È stata una settimana ad alta tensione, soprattutto in Italia, in vista della possibile ripresa delle competizioni calcistiche. Nel dibattito ha fatto irruzione giovedì scorso con una certa “irruenza” verbale il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che in merito al balletto delle date e alle continue divergenze tra i club della Serie A ha tuonato: “C’è troppa confusione e il dibattito è fortemente divisivo. Così non si va da nessuna parte, si naviga a vista e con una conflittualità che danneggia tutte le parti”.

Lite Malagò-Lega Serie A

Parole molto forti da parte di Malagò, che probabilmente ha voluto, da capo di tutti gli sport nazionali, dare uno scossone all’ambiente in un momento d’emergenza senza precedenti per il Paese. Non è tardata ad arrivare la replica della Lega di Serie A, che con una nota ha manifestato “stupore per la leggerezza e l’ingerenza del Presidente del Coni Giovanni Malagò nel descrivere, in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, i rapporti tra la stessa Lega e i licenziatari dei diritti televisivi”. La Lega Calcio, presieduta da Paolo Dal Pino, ha poi ribadito che ogni discussione tra i club rientra sempre in un discorso più ampio che deve tenere conto anche della posizione della Federazione Italiana Giuoco Calcio e degli organismi internazionali come Uefa, Eca e Fifa. “La Lega Serie A – prosegue la nota – è inoltre in continuo aggiornamento con la FIGC e le altre componenti del sistema calcio per vagliare tutte le opzioni possibili, proseguendo allo stesso modo il dialogo con le altre Leghe europee, l’Eca, l’UEFA e la FIFA. Ci si augura, in un momento di grande difficoltà per il Paese, che ogni Istituzione lavori, con senso di responsabilità, in modo costruttivo e propositivo per il bene comune, senza creare, come dice il Presidente del Coni, “conflittualità che danneggino qualsiasi progettualità”.

Gravina: “Protocollo sanitario rigido, ma anche flessibile”

Mercoledì, intanto, si è tenuta l’attesissima riunione tra la Figc e la commissione medico-scientifica chiamata a delineare le linee guida per la ripartenza del calcio, che nelle intenzioni del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, dovrebbe avvenire con gli allenamenti a partire dal prossimo 4 maggio. Si è stabilito un protocollo, che il presidente federale Gabriele Gravina ha definito “rigido ma anche flessibile”, che prevede l’isolamento dei calciatori, tamponi ogni 3-4 giorni, test sierologici e altri visite costanti da parte dei rispettivi staff medici dei club. Una soluzione che il dottor Enrico Castellacci, storico medico della nazionale italiana, ha definito ottima ma solo in teoria, poiché in pratica poi bisognerà andare ad applicarla e soprattutto dalla Serie B in giù sarà molto difficile che le società riescano ad adeguarsi.

Il presidente Gravina, invece, non è per niente preoccupato, anzi ribadisce che la stagione sarà portata a termine anche a costo di arrivare fino a novembre. “Il 4 maggio è la data fissata dal Dpcm, noi ci stiamo attenendo e puntualmente cerchiamo di fare programmazione. Se le squadre iniziassero ad allenarsi il 4 maggio fino a quando dovrebbero restare in isolamento? Tre settimane. Abbiamo elaborato un protocollo sanitario rigido e attento, ma flessibile che consegneremo domani ai ministri Spadafora e Speranza. Serviranno tre settimane di sicurezza, quindi a fine maggio o inizio giugno si puo’ iniziare”, ribadisce.

Resta da capire cosa si intenda per settimane di isolamento e che tipo di allenamenti si potranno sostenere, perché si parla di sedute “a gruppi”, come sta avvenendo già in Germania, senza tackle e contrasti tra i giocatori; una soluzione che solleva dubbi anche sulle possibilità di effettuare partitelle o amichevoli in vista delle successive partite ufficiali. Inoltre, si cerca di capire dove si potrà tornare a giocare, poiché l’idea è quella di riprendere lontano dai focolai dell’emergenza, magari disputando tutte le gare al Centro-Sud (proposta dell’Oms), ma negli ultimi giorni ci sono state nuove emergenze, ad esempio, in Campania e in Calabria, e non è detto che non ve ne siano altre nelle prossime settimane, proprio mentre il calcio sceglierà le sedi delle partite.

Ufficiale lo stop ai campionati giovanili

Intanto, sono state fermate in via definitiva tutte le competizioni giovanili, anche femminili, a livello nazionale, a conferma che non tutte le categorie si potranno adeguare ai protocolli, ma a ripartire dovrebbero essere solo le serie maggiori. Con questi presupposti, dunque, non dovrebbe tardare lo stop definitivo anche delle attività dei dilettanti, con tutti gli interrogativi che ne derivano su titoli, eventuali promozioni tra i professionisti e retrocessioni.

Calcio estero: chi riprende e chi no

Intanto, dopo la Germania, dovrebbe tornare al lavoro anche l’Inghilterra, dove i club di Premier League hanno deciso di andare oltre anche il limite del 30 giugno: il titolo sarà assegnato solo ed esclusivamente sul campo, hanno deciso i club dopo una riunione di oltre quattro ore. In Spagna, invece, si valuta lo stop definitivo del campionato con assegnazione del titolo al Barcellona (attualmente davanti al Real Madrid di 3 punti).

Occhio anche alla situazione dei Mondiali di Qatar 2022, poiché i casi di emergenza sorti sui cantieri, stanno mettendo a rischio il completamento degli impianti. Non si esclude la possibilità di spostare la prossima Coppa del Mondo di calcio altrove, con gli Usa sponsorizzati dall’ex presidente della Fifa, Sepp Blatter.