La Formula 1 ha salutato il 2020, l’anno peggiore per lo sport, in cui la maggior parte delle gare si sono disputate senza o con pochissimo pubblico, con l’ultimo gran premio stagionale ad Abu Dhabi, forse uno dei più noiosi, con un uomo solo al comando dal primo all’ultimo giro. Max Verstappen ha chiuso nel migliore dei modi un’annata in cui ha ottenuto molto meno di quello che avrebbe meritato a causa della superiorità quasi schiacciante della Mercedes, a volte aiutata anche dalla fortuna. L’olandese della Red Bull ieri ha ottenuto la sua seconda vittoria stagionale dopo quella di Silverstone nel GP del 70° Anniversario. Per Verstappen, che a settembre ha compiuto 23 anni, questa è già la decima vittoria in Formula 1 su 118 GP disputati.

Anche se ieri è stata la prima gara dopo 39 in cui le Mercedes non sono state al comando neanche per un giro, le Frecce Nere hanno comunque occupato gli altri due gradini del podio con Valtteri Bottas secondo e Lewis Hamilton terzo. Il campione del mondo, che solitamente appare soddisfatto solo quando vince, questa volta ha fatto i complimenti a Verstappen, dichiarando che le Red Bull questo weekend sono state troppo veloci e sottolineando anche come per lui prove, qualifiche e gara siano state tutte molto dure da un punto di vista fisico, visto che è reduce dal Covid-19. Il britannico prima della gara è stato premiato da Pirelli per il primato stagionale delle dieci pole position conquistate.

Per le Ferrari è stata un’altra giornata “no”, chiusa con Charles Leclerc al 13° posto e Sebastian Vettel al 14°, ma ciò che è ancor più grave, oltre al fatto che non hanno raccolto neanche un punto, è che sono stati entrambi doppiati. Per le Rosse il fatto che questa stagione sia finita è un sollievo, anche se è il momento dei saluti a Vettel il quale, fino all’ultimo, ha sempre goduto di grande stima, ricambiata da sorprendenti dimostrazioni d’affetto da parte del tedesco verso la scuderia di Maranello.

F1, ad Abu Dhabi gara noiosa dominata da Verstappen

Il gran premio di Abu Dhabi è stato sostanzialmente noioso, bello solo per i tifosi di Max Verstappen che hanno potuto vedere il loro idolo al comando dal primo all’ultimo giro. L’olandese, partito dalla pole position, è rimasto sempre primo, anche durante i pit-stop, accumulando un buon vantaggio e chiudendo con oltre 15” di vantaggio su Bottas e più di 18” su Hamilton.

Di fatto, l’unico colpo di scena è arrivato abbastanza presto, al decimo giro, quando Sergio Perez ha visto la sua Racing Point spegnersi per un problema al motore dovuto all’olio. È così scattato prima il regime di virtual safety car, poi all’undicesimo giro si è passati alla safety car vera e propria che è rientrata ai box al quattordicesimo giro.

Ancor prima che la vettura di sicurezza entrasse in pista, molti piloti si sono fermati ai box per cambiare le gomme, e cioè Verstappen, Bottas, Hamilton, Albon (Red Bull), Norris e Sainz (McLaren), Stroll (Racing Point), Gasly e Kvyat (AlphaTauri), Ocon (Renault), Räikkönen (Alfa Romeo), Russell e Latifi (Williams) e Fittipaldi (Haas).

In particolare Pietro Fittipaldi, che ha sostituito Romain Grosjean, è stato l’unico ad effettuare tre pit-stop, fermandosi anche al 34° e al 48° giro, mentre si sono fermati due volte Nicholas Latifi della Williams (secondo pit-stop al 35° giro) e Kevin Magnussen della Haas, che si è fermato al 31° e al 47° giro. Tutti gli altri hanno adottato la strategia di una sola sosta: Leclerc ha effettuato il pit-stop al 22° giro, Giovinazzi (Alfa Romeo) al 27°, Vettel al 35° e Ricciardo (Renault) al 39°.

I pit-stop in regime di virtual safety car ovviamente non hanno cambiato la situazione: Verstappen, Bottas, Hamilton e Albon sono rientrati nelle prime quattro posizioni e le hanno mantenute fino alla fine. Dietro di loro si sono piazzate le due McLaren con Lando Norris quinto e Carlos Sainz sesto, poi la Renault di Daniel Ricciardo, l’AlphaTauri di Pierre Gasly, l’altra Renault di Esteban Ocon e la Racing Point di Lance Stroll, ultimo ad andare a punti. Tutti gli altri, dall’undicesimo posto di Daniil Kvyat fino al diciannovesimo di Pietro Fittipaldi sono stati doppiati, il pilota della Haas addirittura di due giri.

