Nel Gran Premio degli Stati Uniti 2019 di Formula 1, Lewis Hamilton ha il secondo championship point per mettere il sigillo sul suo sesto titolo iridato in Formula 1, il terzo consecutivo, e diventare il secondo pilota in assoluto più vincente della storia. Al momento il britannico divide il secondo gradino del podio con Juan Manuel Fangio ed è a -2 dal più vincente di sempre, Michael Schumacher, che ha collezionato sette mondiali. Il campione del mondo in carica sembra destinato a raggiungere e, chissà, forse anche a superare il tedesco, visto che ha detto che non ha alcuna intenzione di ritirarsi neanche nel 2021, quando arriveranno le nuove monoposto con aerodinamica e gomme completamente modificate.

Oggi Hamilton parte dalla terza fila avendo ottenuto solo il quinto posto in qualifica e accanto avrà la Red Bull di Alexander Albon. In pole position c’è la Mercedes del suo compagno Valtteri Bottas, affiancato dalla Ferrari di Sebastian Vettel, mentre Max Verstappen ha ottenuto il terzo tempo e partirà dalla seconda fila insieme a Charles Leclerc. Da quando il GP degli Stati Uniti si corre ad Austin, cioè dal 2012, Hamilton ha vinto ben cinque volte (aveva vinto anche l’ultima a Indianapolis nel 2007), una volta Vettel (nel 2013, con la Red Bull) e una Kimi Räikkönen, l’anno scorso con la Ferrari, dopo che il britannico era partito in pole position.

Bottas, grazie alla pole, parte certamente favorito e dalla sua ha anche il fatto che Mercedes difficilmente sbaglia strategia e non deve preoccuparsi troppo di Hamilton, perché al britannico basta arrivare tra i primi otto per essere certo di poter già festeggiare a Austin il titolo iridato. Le Red Bull, comunque, si sono comportate abbastanza bene in questo weekend e Verstappen è sempre una mina vagante che potrebbe tentare il colpaccio, così come Vettel, con la sua grande esperienza, è in grado di tirare fuori un asso dalla manica. Non sottovalutiamo poi la scaltrezza (e la fortuna) di Hamilton, che pur partendo quinto potrebbe sfruttare eventuali situazioni favorevoli che potrebbero venire a crearsi durante il gran premio.

F1 GP Usa 2019: come sono andate prove e qualifiche

Il weekend di Austin è cominciato con la prima sessione di prove libere che ha visto Max Verstappen più veloce di tutti in 1:34.057. Subito dietro di lui si è piazzato Sebastian Vettel (1:34.226), seguito dall’altra Red Bull, quella di Alexander Albon (1:34.316), e dalla Toro Rosso di Pierre Gasly (1:35.008). Charles Leclerc ha rimediato solo il settimo tempo (1:35.380) proprio davanti a Lewis Hamilton (1:35.439), mentre Valtteri Bottas ha ottenuto solo il 17° tempo (1:36.159). Al monegasco è stato cancellato un crono per aver ecceduto i limiti della pista. È stata una sessione di libere piuttosto particolare, perché da una parte i piloti hanno dovuto fare i conti con il pessimo asfalto, pieno di dossi, dall’altra hanno potuto già provare le nuove gomme che Pirelli fornirà nel campionato 2020 e dunque è sembrato più uno di quei test che le scuderie fanno a fine inverno che la prova libera di un gran premio. Di fatto gli unici che hanno fatto un vero time attack sono stati quelli che poi hanno ottenuto i primi quattro-cinque tempi.

Nella seconda sessione di libere si è cominciato a pensare alla gara ed ecco che Hamilton, abile a sfruttare la scia di Robert Kubica, è stato il più veloce in 1:33.232, seguito da Leclerc in 1:33.533 e poi da Verstappen in 1:33.547, mentre Vettel ha ottenuto il quarto crono in 1:33.890 e Bottas il quinto in 1:34.045. Nella terza e ultima sessione di prove libere, però, Verstappen è tornato al comando in 1:33.305, seguito da Vettel in 1:33.523 e poi da un sorprendente Lando Norris, che con la sua McLaren ha ottenuto il terzo crono in 1:33.818. Quarto e quinto tempo per le Mercedes, con Bottas che ha girato in 1:33.904 e Hamilton in 1:33.923. Leclerc non è stato della partita perché, una ventina di minuti prima dell’inizio della FP3, ha avuto un problema alla power unit che gli ha impedito di uscire dai box. Anche nella terza sessione il problema dei dossi, seppur livellati rispetto alle sessioni precedenti, si è fatto notevolmente sentire e i piloti se ne sono lamentati.

