La Juventus ha collezionato un altro primato in Italia: è la prima società ad aver raggiunto un accordo con i propri calciatori e con l’allenatore Maurizio Sarri sul taglio degli stipendi per fronteggiare l’emergenza coronavirus che ha bloccato anche le competizioni di calcio. La trattativa è stata portata avanti per conto dei giocatori dal capitano Giorgio Chiellini, che prima ha ascoltato tutti i suoi compagni, poi è andato a parlare direttamente con Agnelli e Paratici, trovando l’intesa molto presto. Le altre società intanto stanno a guardare, ma sanno bene che dovranno fare lo stesso e soprattutto lo sanno i loro calciatori. Se i campioni d’Italia in carica da otto anni hanno accettato di rinunciare a una parte dell’ingaggio è ovvio che dovranno farlo anche tutti gli altri.

Infatti il Presidente della Federcalcio Gabriele Gravina ha subito sottolineato come l’accordo raggiunto dalla Juventus per il taglio degli stipendi sia “un esempio per tutto il sistema” e ha ringraziato Chiellini, i suoi compagni e Sarri perché “nel solco della collaborazione che la Federazione auspica da giorni, hanno posto l’interesse generale al centro della loro interlocuzione con il club”. Gravina ha poi rimarcato che “l’unità e la solidarietà nel mondo del calcio rappresentano la prima grande risposta all’emergenza che stiamo vivendo e che rischia di essere ancor più grave se non dovessimo tornare a giocare”.

A spiegare come è andata la trattativa in seno alla Juventus è stato Douglas Costa, uno dei “fuggitivi”, perché è tornato in Brasile, che in una intervista rilasciata in questi giorni a Esporte Interativo, ha rivelato: “Abbiamo discusso tutti insieme, sapevamo che in qualsiasi momento la situazione sarebbe potuta peggiorare e che avrebbe influito anche sui nostri guadagni. Lo sappiamo, è un aspetto che riguarda tutte le squadre ed il nostro club non è da criticare. Stiamo aspettando che la situazione in Italia migliori, saremmo dovuti tornare il 3 aprile. Ho parlato con capitan Chiellini e mi ha espresso il suo punto di vista, cioè che la squadra si sarebbe ritrovata, se tutto andrà bene, il 15 o il 20 aprile”. In realtà quelle date sono praticamente utopistiche e Douglas Costa lo sa, infatti ha aggiunto: “Non so se continuerà la stagione, è possibile che venga assegnato lo scudetto alla prima in classifica, oppure che sarà possibile terminare il campionato”.

Che cosa prevede il taglio di stipendi della Juventus

È stata la stessa Juventus, con una nota ufficiale pubblicata sul proprio sito web sabato sera, 28 marzo 2020, a spiegare in che cosa consiste il taglio agli stipendi: “L’intesa prevede la riduzione dei compensi per un importo pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. Nelle prossime settimane saranno perfezionati gli accordi individuali con i tesserati, come richiesto dalle normative vigenti”. Poi ha aggiunto: “Gli effetti economici e finanziari derivanti dall’intesa raggiunta sono positivi per circa 90 milioni di euro sull’esercizio 2019/2020.”.

In realtà, secondo quanto viene spiegato dalla Gazzetta dello Sport, Sarri e tutti i calciatori juventini rinunciano a un mese e mezzo di stipendio, perché due e mezzo dei quattro mesi citati saranno pagati nell’esercizio di bilancio 2020-2021. Il risparmio è di circa un terzo del monte ingaggi complessivo. La società però ha anche precisato: “Qualora le competizioni sportive della stagione in corso riprendessero, la Società e i tesserati negozieranno in buona fede eventuali integrazioni dei compensi sulla base della ripresa e dell’effettiva conclusione delle stesse”.

Trattative in corso tra Lega Serie A e Aic

Mentre la Juventus ha già agito, tutte le altre società sembrano intenzionate ad aspettare indicazioni dalla Lega di Serie A, che potrebbe presto raggiungere un accordo con l’Associazione Italiana Calciatori (Aic) presieduta da Damiano Tommasi. Le Lega deve far fronte a una preoccupazione: poiché alcune società non hanno ancora pagato gli stipendi di febbraio, qualche giocatore potrebbe chiedere la messa in mora del club, svincolandosi; in questo caso la società rischierebbe anche delle penalizzazioni in classifica e la Lega cerca di scongiurare questa eventualità.

La Lega, dunque, già oggi dovrebbe fare la sua proposta all’AIC e, secondo quanto affermato nelle ultime ore dalle testate più autorevoli, questa proposta consisterà, molto probabilmente, in una sospensione degli emolumenti sine die e fino a quando non si riprenderà l’attività. Quindi, se il campionato non ricomincerà, non saranno versati gli stipendi di marzo, aprile, maggio e giugno. La contro-proposta dell’AIC, invece, potrebbe prendere ispirazione dall’NBA e quindi fare in modo che adesso i calciatori partecipino alle perdite delle loro società, ma, allo stesso tempo, in futuro avrebbero il diritto di partecipare agli utili.

La questione del taglio vero e proprio degli stipendi è da risolvere in seno alle singole società, esattamente come sta facendo la Juventus. Come il club bianconero stesso ha sottolineato, infatti, devono essere “perfezionati gli accordi individuali con i tesserati”, perché è questo che prevedono le norme in vigore. Se un calciatore non accetta, il taglio non ci può essere e si va a finire alle vie legali. Il dialogo tra giocatori e società è indispensabile ed è probabile che anche le altre squadre operino tagli come quello della Juve, ossia di circa il 30 per cento. È ovvio che l’incidenza di questo taglio di stipendio varia da calciatore a calciatore, perché se, per esempio, Cristiano Ronaldo perderà circa 9 milioni di euro, Lukaku ne perderebbe due e mezzo.