Il calcio italiano ripartirà, ma non tutto assieme. È quanto emerge al termine della riunione tra la Figc, Federazione Italiana Giuoco Calcio, e la commissione medico-scientifica chiamata a dettare le regole per la ripartenza ad emergenza ancora in corso. Ripartirà per prima cosa la Serie A, poi a ruota Serie B e C, previi ovviamente tutti gli esami necessari, tamponi inclusi, per garantire la sicurezza di tesserati ed addetti ai lavori.

Secondo la commissione, con cui si è interfacciato oggi il presidente federale Gabriele Gravina, innanzitutto ci sarà un primo periodo di ritiro chiuso, sulla falsariga del ritiro estivo, con tutto il personale coinvolto nella preparazione isolato nelle strutture societarie e sotto la stretta sorveglianza del medico sociale o del medico di squadra. Prima del ritiro, tutti i tesserati saranno sottoposti ad uno screening, circa 72-96 ore prima: sono previsti alcuni test molecolari rapidi, il test sierologico (le indicazioni dovranno essere fornite dalle autorità competenti), e ancora un’anamnesi accurata, una visita clinica (controllo della temperatura e verifica della presenza di eventuali sintomi), infine esami strumentali e del sangue.

Gravina: “Lavoriamo senza fretta”

Durante la riunione, il presidente federale Gravina, ha sottolineato che “questa procedura ribadisce che noi del calcio non cerchiamo corsie preferenziali”. “Per far ripartire il calcio in sicurezza – ha insistito il numero uno della Figc – è fondamentale in questa fase mettere a punto le migliori procedure possibili per riprendere l’attività quando ripartirà tutto il Paese. Lavoriamo senza fretta, ma senza sosta per farci trovare pronti quando le istituzioni ci daranno il via”. In giornata, in un’intervista a La Repubblica, lo stesso Gravina ha anticipato che, con tutto il rispetto dei pareri dei medici, il calcio ripartirà ad ogni costo, anche se per finire la stagione dovesse servire arrivare fino a novembre. “Rispetto la scienza, ma non posso arrendermi. Lavoriamo sul come tornare a giocare, non sul quando. Quando l’Italia tornerà a vivere e quando ci saranno le condizioni per altri settori, tornerà anche il calcio. Lo dico una volta per tutte: il campionato va portato a termine, c’è tempo”, le parole del numero uno del calcio nazionale.

Lega Calcio: giovedì 16 aprile nuovo vertice

Domani, giovedì 16 aprile, è attesa intanto un’altra riunione di Lega Calcio di Serie A in videoconferenza. Le tensioni non mancheranno, poiché nei giorni scorsi le posizioni delle squadre si sono ben delineate. C’è la Lazio, ad esempio, che con il suo portavoce Arturo Diaconale ha ribadito di voler tornare in campo il prima possibile, ma ci sono anche punti di vista molto distanti. Il presidente del Brescia, Massimo Cellino, ha già dichiarato che la sua squadra non scenderà in campo, nel caso in cui il campionato ripartisse. Il patron del Toro, Urbano Cairo, allo stesso modo, ha affermato di considerare conclusa la stagione. Anche l’Udinese, per bocca del ds Pierpaolo Marino, non è molto propensa a tornare in campo, mentre le altre big come Juve, Inter e Roma attendono segnali dalle autorità governative prima di esprimersi pubblicamente con una posizione ufficiale.

Cosa succede all’estero

All’estero, intanto, qualcosa si muove. In Germania, ad esempio, le squadre si allenano già da qualche giorno seppur in gruppi e sotto stretto controllo dei medici. La Spagna vorrebbe seguire lo stesso esempio della Bundesliga, ma l’emergenza da quelle parti è ben più grave. In entrambi i casi l’obiettivo è quello di fa ripartire i campionati per fine maggio. Obiettivo che persegue anche la Premier League inglese, le cui squadre ancora non si allenano, ma potrebbero presto ricominciare per poi ritrovarsi tutte in gioco a Londra. La FA, infatti, valuta di trasferire tutte le partite nella capitale, la città col maggior numero di impianti (7), anche se è da definire ancora tutto il contorno: ritiri dei club, spostamenti ecc. In Francia, infine, l’idea è di tornare in campo a giugno, il 3 o il 17, a seconda dell’evoluzione dell’epidemia, per riuscire a terminare la stagione entro il 25 luglio, anche se l’associazione nazionale degli ultrà, che federa una quarantina di associazioni, ha già fatto sapere di essere contraria alla ripartenza senza che ci siano condizioni sanitarie accettabili.

Il 21 aprile potrebbe essere, in questa situazione, una data cruciale, poiché l’Uefa dovrebbe dare indicazioni sulle competizioni europee. Anche se nei giorni scorsi il presidente Aleksander Ceferin ha dichiarato che non ci saranno modifiche alle formule di Champions League ed Europa League, si valutano ipotesi “smart” per la conclusione delle coppe entro ferragosto.