridata fatto da Andrea Dovizioso, grazie alla doppia caduta di Fabio Quartararo che era stato il leader del Mondiale fino a questo momento.

In Formula 1, invece, anche se non ci sono italiani né auto italiane sul podio del Gran Premio di Toscana – Ferrari 1000, abbiamo assistito a una gara incredibile con addirittura tre partenze da fermi (in passato era successo solo altre due volte). Alla fine a trionfare, manco a dirlo, sono state le Mercedes con Lewis Hamilton davanti a Valtteri Bottas, mentre sul terzo gradino del podio è salito, per la prima volta in carriera, Alexander Albon. La Ferrari, nel millesimo gran premio della sua storia, su un circuito “di casa”, ha solo confermato il momento assolutamente “no” con un’altra prestazione da dimenticare.

MotoGP, GP di San Marino: la 36ª doppietta italiana

Franco Morbidelli e Francesco Bagnaia a Misano hanno firmato la 36ª doppietta italiana nella storia della MotoGP ed era dal Gran Premio d’Olanda 2017 che non capitava di vedere due italiani sui primi due gradini del podio, quando Valentino Rossi vinse davanti a Danilo Petrucci. Ieri, a dire il vero, si è sfiorata la tripletta, perché proprio Rossi ha perso il terzo posto a vantaggio di Joan Mir all’ultimo giro. Le Yamaha hanno dominato per tutto il weekend e alla fine sono riuscite a vincere il Gran Premio di San Marino, ma avrebbero potuto raccogliere anche di più visto che nelle qualifiche avevano piazzato quattro piloti nelle prime due file.

Proprio il pole-man Maverick Viñales si è di nuovo perso in gara, soprattutto a causa di una scelta sbagliata delle gomme, e ha racimolato solo un sesto posto che gli sta strettissimo, mentre Fabio Quartararo è scivolato due volte, la prima mentre cercava di superare Viñales, la seconda in curva 4 mentre provava a risalire posizioni. Con l’uscita di scena del francese rimasto a secco di punti a San Marino, il Mondiale si è completamente riaperto. Ora al comando c’è Andrea Dovizioso, settimo ieri, con 76 punti, ma in soli 23 punti ci sono ben nove piloti: Quartararo a -6, Miller a -12, Mir a -20, Viñales e Rossi a -22 e Morbidelli a -23.

Proprio Morbidelli, che insieme a Rossi ieri ha subito dettato l’andatura a tutto il gruppo, è il quarto vincitore diverso su sei gran premi disputati quest’anno: dopo i due successi consecutivi di Quartararo a Jerez, infatti, ha sempre trionfato un nuovo pilota e dopo le prime volte di Brad Binder e Miguel Oliveira, i due pionieri di casa KTM, e il successo del veterano Dovizioso, ecco ora la prima vittoria del “Morbido”, poco più di un mese dopo il suo primo podio (il secondo posto a Brno lo scorso 9 agosto). Ieri è arrivato anche il primissimo podio per una grande speranza italiana, Francesco “Pecco” Bagnaia, che è appena tornato in pista dopo la frattura della tibia che lo ha tenuto fuori nella prima parte della stagione e ha conquistato uno splendido secondo posto che rafforza la fiducia che la Ducati ha dimostrato di avere in lui.

I diecimila spettatori del Misano World Circuit Marco Simoncelli, i primi a poter assistere a una gara di MotoGP quest’anno, hanno potuto quindi godere di un grande spettacolo. Valentino Rossi è stato uno dei più attivi fin dai primissimi giri e ha lottato con Morbidelli per i primi posti, nel frattempo Bagnaia e Rins, partiti dal sesto e settimo posto, sono risaliti e l’italiano della Pramac aveva già raggiunto la quarta posizione a metà gara, mentre il “Morbido” allungava in testa da solo e Rossi subiva la rimonta delle Suzuki di Mir e Rins. Proprio Mir è riuscito a beffare il Dottore all’ultimo giro e a prendersi un posto sul podio.

Quattro italiani in top-ten dunque a San Marino: l’unico rimasto nelle retrovie è stato il compagno di squadra di Dovizioso, Danilo Petrucci, che è partito dalla quindicesima posizione in gara e ne ha persa un’altra, riuscendo a lasciarsi dietro solo i due piloti della Repsol Honda, sempre più disastrosa in questa sua annata senza Marc Marquez, dopo anni di dominio. Il prossimo appuntamento è sempre sula stessa pista, domenica prossima 20 settembre, con il GP dell’Emilia Romagna.

