Il Mondiale di Formula 1 giunge al suo 15° appuntamento, quello con il Gran Premio di Singapore sul circuito di Marina Bay, dove si corre con l’illuminazione artificiale perché lì è sera, mentre da noi è ancora pieno giorno. Ma il jet lag è il male minore per i piloti impegnati in questo difficile weekend. A cambiare fuso orario sono abituati, a correre con un caldo e un’umidità così devastanti un po’ meno. Dal punto di vista fisico questo è il gran premio più arduo della stagione: è il più lungo, tanto da arrivare a durare quasi due ore, ed è quello in cui le monoposto raggiungono le temperature più alte.

Per fortuna si corre di sera e la temperatura per gli spettatori è di circa 30°C, ma i piloti all’interno dell’abitacolo si ritrovano con circa 60°C e tutto è reso ancora più difficile da sopportare a causa del tasso di umidità, che va dal 60 all’80%. Molti piloti sono arrivati con largo anticipo a Singapore per acclimatarsi, e in questi giorni, tra una prova e l’altra in cui perdono chili e chili di sudore, fanno il bagno in vasche di ghiaccio. Nel corso della gara, che, come detto, è molto lunga, possono arrivare a perdere fino a 4 kg.

Per arrivare preparati al Gran Premio di Singapore, i piloti devono allenarsi praticamente tutto l’anno. Inoltre anche il loro orologio biologico si ritrova a essere un po’ sfasato a causa dell’orario in cui comincia la gara, per non parlare della corsa vera e propria. Il circuito, infatti, oltre a essere lungo 5.063 km (da ripetere 61 volte), è caratterizzato da 23 curve e l’asfalto non è perfetto, perché si tratta di un circuito cittadino, come a Montecarlo. Il motivo della lunga durata è da ricercarsi proprio nelle numerose curve e nel fatto che i rettilinei sono pochissimi e brevi, tanto da non dar tempo ai piloti di rifiatare o di effettuare i settari sul volante. La velocità media è bassa, per questo si arriva a dover correre per quasi due ore.

F1 GP Singapore 2019: Leclerc e Hamilton favoriti

Il Marina Bay Circuit Street è un circuito per veri duri e non a caso, da quando si disputa questo Gran Premio, ossia dal 2008, a trionfare sono sempre stati piloti molto esperti, tutti campioni del mondo: due volte ha vinto Fernando Alonso (2008 e 2010), una volta Nico Rosberg (nel 2016, l’anno in cui vinse il titolo) e poi quattro volte a testa Sebastian Vettel (2011, 2012, 2013 e 2015) e Lewis Hamilton (2009, 2014, 2017 e 2018), nove titoli mondiali in due.

Ma quei nove titoli iridati ieri, nelle qualifiche, sono stati messi in riga da un ragazzino, il pilota del momento, Charles Leclerc, che con la sua Ferrari ha conquistato la terza pole position consecutiva. Il monegasco è per ora il “pole man” della stagione, perché in totale se ne è aggiudicate cinque e dunque batte i due piloti Mercedes, Lewis Hamilton e Valtteri Bottas, che ne hanno collezionate quattro a testa. Nei due gran premi precedenti a questo, Leclerc, oltre a partire in pole, si è anche aggiudicato la vittoria finale: a Spa, in Belgio, suo primissimo successo in Formula 1, e a Monza, in un tripudio di bandiere Ferrari. Punterà dunque a un risultato incredibile per un pilota che è solo al suo secondo anno in F1, un tris di successi consecutivi che solo i più grandi hanno raggiunto.

Ma attenzione, perché se Leclerc è legittimamente considerato tra i favoriti perché parte in pole e perché viene da due trionfi consecutivi, Lewis Hamilton è da considerarsi alla pari se non addirittura un po’ più favorito del monegasco, perché parte comunque dalla prima fila e poi ha più esperienza e in questo Gran Premio sarà fondamentale. Ad ogni modo, nonostante la giovane età, Leclerc non desta preoccupazione dal punto di vista della tenuta fisica, perché l’anno scorso, a bordo della Sauber, ottenne a Marina Bay un buon nono posto. Fondamentali saranno anche le strategie imposte dai box perché, in una gara in cui i sorpassi sono quasi impossibili, i pit stop possono fare la differenza.

Ad ogni modo, proprio come è successo a Spa e a Monza, è molto probabile che anche a Singapore assisteremo a un testa a testa tra Leclerc e Hamilton, anche se in Italia il campione del mondo nel finale è stato superato dal compagno Valtteri Bottas, finendo terzo. Il giovane ferrarista dovrà affrontare una prova dura dal punto di vista fisico e mentale, perché, anche se riuscirà a mantenere la prima posizione dopo la partenza, quasi certamente avrà Hamilton costantemente nello specchietto retrovisore, pronto ad approfittare di qualunque passo falso. Già nelle qualifiche, per dare il massimo, Leclerc ha dovuto fare tre correzioni e ha sfiorato più volte i muretti, ma in gara queste azioni saranno molto più pericolose.

