C’è tanto, troppo in pentola in questo fine settimana per poter analizzare lo sviluppo di fatti che hanno preso una forte accelerazione. Il Campionato tornerà dal 20 giugno e la Coppa Italia, ipoteticamente dal 13. E’ già sorto infatti un problema per l’Inter, tale da porre in essere la minaccia di scendere in campo con i ragazzi della Primavera, proprio come in quel 1961, quando per protestare contro la CAF che, invece del 2-0 a tavolino già assegnato, volle far ripetere il match Juventus-Inter, Moratti ed Herrera risposero mandando a giocare i ragazzini. In quel caso si trattò di uno scandalo (il primo in ordine cronologico) che sottrasse ai nerazzurri un meritato scudetto. In questo caso invece la reazione nasce dal presupposto che l’Inter sarebbe l’unica squadra a dover giocare cinque match in dodici giorni, rendendo proibitiva la competitività e di fatto impedendo agli uomini di Conte di avere le stesse chance delle altre squadre, in una situazione già fortemente emergenziale.

Aggiungiamo anche il fatto che l’alto numero di partite in due mesi porterà certamente ad un rischio infortuni decisamente più elevato, come dimostra la ripresa della Bundesliga. L’Inter si troverebbe infatti a dover giocare il 13 a Napoli il ritorno di Coppa Italia, il 17 l’eventuale finale, il 20 il recupero con la Sampdoria, il 24 e il 27 contro Sassuolo a San Siro e il Parma al Tardini. L’Inter in questo senso è oggettivamente penalizzata e trova nel Milan e la Juventus la stessa perplessità verso la compilazione del nuovo calendario. Per questo la Lega a breve dovrà tornare sul tavolo e ridiscutere la conferma della ripartenza della Serie A, con i recuperi della 25esima, oppure giocare subito la 27esima giornata e recuperare le quattro partite mancanti nel turno infrasettimanale successivo.

L’altra questione è invariabilmente legata al calciomercato e ai nomi di Icardi, Perisic e soprattutto Lautaro Martinez. Nel caso di Icardi sarebbe stato raggiunto un accordo con il Paris Saint-Germain per il riscatto ad una cifra vicina ai 65 milioni.  Per tutelarsi l’Inter avrebbe messo in piedi anche una clausola che freni il ritorno in una squadra italiana: si tratta di 15 milioni in più da versare nelle casse nerazzurre nel caso in cui torni in serie A. L’affare porterebbe più facilmente Cavani all’Inter, insieme ad un’altra punta più giovane. Dipende molto dalla faccenda Lautaro. Seguendo il ragionamento di Piero Ausilio l’Inter è felice di tenere il giocatore e punta su di lui ma se qualcuno versa 111 milioni in contanti, senza contropartite o altro, allora deve lasciarlo andare, come recita la formula della clausola rescissoria che la stessa società aveva stipulato in un periodo storico in cui il club era ancora fragile economicamente.

Ora 111 milioni, con l’emergenza Covid, sono una cifra quasi proibitiva e per questo i catalani hanno tentato di prendere il giocatore proponendo alcuni loro giocatori in esubero e uno sconto. L’Inter non ha accettato e dopo quattro mesi di minuetto, unito alle pressioni indebite, come la telefonata di Lionel Messi a Lautaro, il Barcellona ha capito che se vorrà il giocatore dovrà effettivamente sborsare quella cifra. In ogni caso non è chiaro se l’Inter speri più di tenere il giocatore, trattenendo uno degli attaccanti più forti del mondo o che il Barcellona si presenti davvero entro il 15 luglio con i soldi, per puntare davvero su un profilo come Timo Werner, ammesso che il giocatore nel frattempo non sia già stato preso dal Liverpool. Si cascherebbe comunque in piedi ma l’Inter deve cominciare a pensare anche a cementare la rosa e puntare su un collettivo che non subisca rivoluzioni ogni anno. Cambiare allenatori, moduli, giocatori e uomini di riferimento non è vincente per definizione. Se la società ha una maggiore forza economica preservi e acquisti solo ciò che è necessario, a partire dagli esterni, anche perché le basi finalmente sono davvero ottime.