Oggi, 22 febbraio, Niki Lauda avrebbe compiuto 74 anni. L’ex pilota austriaco di Formula 1 è morto a Zurigo nel 2019. Tre volte campione del mondo nella classe regina delle monoposto da corsa, è tornato in pista nonostante un gravissimo incidente che lo ha lasciato sfigurato. Anche dopo il ritiro dalle corse, è rimasto sempre legato al mondo dei motori e ancora oggi è un’icona per tutti gli appassionati, nonché una leggenda di questo sport. Per celebrarlo al meglio, in occasione dell’anniversario della sua nascita, andiamo a ripercorrerne la carriera e i principali successi in pista.

L’alba della carriera di Niki Lauda

La passione del giovane Niki per l’automobilismo sboccia molto presto e cresce al punto da fargli lasciare gli studi universitari alla fine degli anni Sessanta per dedicarsi completamente alla carriera da pilota. Partecipa al campionato di Formula Vee, poi a quello di Formula 3 e, successivamente, al campionato di Formula 2. Nel 1971 approda nella classe regina delle monoposto da corsa debuttando al Gran Premio della sua Austria a bordo della vettura della casa costruttrice britannica March. Sarà l’unica partecipazione a una corsa in quella stagione. Andrà meglio l’anno successivo, in cui però il miglior risultato sarà un settimo posto in Sudafrica. Chiuderà a zero punti in classifica iridata prima di passare, nel 1973, a un’altra scuderia britannica, la BRM. Con la nuova avventura arriveranno anche i primi punti di Lauda in F1, precisamente alla quinta tappa del mondiale, quando chiuderà al quinto posto nel Gran Premio del Belgio.

Niki Lauda alla Ferrari: il primo mondiale F1

Il passaggio alla Ferrari nel 1974 è quello della consacrazione in Formula 1 per Niki Lauda che, dopo il quarto posto nella stagione d’esordio con il Cavallino Rampante, salirà sul tetto del mondo l’anno successivo, dominando il mondiale e chiudendo davanti alla McLaren del campione brasiliano Emerson Fittipaldi.

La rivalità tra James Hunt e Niki Lauda

La stagione 1976 è quella del grande duello tra il pilota della McLaren James Hunt e, appunto, Niki Lauda, ancora su Ferrari. Il campionato vive il suo momento più drammatico nel corso della decima tappa in Germania, quando il pilota della Rossa rischia la vita a causa di un grave incidente in cui la sua monoposto prende fuoco. A causa dell’incidente, Niki Lauda riporta gravi ferite e ustioni che lo terranno lontano dalla pista nei GP di Austria e Olanda. Incredibilmente, però, il campione austriaco rientrerà in tempi record per il Gran Premio d’Italia sullo storico circuito di Monza, ad appena 42 giorni dall’incidente, ottenendo il quarto posto. La straordinaria forza di volontà del pilota austriaco, però, non basterà a conquistare il mondiale, che verrà vinto da Hunt per appena un punto. Quasi 40 anni più tardi, il regista Ron Howard racconterà nel film su Niki Lauda dal titolo “Rush” proprio questa appassionante e drammatica stagione di Formula 1.

Niki Lauda campione del mondo per la terza volta

Lauda tornerà alla vittoria nel 1977, dominando il mondiale chiuso al primo posto con 72 punti davanti al sudafricano Jody Scheckter secondo a 55. Sarà quello l’ultimo anno in Ferrari del pilota austriaco, che passerà poi alla Brabham. Nel 1979 Lauda spiazzerà tutti ritirandosi dalle corse per poi ripresentarsi in pista, tre anni più tardi, a bordo della monoposto della McLaren. E nel giro di tre anni tornerà ad essere campione del mondo. Precisamente nel 1984, quando vincerà al fotofinish l’appassionante duello con il compagno di scuderia Alain Prost. Con quest’ultimo, i mondiali vinti da Niki Lauda arrivano a tre. Nel 1985 il campione annuncerà poi il suo ritiro, questa volta definitivo.

La morte di Niki Lauda

Niki Lauda è morto in una clinica di Zurigo, tra il 20 e il 21 maggio del 2019. L’ex pilota austriaco era malato da tempo. I funerali sono stati celebrati il 29 maggio successivo e la sua salma è stata portata a Vienna, nello stesso cimitero della madre. Lauda, come da suo desiderio, è stato sepolto con la tuta degli anni in Ferrari, a testimonianza di una passione che prescinde da ogni confine. A imperitura memoria di un campione senza tempo.