Benvenuti sul K2, al secolo Kalidou Koulibaly. Chi non vorrebbe un difensore del genere, nel pieno della maturità a 29 anni, e ritenuto ancora oggi uno dei migliori centrali al mondo? In effetti la fila ci sarebbe, eccome. Ma siccome molte condizioni sono cambiate, anche per colpa del Covid-19, bisogna prestare molta attenzione e fare soprattutto in modo che le condizioni accontentino il Napoli.

Kalidou è un muro. Quando sta bene, non si passa. Quando sta bene, lo puoi fermare soltanto incatenandolo. Forse. Quando sta bene, è il massimo di potenza, esplosività e tecnica. Questa stagione è stata abbastanza complicata perché gli infortuni lo hanno condizionato non poco. E con il suo fisico ha bisogno soltanto di giocare, giocare e giocare. E ovviamente di prendere il numero di targa del centravanti avversario, di anticiparlo sempre e comunque, il miglior Koulibaly (quello che sprigiona salute) è uno spettacolo autentico. Perché poi lui, non contento, magari si esibisce in qualche sgroppata delle sue nella trequarti avversaria.

Non gli basta il gol di testa, indimenticabile quello in casa della Juve nella primavera del 2018 che illuse il Napoli di potersi cucire il triangolino tricolore sul petto, ma gli piacciono molto le avventure come se fosse un centrocampista aggiunto. Koulibaly è questo: completo, cocciuto, testardo, fondamentali da top, uomo spogliatoio, soltanto pregi nel suo repertorio. Ed è molto difficile trovare soltanto pregi quando il tuo compito è quello di aiutare il portiere a non raccogliere troppi palloni e a garantirne la blindatura. Qualche piccolo nervo scoperto solitamente viene fuori, nel caso del miglior Koulibaly non se ne parla. Il rendimento nel segno della continuità è una sentenza.

Kalidou è stato un pezzo pregiato di calciomercato. Il riferimento è a qualche sessione fa quando De Laurentiis aveva chiesto la tripla cifra per dare il via libera alla cessione. Proprio così, almeno cento milioni, prendere o lasciare. Più o meno come aveva fatto Lotito per Milinkovic-Savic. Novantacinque milioni? Non se ne parla, cento sull’unghia e magari una cascatina di bonus come condimento. Le big inglesi ci avevano pensato abbastanza seriamente, per loro cento milioni possono anche essere una mezza passeggiata di salute. Ma poi, per un motivo o per un altro, non ci sono stati i margini o le condizioni per una trattativa rapida e proficua.

Koulibaly nel frattempo ha rinnovato, è stato più o meno blindato, ma siccome non è più un ragazzo di primo pelo il Napoli ha giustamente fatto ragionamenti molto chiari senza renderli pubblici. Riflessioni di questo tipo: se non lo cedo in questa sessione di mercato, a 29 anni, sarà evidentemente più complicato farlo la prossima estate. Quando ti avvicini ai trenta ogni sessione di mercato vale per due, nel senso che la quotazione del cartellino scende inevitabilmente. È una legge che non passerà mai di moda, di solito in Premier vanno a prendere i ventiquattrenni o i venticinquenni in rampa di lancio e non si può certo dar loro torto. Però, è inutile fare troppi giri, il signor Kalidou merita una riflessione approfondita per il rendimento che garantisce e per affidabilità totale, al punto che sembra fatto apposta per giocare in quel campionato. Il massimo.