La lotta per il podio sarà accesa perché Sebastian Vettel, che parte con il terzo tempo, è ancora a caccia del primo successo stagionale, mentre Max Verstappen, in seconda fila con il ferrarista tedesco, è uno che non si dà mai per vinto e inoltre questo weekend ha sentito particolarmente la rivalità con il nuovo compagno di scuderia Alexander Albon. Proprio loro due l’anno scorso accompagnarono Hamilton sul podio, secondo l’olandese e terzo Vettel. E ovviamente c’è Valtteri Bottas, sempre pronto ad agguantare le prime posizioni, proprio come ha fatto a Spa e a Monza, ed è pronto a tenere alto l’onore della Mercedes che su questa pista ha vinto quattro degli ultimi cinque gran premi.

F1 GP Singapore 2019: la griglia di partenza

Abbiamo già ampiamente parlato dei piloti che al GP Singapore 2019 di Formula 1 occupano i primi quattro posti, vale a dire Charles Leclerc (Ferrari) e Lewis Hamilton (Mercedes) in prima fila e Sebastian Vettel (Ferrari) e Max Verstappen (Red Bull) in seconda fila, ma vediamo ora come si completa la griglia di partenza. In terza fila, accanto a Valtteri Bottas (Mercedes) c’è la Red Bull di Alexander Albon, che se l’è cavata molto bene in tutto il weekend, talvolta anche meglio del compagno di scuderia.

La quarta e quinta fila sono occupate da monoposto motorizzate Renault: ci sono Carlos Sainz (McLaren) e Daniel Ricciardo (Renault) davanti a Nico Hulkenberg (Renault) e Lando Norris (McLaren), tutti piloti che lottano per le posizioni a ridosso del podio e che corrono con il coltello tra i denti. In sesta fila troviamo Antonio Giovinazzi (Alfa Romeo) e Pierre Gasly (Toro Rosso), che lotteranno per andare a punti, quindi tra i primi dieci, con Kimi Räikkönen (Alfa Romeo) e Kevin Magnussen (Haas) che sono in settima fila, Daniil Kvyat (Toro Rosso) e Sergio Perez (Racing Point) in ottava. Proprio “Checo” Perez aveva chiuso le qualifiche con l’11° tempo, ma è stato penalizzato di cinque posizioni perché ha sostituito il cambio.

Lance Stroll (Racing Point) e Romain Grosjean (Haas), che partono dalla nona fila, avranno vita durissima e per loro sarà difficile rientrare in zona punti, mentre le due Williams di George Russell e Robert Kubica, come sempre, punteranno a concludere la gara e ad aspettare un eventuale passo falso di chi hanno davanti, altrimenti dovranno rassegnarsi ad arrivare ultimi.

Mondiale Formula 1: situazione in classifica

Dal punto di vista della classifica piloti e anche di quella costruttori, la Mercedes può dormire tra due guanciali. Il primato delle Frecce d’Argento è praticamente inattaccabile, anche se mancano ancora sette gran premi alla conclusione (incluso Singapore). Lewis Hamilton, però, è un leone che si batte sempre per il miglior risultato e raramente si accontenta di guardare la classifica, che domina praticamente incontrastato dall’alto dei suoi 284 punti davanti al compagno di scuderia Valtteri Bottas, che ne ha 221. Le Ferrari, invece, sono in lotta con la Red Bull: per ora Max Verstappen è terzo con 185 punti, ma Charles Leclerc lo incalza con 182 e Sebastian Vettel è poco distante a 169 punti. Il podio, per loro, è fondamentale.

Tra i primi cinque e tutti gli altri c’è un abisso di oltre cento punti. Pierre Gasly, che ha cominciato la stagione con la Red Bull e ora è tornato alla Toro Rosso, è sesto con 65 punti e deve difendersi da Carlos Sainz della McLaren con 58. Sono alla disperata ricerca di punti le Renault: Daniel Ricciardo è ottavo, una posizione cui non è per niente abituato, con soli 34 punti, e Nico Hulkenberg, che l’anno prossimo cambierà scuderia, ma non sa ancora dove finirà, deve smuoversi da quell’11° posto che occupa ora con 31 punti, gli stessi di Kimi Räikkönen dell’Alfa Romeo.

Non c’è storia neanche nella classifica costruttori, dove la Mercedes domina con 505 punti davanti alla Ferrari che ne ha 351 e la Red Bull terza con 266, mentre la lotta più interessante è quella per il quarto posto tra McLaren e Renault, a quota,rispettivamente, 83 e 65 punti. Si daranno sicuramente battaglia fino all’ultimo gran premio per la medaglia di legno, visto che, anche per questa stagione, il gap dalle prime tre non è stato ancora colmato dalle monoposto motorizzate Renault, che devono anche guardarsi bene dalla Toro Rosso con i suoi nuovi motori Honda, per ora sesta con 51 punti.