Il calcio a Parma ha vissuto tutti gli estremi che si possano immaginare: vittorie gloriose, fallimenti e successive rinascite hanno costellato i quasi cento anni di storia della società ducale, rendendola l’autentica “Araba Fenice” del calcio italiano.

Le origini del Parma Calcio 1913 e lo stadio Tardini

Il Parma FC nasce ufficialmente il 16 dicembre 1913, dalle ceneri dell’allora Verdi Foot Ball Club. I primi anni di vita vengono trascorsi nelle categorie regionali, ma sono comunque stagioni fondamentali per la formazione dell’identità ducale. Nel 1922, l’allora presidente Ennio Tardini, radunando una cordata di imprenditori e amministratori, avviò la costruzione dello stadio destinato ad ospitare gli emiliani.

Il progetto fu affidato all’Architetto Ettore Leoni e venne portato a termine nel 1924. L’avvocato non poté però mai vedere realizzata la sua creatura: la struttura fu infatti inaugurata pochi mesi dopo la sua morte e venne per questo dedicata alla sua memoria. Sul campo, invece, i decenni successivi avrebbero visto la squadra oscillare tra la B e la D, rinascendo di volta in volta con diverse denominazioni e proprietà.

Il palmares del Parma: l’era d’oro dei Tanzi

L’approdo nel calcio che conta avviene negli anni Ottanta, sotto la presidenza di Ernesto Ceresini. Nella stagione ’85-’86, il Parma Calcio – guidato da un giovanissimo Arrigo Sacchi – ottiene la promozione in Serie B, dove resterà per tre stagioni. Il punto di svolta è l’arrivo in panchina di Nevio Scala. Nella stagione che conduce a Italia ’90, il Parma ottiene la prima promozione in serie A.

Il successivo passaggio alla Parmalat di Calisto Tanzi apre le porte del paradiso ai Gialloblu. Al secondo anno in massima serie, i ducali ottengono il primo trofeo nazionale della loro storia: la Coppa Italia, vinta il 14 maggio 1992 battendo la Juventus per 2-0 (dopo aver perso l’andata 1-0). L’anno dopo, il 3-1 all’Anversa in Finale di Coppa delle Coppe, con reti di Minotti, Melli e Cuoghi, vale anche il primo trionfo europeo.

È l’età dell’oro per il Parma che in questi anni può vantare, nella sua rosa, fuoriclasse come Asprilla, Zola, Thuram, Crespo, Fabio Cannavaro e Buffon. Se lo scudetto a Parma resta una chimera, il palmarès si arricchisce comunque di altre 2 Coppe Italia, 2 Coppe Uefa, 1 Supercoppa italiana e 1 Supercoppa europea, consentendo alla società di entrare nel gotha del calcio italiano.

Il fallimento del Parma Calcio e la rinascita

A cavallo del nuovo millennio, però, il crac della Parmalat sconvolge il destino del Parma. Il 25 giugno 2004 nasce il Parma FC, che eredita i diritti e debiti del Parma AC; dopo tre anni in amministrazione straordinaria, la società viene rilevata da Tommaso Ghirardi. Seguono una serie di stagioni altalenanti, in cui il club prima scivola in B, poi viene ripromosso e si qualifica per l’Europa League. L’Uefa nega però la licenza per alcuni ritardi nei pagamenti e scoperchia il vaso di Pandora. La società vive una serie di stagioni surreali e diversi passaggi di proprietà, tra cui spicca la farsesca gestione Manenti. Il 19 marzo 2015, dopo una lunga degenza, viene staccata definitivamente la spina e dichiarato il fallimento societario.

Costretti a rinascere dalle proprie ceneri per l’ennesima volta, i gialloblu ripartono dalla serie D con la nuova denominazione S.S.D. Parma Calcio 1913 ed una proprietà condivisa, composta da una cordata di imprenditori locali e un azionariato popolare. Il legame con il passato viene garantito dalla nomina di Nevio Scala alla presidenza e dalla presenza del capitano, Alessandro Lucarelli, sul terreno di gioco. In tre anni il nuovo Parma riuscirà a riprendersi la serie A (anche grazie all’ingresso in società di capitali cinesi).

I tempi dei Tanzi sono lontani, ma il calcio italiano ha ritrovato una delle sue principali protagoniste.