La regola del fuorigioco nel calcio è forse quella più dibattuta di sempre, anche perché in tanti spesso non la capiscono, oppure a volte capita che alcune azioni siano giudicate in fuorigioco da alcuni tifosi e non da altri, spesso nemmeno dall’arbitro, il quale in questo modo manda avanti il gioco anche nel caso di azione scorretta dal punto di vista del regolamento. Fortunatamente oggi, grazie all’utilizzo del VAR, questi episodi sono sempre più rari. Cerchiamo dunque di capire insieme cosa significa fuorigioco nel calcio, detto anche offside in inglese, e cosa accade quando si verifica questa situazione durante un match.

Fuorigioco calcio: cos’è

Un’inchiesta sul fuorigioco, presunto o effettivo che sia, viene invocata dagli stessi giocatori quando si rendono conto che è stata appena compiuta un’azione offensiva scorretta dal punto di vista del regolamento del calcio. Spesso si verificano degli errori arbitrali quando il direttore di gara non riesce a vedere l’azione sospettata di fuorigioco o quando, in generale, la valuta in maniera errata in caso di dubbio sulla sua correttezza.

L’introduzione del VAR su come funziona il fuorigioco ha influito molto perché adesso il direttore di gara può verificare tramite video l’azione e giudicare nel modo più appropriato se i giocatori abbiano rispettato o meno la cosiddetta regola del fuorigioco: in sostanza, questa norma viene violata se tra il giocatore e la linea di porta avversaria non ci sono almeno due difensori avversari, nell’esatto momento in cui un suo compagno gli passa il pallone e lui si trova nel punto più vicino alla porta rispetto alla posizione del pallone stesso.

In sostanza, il giocatore più avanzato che si avvia verso la porta avversaria per finalizzare non può superare la linea difensiva, ossia non può non avere davanti a sé almeno due avversari nel momento in cui gli viene passato il pallone da un suo compagno di squadra.

Le regole del fuorigioco: quando viene fischiato

Per comprendere al meglio il fuorigioco occorre considerarlo nel contesto in cui avviene e bisogna soprattutto individuare i motivi per i quali l’arbitro ferma il gioco in questi casi. In sostanza, quando fischiare un fuorigioco?

Innanzitutto, bisogna considerare che il solo fatto che un giocatore si trovi in posizione di fuorigioco non costituisce una violazione della regola prevista. La posizione di fuorigioco rappresenta un’infrazione del regolamento solo ed esclusivamente quando un compagno di squadra effettua un passaggio verso il giocatore in fuorigioco e quest’ultimo tocca in qualche modo il pallone. Anche nel caso in cui il passaggio sia fortuito, la regola del fuorigioco prevede che l’arbitro interrompa l’azione per evitare che il giocatore nella posizione scorretta segni un gol in questo modo.

Fino a qualche tempo fa, l’arbitro decideva quando fischiare il fuorigioco indipendentemente dal ruolo del destinatario del passaggio nell’ambito di quella specifica azione di gioco. In sostanza, il fuorigioco veniva determinato esclusivamente dalla sua posizione in campo e non dalla sua reazione a quel passaggio.

Di recente le regole del fuorigioco sono state modificate per prevedere due casi diversi, ossia il fuorigioco attivo e quello passivo. La differenza tra i due è molto semplice: è giudicato attivo se il giocatore al quale è indirizzato il pallone e che si trova in una posizione scorretta riceve la palla e continua l’azione, oppure se entra in contatto con la palla in qualche modo o ancora se trae vantaggio dalla sua posizione, anche condizionando i movimenti dei difensori avversari. Questo è il caso più frequente ed è quello più sanzionato ma spesso si verifica anche il fuorigioco passivo, ossia la situazione in cui il giocatore in offside non partecipa all’azione e dunque non riceve la palla né prova a prenderla e ad approfittarne per trarne vantaggio in qualsiasi modo ma, anzi, se ne disinteressa, avendo lui per primo riconosciuto di trovarsi in una posizione non consentita perché oltre la linea difensiva.

Capire cosa significa fuorigioco nel calcio non è semplice anche perché spesso si verificano dei casi limite, ovvero delle situazioni in cui non è semplice stabilire se si è trattato davvero di un offside oppure no. Per questo motivo a volte capita di assistere a partite incredibili decise da fuorigioco non fischiati dal direttore di gara, oppure fischiati ingiustamente; come anticipato, però, oggi questi episodi fortunatamente sono sempre meno frequenti grazie all’introduzione del VAR che consente all’arbitro di verificare tramite video come si è svolta l’azione in dubbio per poi eventualmente rivedere la propria decisione.