Il GP del Giappone 2019 di Formula 1 ha messo fin da subito a dura prova la pazienza dei piloti, che si sono ritrovati un inaspettato giorno di vacanza con l’obbligo di restare al chiuso, quando tutto quello che vorrebbero fare è girare con le loro monoposto sul circuito di Suzuka. Tutta colpa del temuto tifone Hagibis. E allora che cosa hanno fatto? Tanta PlayStation per i millennials, tanto Netflix per i trentenni, qualcuno si è dato al bowling, qualcun altro è andato nella Spa del proprio hotel, i ferraristi hanno preferito dormire, Lewis Hamilton se ne è andato a Tokyo, Romain Grosjean si è messo a costruire il modellino della Tyrrell P34.

Un sabato diverso dagli altri che precede una domenica molto (o forse troppo) intensa. Le qualifiche del F1 GP Giappone 2019, infatti, si disputeranno quattro ore prima della gara, alle ore 10 del mattino locali, quando in Italia saranno le 3 di notte; poi alle 14:10 locali, ossia le 7:10 italiane, scatta il gran premio. Questo significa che, se qualcosa dovesse andare storto nelle prove ufficiali, i team avranno pochissimo tempo per sistemare le monoposto e prepararle alla gara. Ma non è la prima volta che si verifica un evento del genere: era successo lo stesso in Giappone anche nel 2004 e nel 2010.

I piloti hanno avuto a disposizione solo due sessioni di prove libere, ossia le due del venerdì, perché le attività del sabato, inclusa dunque la FP3, sono state tutte cancellate. Sia nella FP1 sia nella FP2 le migliori sono state le Mercedes, con Valtteri Bottas che ha preceduto Lewis Hamilton in entrambe le sessioni. Le Frecce d’Argento dominano su questa pista dal 2014 senza interruzioni: Hamilton ha vinto quattro degli ultimi cinque gran premi del Giappone, nel 2014, 2015, 2017 e 2018. Nel 2016 fu Nico Rosberg a imporsi (e poi a vincere il Mondiale). La Ferrari, invece, non vince dai tempi di Schumacher: l’ultimo successo risale al 2004, ma fu il quinto consecutivo e il sesto in nove edizioni del GP.

F1 GP Giappone 2019: i favoriti per la pole position

Il pronostico sulla pole position non si può che basare sui risultati delle prove libere e sui precedenti su questa pista e quindi vede le Mercedes nettamente favorite. Tuttavia, nella lotta tra Valtteri Bottas e Lewis Hamilton, che, come abbiamo visto, hanno avuto i primi due migliori tempi in entrambe le libere del venerdì, si possono inserire certamente le Ferrari, che sono in netta crescita dopo la sosta estiva. Anche le Red Bull proveranno ad avere voce in capitolo nella lotta per la pole: Max Verstappen e Alexander Albon hanno avuto il quinto e sesto tempo nella FP1 e il terzo e sesto tempo nella FP2.

Il ferrarista Charles Leclerc, che è reduce da quattro pole consecutive, proverà a fare pokerissimo e potrebbe riuscirci. Nelle libere ha ottenuto il quarto tempo sia nella prima, sia nella seconda sessione, mentre il suo compagno di scuderia Sebastian Vettel è stato terzo nella FP1 e quinto nella FP2. Il tedesco su questa pista ha conquistato quattro pole, proprio come Hamilton, e quattro vittorie. Il record di pole è di Michael Schumacher, lontanissimo a quota otto.

La Ferrari, come costruttore, ha il record di pole nel GP del Giappone, perché i suoi piloti l’hanno conquistata nove volte, ed è seguita da McLaren a quota sei, Red Bull e Mercedes a quota 5, poi Williams con 4, Lotus e Benetton con 2 e Toyota con una pole. Se invece andiamo a guardare i motori, per dieci volte è stata una monoposto motorizzata Renault a conquistare la pole, mentre la Ferrari è ovviamente a quota 9, seguita da Mercedes con 7 pole e Honda con 4.

F1 GP Giappone 2019: i favoriti per la vittoria

Il Gran Premio del Giappone è uno dei più attesi dell’anno, perché è uno dei GP storici (si corre dal 1976) con un pubblico esperto, composto e abituato allo spettacolo della Formula 1. Quella che si disputa domani è la 35esima edizione e sarà molto importante partire in pole position. Il circuito di Suzuka, con i suoi continui cambi di direzione, richiede la massima concentrazione per tutti e 53 i giri e chi parte davanti può “fuggire” via e controllare la gara, anche perché, molto probabilmente, si effettuerà un solo pit-stop.

L’anno scorso le Mercedes dominarono il weekend: Hamilton fu primo in tutte le sessioni di prove libere. Nelle prime due davanti a Bottas, nella terza davanti a Vettel. Il britannico ottenne la pole davanti a Bottas e Verstappen, e il podio finale della gara fu identico. Vettel gli tolse la possibilità del Grand Chelem, “soffiandogli” il giro veloce all’ultimo giro. Per il tedesco della Ferrari quella gara fu molto particolare: partito nono mentre il compagno Kimi Räikkönen era quarto, rimontò presto superando il finlandese che nel frattempo si era scontrato con Verstappen, poi fu lo stesso Vettel a scontrarsi con l’olandese della Red Bull e a finire in testacoda, ritrovandosi a dover risalire dalla P16. La sua gara si concluse al sesto posto dopo una rimonta matta e disperata.

In questo Gran Premio Vettel ha vinto, a bordo della Red Bull, quattro volte: nel 2009, 2010, 2012 e 2013. Se riuscisse a vincere, raggiungerebbe Lewis Hamilton, che è a quota cinque successi, ossia i quattro con la Mercedes di cui abbiamo già parlato e uno con la McLaren nel 2007, ma ottenuto sulla pista di Fuji. Se Hamilton dovesse trionfare anche domani, raggiungerebbe Michael Schumacher a quota 6, il record di vittorie in Giappone (quelle di Schumi tutte a Suzuka). Hamilton può raggiungere il leggendario tedesco anche nel numero di giri veloci, perché Schumacher ha il record che è di 4, mentre il campione del mondo in carica, come Vettel (e come Alain Prost e Mark Webber), ne ha tre.

Hamilton e Vettel sono a pari numero in Giappone anche per il numero di podi ottenuti: 7 per entrambi, a -2 da Schumacher che ne ha 9. Il ferrarista potrebbe raggiungere il britannico nel numero di punti conquistati in questo gran premio: Hamilton, infatti, ha il record assoluto che è di 161, mentre Vettel lo segue con 153, poi ci sono Räikkönen con 106, Schumacher con 97 e Jenson Button con 85. La Ferrari ha il record di punti come costruttore con 309, seguita da Red Bull con 272 e McLaren con 264, poi troviamo Mercedes con 227 e Williams con 138.

Insomma, Hamilton sembra ancora una volta il favorito numero uno per la vittoria finale, ma attenzione alle qualifiche: chi parte dalla prima fila ha buone chance di restare davanti fino alla fine e salire sul podio. Bottas su questa pista è molto veloce e, nel caso dovesse trovarsi primo, è probabile che la Mercedes gli conceda di arrivare davanti a Hamilton sul traguardo, ma tutto dipende da chi c’è dietro. Le Ferrari, però, in base a quanto hanno fatto nei quattro gran premi dopo la sosta, hanno tutte le carte in regola per aspirare al massimo risultato e anche la Red Bull starà in agguato per acciuffare il podio.