MotoGP: classifica piloti dopo il GP di San Marino

1) Andrea Dovizioso (Ducati) 76
2) Fabio Quartararo (Yamaha) 70
3) Jack Miller (Ducati) 64
4) Joan Mir (Suzuki) 60
5) Maverick Viñales (Yamaha) 58
6) Valentino Rossi (Yamaha) 58
7) Franco Morbidelli (Yamaha) 57
8) Brad Binder (KTM) 53
9) Takaaki Nakagami (Honda) 53
10) Miguel Oliveira (KTM) 48
11) Pol Espargaró (KTM) 41
12) Alex Rins (Suzuki) 40
13) Johann Zarco (Ducati) 31
14) Francesco Bagnaia (Ducati) 29
15) Danilo Petrucci (Ducati) 25
16) Aleix Espargaró (Aprilia) 18
17) Alex Marquez (Honda) 15
18) Iker Lecuona (KTM) 15
19) Bradley Smith (Aprilia) 8
20) Tito Rabat (Ducati) 7
21) Cal Crutchlow (Honda) 7
22) Michele Pirro (Ducati) 4 (ha sostituito Bagnaia)
23) Stefan Bradl (Honda) 0 (sostituisce Marc Marquez)

F1, GP di Toscana: Hamilton vince la gara dai tre volti

È cominciata con Lewis Hamilton e Valtteri Bottas in prima fila ed è finita con i due piloti Mercedes sui primi due gradini del podio nello stesso ordine, ma nel frattempo è successo davvero di tutto. L’inedito Gran Premio di Toscana Ferrari 1000 di Formula 1 è stato un concentrato di emozioni: non una corsa come le altre ma, di fatto, tre gare insieme, con tre diverse partenze a causa degli incidenti che hanno man mano ridotto il numero di piloti in pista. Per il campione del mondo in carica, che ha raggiunto la sua 90ª vittoria in carriera (è a -1 dal record assoluto di Michael Schumacher), il trionfo al Mugello è stato molto più sudato e complicato di quanto possa sembrare vedendo i risultati di qualifiche e gara.

Proprio il suo compagno di scuderia Valtteri Bottas gli ha dato battaglia fin dalla partenza, prendendo il comando della gara, mentre Max Verstappen ha avuto uno dei suoi pessimi avvii ed è poi immediatamente uscito di scena perché coinvolto nel primo incidente di giornata e anche a causa di problemi di affidabilità della sua Red Bull. Nel frattempo Charles Leclerc è riuscito a guadagnare molte posizioni in partenza, balzando dalla quinta alla terza posizione, ma alle spalle delle Mercedes e della Ferrari numero 16 si è scatenato il caos. Tra Luco e Poggio Secco, infatti, c’è stata una serie di incidenti che ha costretto la Safety Car a fare il suo primo ingresso in pista. Il futuro ferrarista Carlos Sainz con la sua McLaren ha toccato la Racing Point di Lance Stroll ed è andato in testacoda; Sebastian Vettel ha colpito a sua volta Sainz e si è ritrovato con l’alettone anteriore danneggiato; più indietro Pierre Gasly, vincitore una settimana fa a Monza, con la sua AlphaTauri ha toccato l’Alfa Romeo di Kimi Räikkönen e anche la Red Bull di Verstappen e la Haas di Romain Grosjean. Verstappen e Gasly sono andati a finire nella sabbia e si sono subito ritirati.

Per i primi sei giri, dunque, la corsa è stata guidata dalla Safety Car che, appena uscita, è dovuta immediatamente rientrare in pista. Quando è arrivato il momento di ripartire, infatti, mentre ancora alcuni piloti stavano riscaldando le gomme, c’è stato un terribile scontro: Antonio Giovinazzi dell’Alfa Romeo ha centrato in pieno Kevin Magnussen della Haas, dopo essersi trovato la monoposto del danese quasi piantata davanti a lui. Uno scontro inevitabile causato anche dalla manovra di Nicolas Latifi che, con la sua Williams, si era improvvisamente spostato dalla traiettoria del danese per superarlo e così Giovinazzi, subito dietro di lui, non ha potuto evitare Magnussen. Da annotare anche che Bottas, in quel momento al comando, per non dare la scia a Hamilton ha tardato un po’ troppo la ripartenza e ha imposto a tutti un ritmo lento che ha agevolato lo scontro.