Questo GP è stato però importante per stabilire quale scuderia occupa il quarto posto nella classifica finale costruttori, un posizionamento importante visto che in ballo ci sono 5 milioni di dollari: a prevalere è stata la McLaren, certamente favorita dalla prematura uscita di scena di Checo Perez.

Abu Dhabi, il GP delle ultime volte

Quello di Abu Dhabi è stato anche il GP delle ultime volte. Prima di tutto l’ultima volta in rosso di Sebastian Vettel come abbiamo già spiegato in precedenza. Il tedesco dall’anno prossimo sarà all’Aston Martin (attuale Racing Point) per una nuova avventura. Ha voluto salutare la squadra di Maranello con un casco su cui campeggiava la scritta “Grazie ragazzi” e a un certo punto si è messo a cantare una sua personale versione della celebre canzone “Azzurro” per salutare tutta la scuderia. E la Ferrari ha ricambiato mettendo ovunque, anche sul casco di Leclerc, la scritta “Danke Seb” e diffondendo pure sui social la scritta “Grazie Seb, ci mancherai, ma resterai sempre parte della famiglia della Scuderia Ferrari”. Vettel chiude la sua esperienza con la Ferrari da terzo pilota più vincente della storia della casa di Maranello, grazie ai suoi 14 successi, preceduto solo da Michael Schumacher che ne ha ottenuti 72 e Niki Lauda con 15. Per lui quella di ieri è stata la gara numero 118 in Ferrari con cui ha conquistato anche 12 pole position, 55 podi, 14 giri veloci e 1400 punti.

Ma quelli di Vettel e Leclerc non sono stati gli unici caschi speciali visti in pista. Anche Carlos Sainz, che lascia la McLaren proprio per prendere il posto di Seb in Ferrari, ha indossato un casco con impressa la foto del suo primo podio con la casa britannica, quello ottenuto in Brasile l’anno scorso e festeggiato a riflettori ormai spenti perché la conferma del suo terzo posto arrivò solo dopo che era stata confermata la penalità ad Hamilton (che invece aveva festeggiato sul podio).

Casco speciale anche per Sergio “Checo” Perez, che lascia la Racing Point cui dedica una scritta “Gracias” con i colori della bandiera messicana. Il pilota, che la scorsa settimana a Sakhir ha conquistato la sua prima vittoria in Formula 1, non ha ancora un sedile per la prossima stagione e rischia di restare a piedi dopo dieci stagioni in Formula 1, 193 gran premi disputati e dieci podi. Nel suo futuro potrebbe esserci la Red Bull. Perez è un pilota che, oltre ad aver dimostrato quest’anno che con l’auto giusta può fare grandi cose, porta con sé molti sponsor e praticamente una nazione intera, il Messico, in cui è venerato come un dio, ma questa volta potrebbe non bastare per evitargli di restare fermo per una stagione. Tra l’altro Perez, che chiude al quarto posto con 125 punti, ha surclassato il suo compagno Lance Stroll, undicesimo con 75 punti, ma figlio del proprietario della scuderia.

Tra i piloti che dicono certamente addio alla Formula 1 c’è Kevin Magnussen, che dall’anno prossimo sarà un pilota IMSA con la Cadillac del team di Chip Ganassi. Potrebbero restare senza sedile anche Daniil Kvyat e Alexander Albon, quest’ultimo, in particolare, nel caso in cui Perez dovesse prendere il suo posto sulla Red Bull. Qualche dubbio potrebbe esserci addirittura su Lewis Hamilton, che deve ancora rinnovare con la Mercedes, ma sarebbe davvero assurdo non vederlo al via di una stagione che, potenzialmente, potrebbe portarlo al suo ottavo titolo mondiale e renderlo in tutto e per tutto The Greatest of All Times nella Formula 1, anche se, di fatto, questo titolo già gli appartiene.

Neanche Romain Grosjean, altro pilota della Haas come Magnussen, sarà al via della prossima stagione. La squadra guidata da Günther Steiner avrà due piloti nuovi e uno dei due si tratta di un nome molto atteso: stiamo parlando ovviamente di Mick Schumacher, figlio di Michael e vincitore quest’anno del mondiale di Formula 2, che sarà affiancato dal russo Nikita Mazepin. Oltre all’atteso esordio di Schumy Jr. ci sarà anche un ritorno, quello di Fernando Alonso sulla Renault, che l’anno prossimo si chiamerà Alpine.

Mercedes padrona assoluta. Nel 2021 sarà lo stesso?