Lando Norris è tornato a sorprendere nella Q1 registrando il miglior tempo di tutti in 1:33.353, seguito da Hamilton in 1:33.454, poi da Verstappen in 1:33.549, Gasly in 1:33.556, Bottas in 1:33.750 e Vettel in 1:33.766. In Q2 si sono fatte sentire le Ferrari con Leclerc più veloce in 1:32.988 davanti a Vettel che ha girato in 1.32.782, mentre il terzo tempo lo ha registrato Albon con la Red Bull in 1:32.898 davanti a Hamilton (1:33.045), Verstappen (1:33.120) e poi Bottas (1:33.160). In Q3 è arrivata la pole position di Bottas, che l’ha ottenuta al primo giro lanciato in 1:32.029 (che è il nuovo record della pista) e poi nessuno è più riuscito a migliorarla, anche se Vettel ci è andato molto vicino in 1:32.041, seguito da Verstappen in 1:32.096. Leclerc ha ottenuto il quarto tempo in 1:32.137 e Hamilton solo il quinto in 1:32.321.

Formula 1 GP Usa 2019: griglia di partenza

Prima fila:
1) Valtteri Bottas (Mercedes)
2) Sebastian Vettel (Ferrari)

Seconda fila:
3) Max Verstappen (Red Bull)
4) Charles Leclerc (Ferrari)

Terza fila:
5) Lewis Hamilton (Mercedes)
6) Alexander Albon (Red Bull)

Quarta fila:
7) Carlos Sainz (McLaren)
8) Lando Norris (McLaren)

Quinta fila:
9) Daniel Ricciardo (Renault)
10) Pierre Gasly (Toro Rosso)

Sesta fila:
11) Daniil Kvyat (Toro Rosso)
12) Nico Hulkenberg (Renault)

Settima fila:
13) Kevin Magnussen (Haas)
14) Lance Stroll (Racing Point)

Ottava fila:
15) Romain Grosjean (Haas)
16) Antonio Giovinazzi (Alfa Romeo)

Nona fila:
17) Kimi Räikkönen (Alfa Romeo)
18) George Russell (Williams)

Decima fila:
19) Sergio Perez (Racing Point)
20) Robert Kubica (Williams)

Hamilton vince il Mondiale ad Austin se…

A differenza del Gran Premio del Messico della scorsa settimana, dove, pur vincendo, Lewis Hamilton non ha potuto sfruttare il suo primo championship point perché avrebbe dovuto distanziare Valtteri Bottas di 14 punti, ad Austin per il britannico dovrebbe essere un gioco da ragazzi mettere anche questo Mondiale nella sua già ricca bacheca.

Adesso, infatti, a Hamilton bastano quattro punti per festeggiare il titolo iridato. Al momento, infatti, Bottas ha 74 punti in meno, questo significa che potrebbe vincere il Mondiale solo se si accaparrasse tutti e tre gli ultimi gran premi, ossia questo di Austin e poi quelli in Brasile e ad Abu Dhabi, e se nel frattempo Hamilton non cogliesse più di quattro punti in tre gare. Uno scenario semplicemente fantascientifico.

Molto più probabile, invece, che Hamilton festeggi già ad Austin perché, anche nel caso in cui Bottas dovesse arrivare primo, al campione di Stevenage basterebbe comunque arrivare ottavo o addirittura nono con giro veloce (che, lo ricordiamo, dà un punto). Solo quattro punti lo separano dal suo sesto mondiale e, sul Circuito delle Americhe di Austin, Hamilton è certamente in grado di conquistarne anche di più.