A causa dei troppi detriti in pista è stata esposta la bandiera rossa e durante l’interruzione è arrivato anche il ritiro di Esteban Ocon per un problema tecnico. Sono ripartiti, da fermi (come a Monza), tredici piloti in questo ordine: Bottas, Hamilton, Leclerc, Albon, Stroll, Ricciardo, Perez, Norris, Kvyat, Russell, Räikkönen e Vettel. Leclerc ha però perso molto presto il suo posto nelle prime posizioni, perché è stato superato da Stroll, Ricciardo, Albon e Perez. A quel punto il pilota monegasco ha deciso di montare le gomme bianche al 22° giro, ma è scivolato in tredicesima posizione. Nel frattempo Vettel ha superato altre due monoposto con motore Ferrari, quelle di Grosjean e Räikkönen, salendo al decimo posto.

Dopo i pit-stop Hamilton ha preso il comando davanti a Bottas, mentre Ricciardo si è ritrovato in lotta per il terzo posto. Leclerc è andato a finire poi dietro Vettel dopo la sosta ai box, ma a 15 giri dalla fine un altro colpo di scena: Stroll è uscito di pista all’Arrabbiata 2 e la sua Racing Point è andata distrutta, mentre lui, per fortuna, ne è uscito illeso. Ha così dovuto fare un nuovo ingresso in pista la Safety Car, ma subito dopo è stata esposta nuovamente la bandiera rossa e così per gli ultimi dodici giri, con dodici piloti rimasti in pista, è servita una nuova partenza da fermi dopo ben venti minuti di sosta. Nella terza e ultima parte della gara, Alexander Albon è riuscito a fare quello che ci si aspetta dalle Red Bull, ossia stare subito dietro le Mercedes e, in assenza di Verstappen, è salito sul podio per la prima volta in carriera, rispondendo dunque alla vittoria di una settimana fa di Gasly, a cui ha strappato il sedile della monoposto austriaca l’anno scorso. Lo stesso Gasly potrebbe, però, riprendersi il posto in Red Bull dopo il purgatorio in AlphaTauri, anche se il francese ha dichiarato di trovarsi molto bene nella scuderia italiana e i buoni risultati sono anche una conseguenza dell’ambiente in cui lavora.

Ricciardo si è dovuto accontentare di nuovo del quarto posto, mentre Sergio Perez della Racing Point ha chiuso in quinta posizione, Lando Norris della McLaren in sesta, Daniil Kvyat dell’AlphaTauri in settima, Charles Leclerc in ottava, Kimi Räikkönen in nona posizione davanti a Vettel, poi George Russell della Williams ha chiuso davanti a Romain Grosjean della Haas. Visto che per la seconda volta Max Verstappen è rimasto senza punti, la strada di Lewis Hamilton verso il suo settimo titolo iridato sembra sempre più spianata e Bottas, ancora una volta, ha dimostrato di non essere un rivale troppo temibile per il compagno di squadra britannico. Il prossimo appuntamento con la Formula 1 è il 27 settembre con il Gran Premio di Russia.

F1: classifica piloti dopo il GP di Toscana

Questa la classifica piloti del Mondiale di Formula 1 2020 dopo nove gran premi:
1) Lewis Hamilton (Mercedes) 190 punti
2) Valtteri Bottas (Mercedes) 135
3) Max Verstappen (Red Bull) 110
4) Lando Norris (McLaren) 65
5) Alexander Albon (Red Bull) 63
6) Lance Stroll (Racing Point) 57
7) Daniel Ricciardo (Renault) 53
8) Charles Leclerc (Ferrari) 49
9) Sergio Perez (Racing Point) 44
10) Pierre Gasly (AlphaTauri) 43
11) Carlos Sainz (McLaren) 41
12) Esteban Ocon (Renault) 30
13) Sebastian Vettel (Ferrari) 17
14) Daniil Kvyat (AlphaTauri) 10
15) Nico Hulkenberg (Racing Point) 6 (ha sostituito Perez)
16) Kimi Räikkönen (Alfa Romeo) 2
17) Antonio Giovinazzi (Alfa Romeo) 2
18) Kevin Magnussen (Haas) 1
19) Nicholas Latifi (Williams) 0
20) George Russell (Williams) 0
21) Romain Grosjean (Haas) 0