La stagione 2020 è stata molto particolare perché, a causa della pandemia, sono stati annullati tutti i gran premi previsti a inizio stagione e ne sono stati introdotti dei nuovi, principalmente per limitare al massimo gli spostamenti. Non si sono disputati i GP di Australia, Vietnam, Cina, Olanda, Monaco, Azerbaigian, Canada, Francia, Singapore, Giappone, Stati Uniti, Messico e Brasile, mentre su alcune piste, in particolare sul Red Bull Ring in Austria, a Silverstone in Inghilterra e a Sakhir in Bahrein, se ne sono disputati due. L’Italia ne ha ospitati tre, quello “solito” di Monza più i GP della Toscana al Mugello e dell’Emilia Romagna a Imola.

Su 17 gran premi totali sono state ben 13 le vittorie della Mercedes, 11 di Lewis Hamilton e due di Valtteri Bottas. Il britannico ha avuto addirittura una serie di cinque successi di fila. Gli unici piloti non Mercedes a vincere un gran premio sono stati Max Verstappen, vincitore a Silverstone nel GP del 70° Anniversario e ieri ad Abu Dhabi, Pierre Gasly che con l’italiana AlphaTauri ha conquistato il GP d’Italia a Monza e Sergio Perez che, come abbiamo detto, ha vinto il GP di Sakhir con la Racing Point. Anche per quanto riguarda le pole position le Frecce Nere hanno dominato, anzi, in questo caso hanno stracciato ancora di più la concorrenza con dieci pole di Hamilton e cinque di Bottas, lasciando agli avversari solo due pole: quella del GP di Turchia conquistata da Lance Stroll e quella di Abu Dhabi stabilita da Verstappen.

Tutto fa pensare che l’anno prossimo la musica sarà più o meno la stessa: un’altra stagione dominata dalle Mercedes, con le Red Bull a fare da antagoniste, soprattutto con Verstappen, ma bisogna aspettare per vedere fino a che punto l’olandese potrà realmente concorrere per il titolo mondiale. Cresce sempre di più l’attesa per il 2022, invece, quando la rivoluzione nel design e le nuove regole potrebbero sconvolgere la Formula 1.

Formula 1: le classifiche definitive

Prima di vedere la classifica piloti definitiva ricordiamo che:

  • Nico Hulkenberg ha sostituito Sergio Perez mentre quest’ultimo era positivo al Covid nei due GP di Silverstone, anche se nel primo non è riuscito a partire a causa di problemi al motore; poi ha sostituito Lance Stroll nel GP dell’Eifel;
  • George Russell ha sostituito per un gran premio Lewis Hamilton mentre era positivo al Covid: quindi ha disputato 16 gare con la Williams e una con la Mercedes, ma i punti li ha ottenuti solo con la Mercedes;
  • Jack Aitken ha sostituito Russell sulla Williams per un gran premio (mentre il britannico era alla Mercedes);
  • Pietro Fittipaldi ha sostituito Romain Grosjean nelle ultime due gare dopo l’incidente del francese al via del primo GP in Bahrein.

CLASSIFICA PILOTI DEFINITIVA DEL MONDIALE 2020
1) Lewis Hamilton (Mercedes) 347 punti
2) Valtteri Bottas (Mercedes) 223
3) Max Verstappen (Red Bull) 214
4) Sergio Perez (Racing Point) 125
5) Daniel Ricciardo (Renault) 119
6) Carlos Sainz (McLaren) 105
7) Alexander Albon (Red Bull) 105
8) Charles Leclerc (Ferrari) 98
9) Lando Norris (McLaren) 97
10) Pierre Gasly (AlphaTauri) 75
11) Lance Stroll (Racing Point) 75
12) Esteban Ocon (Renault) 62
13) Sebastian Vettel (Ferrari) 33
14) Daniil Kvyat (AlphaTauri) 32
15) Niko Hulkenberg (Racing Point) 10
16) Kimi Räikkönen (Alfa Romeo) 4
17) Antonio Giovinazzi (Alfa Romeo) 4
18) George Russell (Williams) 3
19) Romain Grosjean (Haas) 2
20) Kevin Magnussen (Haas) 1
21) Nicholas Latifi (Williams) 0
22) Jack Aitken (Williams) 0
23) Pietro Fittipaldi (Haas) 0

CLASSIFICA COSTRUTTORI DEFINITIVA DEL MONDIALE 2020
1) Mercedes 573 punti
2) Red Bull Racing Honda 319
3) McLaren Renault 202
4) Racing Point BWT Mercedes 195
5) Renault 181
6) Ferrari 131
7) AlphaTauri Honda 107
8) Alfa Romeo Racing Ferrari 8
9) Haas Ferrari 3
10) Williams Mercedes 0