Uno dei portieri più forti di tutti i tempi compie oggi 39 anni, ma ormai da un anno la sua carriera in campo è finita e ne è iniziata una nuova da dirigente. Iker Casillas è infatti nato il 20 maggio 1981, ma da maggio 2019 non gioca più a causa di un infarto subito nel corso di una seduta di allenamento. Il suo nome è legato a due delle squadre più forti di sempre: il Real Madrid dei “galácticos” e la Roja del triplete, ossia la nazionale di calcio spagnola che ha vinto due Europei e un Mondiale tra il 2008 e il 2012. E di quella nazionale lui era il capitano.

Carisma e umiltà sono stati due tratti fondamentali di un campione come Casillas, un professionista dentro e fuori dal campo che ha vinto tutto quello che un calciatore può sognare, ma che è rimasto sempre con i piedi per terra. Il suo nome e la sua storia sono strettamente legati al Real Madrid, ma la carriera l’ha chiusa al Porto, dove ha giocato dal 2015 fino al suo ritiro “forzato”, e anche in Portogallo è riuscito a conquistare trofei importanti, anche se lontani dalla grandezza delle conquiste fatte con le merengues e con la nazionale.

Iker Casillas, il galáctico di Móstoles

“Yo no soy galáctico, soy de Móstoles” è la risposta che Iker Casillas diede un giorno a un giornalista. Quel soprannome ormai non era più tanto amato dal portiere e dai suoi compagni, quelli del Real di Florentino Pérez, il presidente che si mise in testa di comprare i giocatori più forti del mondo e farli giocare insieme per deliziare il pubblico e ovviamente per conquistare più trofei possibile. Quella frase però riassume anche un po’ l’essenza di Casillas, un uomo che, nonostante tutti i trionfi, in fondo è sempre rimasto quel ragazzino di Móstoles, il suo luogo di nascita. Madrid, però, è sempre stata la sua vera casa, è lì che è cresciuto calcisticamente ed è lì che è diventato uno dei portieri più vincenti di tutti i tempi.

La vittoria è nel suo DNA, infatti Iker ha cominciato prestissimo a collezionare trofei. A 16 anni diventa già campione d’Europa tra gli Under 16 e vince anche il bronzo ai Mondiali della stessa categoria; poi, due anni dopo, diventa campione del mondo Under 20. Da quelle giovani nazionali si può dire che è nata la nazionale che poi ha conquistato tutto e di cui Casillas è stato uno dei principali rappresentanti.

Nel Real ha fatto tutta la “trafila” fino ad approdare nella prima squadra nel 1999 per restarci fino al 2015. In questo arco temporale, ha vinto per cinque volte il campionato spagnolo (2001, 2003, 2007, 2008, 2012), due volte la Coppa di Spagna (2011 e 2014), quattro volte la Supercoppa di Spagna (2001, 2003, 2008 e 2012), ma soprattutto ha vinto per tre volte la Champions League (2000, 2002 e 2014), due volte la Supercoppa Uefa (2002 e 2014) e una volta la Coppa del Mondo per Club (nel 2014). Casillas è stato molto precoce in tutto: a soli 18 anni è diventato titolare nel Real, a 19 ha vinto la Champions League e ha esordito nella nazionale maggiore, mentre a 21 anni è diventato il numero 1 della Spagna e a 23, per la prima volta, ha indossato la fascia di capitano della Roja.

Mentre conquistava tutti quei trofei con il Real, Casillas si affermava anche come il portiere più forte al mondo, facendo incetta di premi individuali. Per ben cinque volte consecutive è stato nominato miglior portiere dell’anno IFFHS, per sei volte di fila è stato inserito nella squadra dell’anno UEFA, per cinque nel FIFA FIFPro World XI ed è stato anche il Guanto d’oro dei Mondiali 2010 e il portiere del dream team degli Europei 2008 e 2012, anche questi vinti dalla sua nazionale.

Solo Gigi Buffon ha vinto come Casillas per cinque volte il premio di miglior portiere dell’anno IFFHS e solo lui precede lo spagnolo nelle classifiche dei più forti portieri del decennio 2000-2010, del quarto di secolo 1987-2011 e del XXI Secolo. Inoltre Casillas dal 20017 al 2012 è sempre stato nella lista finale dei candidati al Pallone d’Oro, anche se non lo ha mai vinto (come del resto è successo a Buffon).

Casillas e il maledetto maggio 2019

Dopo 25 anni di Real Madrid, Casillas ha cambiato aria ed è passato al Porto nell’estate 2015. Con la squadra lusitana è riuscito a raggiungere il traguardo delle 158 presenze in Champions League, superando Xavi che è rimasto a 157. Ha continuato a vincere conquistando uno scudetto e una Supercoppa in Portogallo, rispettivamente il 19° e 20° titolo della sua incredibile carriera. È anche diventato il primo giocatore a disputare 20 stagioni consecutive in Champions League, competizione che ha chiuso con ben 173 presenze.

Già nel 2017 ha cominciato a perdere il ruolo da titolare, pur risultando spesso decisivo in alcuni match molto importanti, tra cui quello di Supercoppa. Ma nel 2019 si è dovuto forzatamente fermare perché, il 1° maggio, durante un allenamento, ha avuto un infarto miocardico acuto ed è stato operato d’urgenza. Il portiere spagnolo ha deciso di prendere tempo e, in attesa di avere il via libera per poter tornarein campo, ha cominciato a fare il dirigente del Porto: in particolare ha ricoperto un ruolo di intermediario tra giocatori, allenatore e dirigenti. Il 18 febbraio del 2020, però, ha rinunciato definitivamente a ogni possibilità di poter nuovamente indossare i guanti durante una partita e ha annunciato ufficialmente il ritiro dal calcio giocato.

Quel maggio 2019 è stato particolarmente drammatico per Casillas e per la sua famiglia: quello stesso mese, infatti, sua moglie, la giornalista Sara Carbonero (tutti ricorderanno il bacio tra i due durante l’intervista post finale dei Mondiali 2010) ha annunciato di avere un cancro all’utero, per combattere il quale si è dovuta sottoporre a un’operazione e a delle cure successive. Iker e Sara hanno due figli, Martín e Lucas, nati rispettivamente nel 2014 e nel 2016.