Se c’è un estimatore di Koulibaly l’identikit conduce al signor Pep che di cognome fa Guardiola. Bene, possiamo dirlo senza correre alcun rischio di essere smentiti: gran parte del budget Pep lo utilizzerebbe per portare a Manchester sponda City il “leone” che ruggisce senza soluzione di continuità. E le prime schermaglie ci sono state, con la regia di Fali Ramadani, l’agente che in situazioni del genere è un abile tessitore. Ramadani ha comunicato a De Laurentiis che il City lo vorrebbe e qui il Napoli ha voluto subito chiarire la posizione. Premesso che sono lontani i tempi dei cento milioni, il club è disposto a fare uno sconticino che non vada oltre il venti per cento. Morale: se prima chiedevo cento, adesso non voglio scendere sotto gli ottanta, ma con un pagamento che non sia troppo dilazionato. Al massimo posso scendere, questa è la posizione del Napoli, fino a settantacinque, magari con l’aggiunta di bonus. E qui si giocherà la partita nei prossimi giorni o nelle prossime settimane, sempre con Ramadani in prima fila per trovare la quadratura. Stiamo attenti, all’insegna di una pazienza infinita: le trattative di quest’anno ci porteranno allo sfinimento, il mercato si fa adesso nel bel mezzo dei verdetti di campionato e poi della Champions, si aprirà ufficialmente il primo settembre per chiudersi il 5 ottobre. Un mezzo delirio.

Il muro del Napoli arriva sempre fino a ottanta milioni semplicemente perché in fase di cessioni spesso De Laurentiis ha saputo collezionare prodezze. Poi stiamo coinvolgendo il City, ovvero un club che mai ha badato a spese quando ha dovuto portare a casa uno specialista del ruolo, a maggior ragione se si tratta di un difensore così ambito. Qui non stiamo parlando del Barcellona che aveva raggiunto l’accordo con Lautaro Martinez ma che aveva traccheggiato dinanzi alla possibilità di mettere abbondante cash sul tavolo per convincere l’Inter. Qui stiamo parlando di un club che, memorizzate le liete novelle relative alla partecipazione alla Champions anche nella prossima stagione dopo aver rischiato il buio totale, sa di dover trovare prima l’intesa per il cartellino e poi non sarà un problema l’accordo relativo all’ingaggio. Si fa sempre così quando sai cosa vuoi, si percorre perennemente la strada maestra. Il sì con KK non sarebbe un intoppo, quello con il Napoli va trovato. In fondo è una risposta indiretta alla strategia sbagliata del Barcellona nella famosa vicenda legata a Lautaro Martinez.

Koulibaly è molto legato a Napoli e magari ci resterebbe fino a fine carriera senza troppi grilli. È casa sua, per questo motivo è sincero quando dichiara “si parla di una mia partenza, ma non è scontato che vada via da qui”. Sembra uno 0-0 tanto per non fare danni con le parole, in realtà è una spremuta di onestà e di attaccamento. Un prolungamento con ritocco dell’ingaggio lo porterebbe a cifre ancora più alte, la sua richiesta sarebbe ulteriormente da top, per questo motivo il Napoli non chiude alla cessione. A patto che lo accontentino senza pretendere grossi sconti: Koulibaly è un pezzo da novanta, non un due di briscola, ottanta milioni non sono certo uno scandalo (è come se ascoltassimo le parole di De La). In fondo, la famosa scorciatoia rispetto alle dichiarazioni di Lotito che dice “pagare moneta, vedere cammello” quando si tratta di cedere un big della sua squadra. In questo Lotito e De Laurentiis sono presidenti-gemelli, nessuno discuta.

E cosa accadrebbe se Koulibaly facesse le valigie, salutasse il Maschio Angioino e si trasferisse dalle parti di Pep? Il Napoli ha già due centrali forti, il rinato Maksimovic e Manolas arrivato appena la scorsa estate. Il terzo della compagnia è Luperto, poi c’è Rrahmani, preso a gennaio dall’Hellas, un altro centrale andrebbe rintracciato sul mercato senza grossi patemi. A maggior ragione se si avesse un gruzzoletto di quel livello in cassaforte. In fondo, Koulibaly resterebbe un cittadino onorario di Napoli, Guardiola avrebbe il centrale dei sogni, De La potrebbe ancora una volta far brillare il bilancio e trovare gente all’altezza del nuovo ciclo firmato Ringhio Gattuso. Sembra tutto semplice, ma prima occorre che il Manchester City scali quel muro alto ottanta milioni.